L’Isola che non c’è

Savoca_Castello_di_Pentefurdi Luigi Picheca

La Sicilia ha subito numerose conquiste nell’arco della storia che hanno lasciato segni di importanti progressi culturali. E’ ricca di risorse che la rendono assai fertile dal punto di vista agricolo e turistico, molto apprezzate sono le sue risorse enogastronomiche e le testimonianze culturali attraverso la presenza di importanti siti archeologici e monumenti.

Ha conosciuto periodi di autentico splendore, è stata  al centro di una rilevante epoca culturale che ha riunito il passaggio delle grandi civiltà che hanno contribuito a forgiare la sua cultura.

La Sicilia ha pure partorito un “mostro” che ancora oggi la tiene ostaggio di quella mentalità  ereditata dalla stessa Mafia, una eredità pesante che domina anche sulla legge.
Ho tanti amici che provengono da quella magnifica terra, famiglie costrette ad emigrare verso il nord della penisola per ritrovare una vita degna e dignitosa slegata da quella mentalità che pesa tanto sulla vita dei siciliani onesti.
Il mio grande amico Marcello è uno di quelli che, insieme alla sua famiglia, è arrivato qui da Catania. Ho conosciuto tutti molti anni fa e sono diventato loro amico in breve tempo.
Non sono riuscito ad andare a Catania, nonostante i suoi ripetuti inviti, a causa del mio lavoro ma oggi me ne pento perché ho perso un’occasione più unica che rara: conoscere altre persone incantevoli. Infatti devo proprio dire che i siciliani che ho conosciuto posseggono tutti uno spirito gioviale e aperto e un cuore grande così. Anche tanti operatori che mi curano e le persone che ho incontrato quando svolgevo  la mia opera di volontariato hanno sempre dimostrato di possedere queste doti.

La Sicilia mi ha rubato il cuore per tanti motivi e mi dispiace vederla sempre ferita da innumerevoli disagi.
Anche le recenti frane che hanno lasciato Messina senz’acqua e gli scandalosi dissesti delle principali vie di comunicazione mi hanno fatto rabbrividire pensando a quanti miliardi il “buco nero” di quella Regione abbia fagocitato dal dopoguerra in poi, investimenti ancora oggi mal gestiti e che finiscono prevalentemente in mani sbagliate, alimentando sempre quella cultura mafiosa continuamente denunciata da cittadini coraggiosi.

La nostra storia recente ci ricorda quante persone integerrime abbiano pagato caro il loro coraggio, il loro desiderio di affrancare quella terra dal cancro che vi si è insinuato.
Forse è proprio in loro nome e in nome dei cittadini onesti che lo Stato dovrebbe intervenire finalmente per riportare la legalità in quel territorio troppo spesso lasciato da solo a  combattere una guerra impossibile.

Credo nella forza della Sicilia e spero che presto risponda  “presente” all’appello di riscatto del nostro Mezzogiorno e  farci dimenticare di essere “L’Isola che non c’è”.

Luigi Picheca

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