Venerdì 26, sabato 27 e domenica 28 gennaio, al Teatro Manzoni di Monza, andrà in scena “L’interpretazione dei sogni” di e con Stefano Massini dal libro di Sigmund Freud.
Dove andiamo quando sogniamo?
Che cosa cerchiamo di dire a noi stessi in quello spazio sospeso, ulteriore e intermedio, che ci accoglie appena chiudiamo gli occhi?
Ogni essere sogna, al di là del fatto che ne conservi memoria: la nostra esistenza è un susseguirsi di visioni notturne, architetture elaborate e complesse, la cui edificazione obbedisce a una necessità naturale.
E allora la domanda diventa: perché sogniamo?
Perché per l’essere umano è un bisogno vitale e ineludibile?
La ricerca sui sogni di Sigmund Freud, pietra miliare del Novecento, tenta una risposta attraverso l’analisi di numerosi casi clinici, talora drammatici, talora perfino buffi e occasionali, ognuno capace di rivelarci qualcosa sulle leggi misteriose e splendide che sovrintendono alle nostre messinscene notturne.
Sì, messinscene.
Perché il sogno nella lettura di Freud ha un impianto profondamente teatrale.
Cinque anni dopo la versione teatrale realizzata a Milano al Teatro Strehler, Stefano Massini riprende in mano il suo decennale lavoro su “L’interpretazione dei sogni” di Sigmund Freud, a cui l’autore dedicò anche un romanzo di successo, tradotto in più lingue.
Da lì Massini riparte, stavolta in prima persona, mettendo il suo estro di narratore al servizio di un impressionante catalogo umano.