di Virginia Villa
Matteo Bussola, autore e illustratore noto per la sua capacità di raccontare con delicatezza e profondità le sfumature della vita quotidiana, ne “Il rosmarino non capisce l’inverno” mette al centro le vite di diverse donne, esplorando le loro fragilità, la loro forza e il loro modo di affrontare il mondo. Pubblicato da Einaudi nel 2022, il libro si distingue per un tono intimo e riflessivo, con storie che si intrecciano tematicamente per creare un quadro corale della condizione femminile.
L’opera è composta da una serie di racconti, ognuno dedicato a una figura femminile diversa, ma accomunata da una profonda umanità. Ci sono donne giovani e anziane, madri e figlie, amiche, mogli e amanti, ognuna alle prese con la propria personale battaglia. Tra le protagoniste troviamo una ragazza che decide di non avere figli per paura del dolore che potrebbero provare, una vedova che scrive lettere al marito defunto per sentirlo ancora vicino, una sedicenne che si innamora della sua migliore amica, una donna che affronta la vecchiaia con il peso di un segreto mai confessato. In queste storie si riflettono esperienze comuni a molte donne: l’amore e il suo opposto, la maternità desiderata o rifiutata, la difficoltà di trovare il proprio posto nel mondo, la memoria di ciò che si è stati e il timore di ciò che si diventerà.
Uno degli elementi più affascinanti del libro è il titolo stesso, “Il rosmarino non capisce l’inverno“. Il rosmarino è una pianta resistente, capace di sopravvivere anche alle temperature più rigide, ma senza comprenderne il senso. Così sono le donne di Bussola: affrontano le difficoltà della vita con tenacia, senza forse trovare una spiegazione definitiva alle proprie sofferenze, ma senza mai arrendersi. Questa metafora vegetale attraversa l’intero libro, suggerendo un parallelismo tra la resilienza della natura e quella umana.
Lo stile di Bussola è caratterizzato da una scrittura semplice e diretta, ma capace di evocare emozioni intense. Il suo approccio narrativo è asciutto e privo di orpelli, ma ogni parola è scelta con cura per trasmettere un senso di verità e autenticità. Nonostante la brevità dei racconti, ogni storia è in grado di lasciare un segno, di offrire uno spunto di riflessione che resta con il lettore anche dopo la conclusione della lettura.
Un aspetto particolarmente interessante di quest’opera è la scelta di un autore maschile di dare voce a storie e sentimenti femminili. Questo ha suscitato un dibattito tra i lettori: da un lato, molti hanno apprezzato la sensibilità con cui Bussola ha saputo raccontare l’universo femminile; dall’altro, qualcuno ha sollevato la questione dell’autenticità di uno sguardo maschile su queste tematiche. Tuttavia, ciò che emerge dalla lettura è il grande rispetto dell’autore per le sue protagoniste e la volontà di dar loro spazio senza imporre giudizi o interpretazioni forzate.
Tra i temi che emergono con più forza nel libro ci sono la maternità e il rapporto tra madri e figlie. Bussola esplora questo legame in tutta la sua complessità, mostrando come possa essere fonte di amore ma anche di incomprensione, di desiderio e di rifiuto. Molte delle protagoniste del libro devono fare i conti con aspettative sociali e personali riguardo alla maternità, scegliendo in alcuni casi di abbracciarla, in altri di evitarla, sempre con un forte carico emotivo.
Un altro tema centrale è quello della memoria e del tempo. Alcuni racconti esplorano il passare degli anni e la trasformazione delle relazioni, il rimpianto per le occasioni perdute e la necessità di fare pace con il passato. Questo senso di malinconia pervade il libro, ma non in modo oppressivo: c’è sempre un barlume di speranza, un’apertura alla possibilità di trovare una propria forma di felicità, anche nelle situazioni più difficili.
Uno degli aspetti più toccanti del libro è la capacità di raccontare le emozioni più profonde attraverso piccoli gesti quotidiani. Bussola non ha bisogno di grandi eventi o colpi di scena per trasmettere il peso di un sentimento: bastano uno sguardo, una lettera lasciata a metà, una parola non detta al momento giusto. È in questi dettagli che risiede la forza del libro, nel modo in cui riesce a rendere universali esperienze intime e personali.
“Il rosmarino non capisce l’inverno“ è un libro che colpisce per la sua capacità di raccontare con delicatezza e autenticità l’esperienza femminile in tutte le sue sfaccettature. Non è un’opera che punta a dare risposte definitive, ma piuttosto una raccolta di storie che pongono domande, che invitano alla riflessione e che lasciano il lettore con una sensazione di empatia e comprensione. È un libro consigliato a chi ama la letteratura che esplora le emozioni umane senza artifici, a chi apprezza le narrazioni brevi ma incisive, e a chi desidera immergersi in storie di donne raccontate con sensibilità e rispetto.