Harold Fry è un modesto pensionato di 65 anni, un pantofolaio, che vive con la moglie nel sud dell’Inghilterra. Un giorno riceve una lettera da una collega di lavoro di venti anni prima, lei gli comunica che è malata di cancro. Lui esce, per imbucare una lettera di risposta. Ma la lettera di risposta gli sembra inappropriata, decide di partire a piedi per andarla a trovare, senza rientrare a casa. Pensa che in questo modo la salverà. Lei è in una casa di cura a Berwick nel punto estremo dove l’Inghilterra confina con la Scozia. Così inizia questo romanzo, esordio bestseller di Rachel Joyce. Vi suona come un déjà vu? A molti ricorderà la storia del regista tedesco Werner Herzog, raccontata nel diario “Sentieri di ghiaccio”. Herzog lo fece davvero, andare a trovare l’amica morente camminando in modo improvvisato da Berlino a Parigi. E lei guarì. Ma questo è un romanzo, tutt’un’altra cosa.
La Joyce approfitta della visione di quest’uomo mite e debole per raccontare il mondo con occhi di camminatore, e di un camminatore che è partito con scarpe da vela e niente con sé. Ci sono tutti i valori dei camminatori dentro questo libro, si capisce che la Joyce è camminatrice. Tutti i pensieri, le reazioni, le sofferenze e gli entusiasmi. Gli incontri anche solo di pochi minuti che ti cambiano la vita. L’introspezione per cui la tua vita ti passa davanti e riemergono dalla memoria ricordi importanti che sembravano sopiti. Arriverà Harold Fry alla fine del suo cammino? Salverà la vita di Queenie, anche se non è sorretto dalla fede? Di più non vi racconteremo, sulla trama. Entra di diritto nella biblioteca di noi camminatori.
Walter Orioli
Rachel Joyce – “L’imprevedibile viaggio di Harold Fry”, Sperling & Kupfer 2012 – 13 euro