di Virginia Villa
Donatella Di Pietrantonio, autrice di romanzi di grande successo come “L’arminuta” e “Borgo Sud”, regala ai suoi lettori nuove emozioni con “L’età fragile“, pubblicato nel 2023 da Einaudi. Con questo nuovo libro, la scrittrice abruzzese dimostra ancora una volta la sua capacità di scavare nell’animo umano con delicatezza e profondità, raccontando storie intime e personali, ma capaci di toccare temi universali.
Trama e ambientazione
La storia si svolge in un piccolo paese di montagna in Abruzzo, un luogo in cui la natura, aspra e suggestiva, fa da sfondo a un racconto che intreccia passato e presente. Protagonista del romanzo è Lucia, una donna di mezza età che si trova a dover affrontare un momento cruciale della sua vita. Suo marito, Dario, è sempre più distante, la figlia Amanda è tornata a casa dopo un’esperienza universitaria a Milano segnata da un episodio traumatico, e il suo passato torna a bussare alla porta con forza.
La narrazione si snoda su due piani temporali. Da un lato, il presente, con Lucia che deve prendersi cura della figlia e fare i conti con il suo matrimonio in crisi. Dall’altro, il passato, segnato da un evento tragico accaduto quando Lucia era poco più che adolescente: il brutale omicidio di due giovani turiste in un campeggio di proprietà della sua famiglia. Questo evento, rimasto impresso nella memoria del paese e della protagonista, riemerge quando Lucia eredita il terreno su cui sorgeva il campeggio e si trova a dover decidere se venderlo o preservarne la memoria.
Uno sguardo sulle fragilità umane
Uno degli aspetti più riusciti del romanzo è la capacità dell’autrice di esplorare il concetto di fragilità in tutte le sue declinazioni. La fragilità di cui parla il titolo è quella di Lucia, divisa tra il senso di colpa per un passato irrisolto e l’incapacità di essere un vero punto di riferimento per la figlia. È quella di Amanda, giovane donna che si rifugia nel silenzio dopo un’esperienza traumatica, lottando per ritrovare una propria identità. Ma è anche la fragilità di un’intera generazione, quella che si è trovata a vivere la pandemia e i suoi effetti psicologici, che il romanzo suggerisce senza mai renderli troppo espliciti.
L’autrice riesce a tratteggiare con grande sensibilità il disagio interiore dei suoi personaggi, senza mai cadere nel melodramma o nell’eccesso emotivo. Le loro insicurezze, le loro paure e il loro dolore sono raccontati con uno stile sobrio ed elegante, che lascia spazio alle emozioni senza forzarle.
La forza della scrittura di Donatella Di Pietrantonio
Uno dei maggiori pregi di L’età fragile è proprio lo stile narrativo di Donatella Di Pietrantonio. La sua scrittura è asciutta ma poetica, essenziale ma capace di evocare immagini potenti. Le descrizioni dell’Abruzzo montano, con i suoi paesaggi duri e imponenti, contribuiscono a creare un’atmosfera densa di significato, quasi metaforica rispetto alle vite dei protagonisti.
La narrazione è costruita su un’alternanza tra passato e presente che risulta sempre fluida e ben orchestrata. Questo espediente permette al lettore di immergersi progressivamente nei ricordi di Lucia, comprendendo poco alla volta le radici del suo disagio e delle sue scelte.
Inoltre, i dialoghi sono particolarmente efficaci: essenziali, ma mai banali, rivelano molto più di quanto venga detto esplicitamente, sottolineando la difficoltà dei personaggi nel comunicare apertamente le proprie emozioni.
I temi principali del romanzo
Oltre alla fragilità emotiva, il romanzo affronta con sensibilità e profondità diverse tematiche di grande rilievo.
Il rapporto madre-figlia è al centro della narrazione, descritto con tutte le sue sfumature di amore, incomprensione e silenzi. Lucia si trova a dover gestire il dolore di Amanda senza avere gli strumenti per farlo, e la loro relazione diventa il riflesso di molte dinamiche familiari contemporanee, in cui genitori e figli faticano a capirsi pur amandosi profondamente.
Il peso del passato è un altro tema cruciale. Il romanzo mostra come eventi lontani nel tempo possano continuare a influenzare le scelte e le emozioni delle persone, rendendo difficile il distacco e la crescita personale. Lucia è intrappolata nei ricordi di quell’estate tragica, e la sua incapacità di fare i conti con il passato si riflette sulla sua difficoltà di vivere pienamente il presente.
Il rapporto con la terra e l’ambiente è un altro elemento importante del libro. La decisione di vendere o meno il terreno del campeggio si trasforma in un dilemma morale che richiama questioni più ampie, come il rispetto per la natura, la memoria collettiva e il valore delle radici.
Personaggi ben costruiti e realistici
Uno dei punti di forza del romanzo è la caratterizzazione dei personaggi. Lucia è una protagonista complessa e autentica, con pregi e difetti che la rendono profondamente umana. Il suo percorso interiore è raccontato con grande sensibilità, e il lettore può facilmente immedesimarsi nei suoi dubbi e nelle sue paure.
Amanda, con il suo silenzio e la sua sofferenza inespressa, è un personaggio altrettanto riuscito. La sua evoluzione nel corso del romanzo è credibile e toccante, e rappresenta bene il disagio di molti giovani alle prese con un mondo incerto e con la difficoltà di trovare un proprio posto.
Anche i personaggi secondari, come il marito Dario e Osvaldo, il socio di Lucia nella proprietà del campeggio, sono ben delineati e contribuiscono a rendere la storia più ricca e sfaccettata.
Conclusione: un romanzo da leggere e interiorizzare
L’età fragile è un romanzo intenso e coinvolgente, che affronta con delicatezza e profondità tematiche universali come il rapporto genitori-figli, il senso di colpa, la paura del cambiamento e la necessità di affrontare il passato per poter costruire il futuro.
Donatella Di Pietrantonio conferma ancora una volta la sua straordinaria capacità di raccontare le emozioni con uno stile raffinato ed essenziale, capace di toccare il cuore del lettore senza mai risultare ridondante o eccessivo.
Un libro consigliato a chi ama le storie intime e profonde, a chi cerca una narrazione autentica e ben scritta e a chi desidera riflettere sul concetto di fragilità, non come debolezza, ma come parte integrante dell’essere umano.