Luce attraverso la nebbia. Richard Nonas a Pisa

Fino  al 15 ottobre 2017 la Chiesa della Spina a Pisa ospita un’installazione dell’artista americano Richard Nonas, dal titolo“… As light through fog …” Architectural memory pierced by art.

Organizzata dal Comune di Pisa in collaborazione con l’Università degli Studi , la Scuola Normale Superiore, l’Associazione SpazioTempo di Michela Rizzo e la Cooperativa Atlante Servizi Culturali, col supporto della galleria P420, curata da Laura Mattioli, l’installazione è stata ideata da Richard Nonas appositamente per questo luogo ed è la seconda di una serie di interventi site specific di grandi artisti nazionali e internazionali attraverso i quali il Comune di Pisa intende valorizzare ed esaltare le caratteristiche proprie della chiesa, prezioso gioiello della città.

L’installazione è costituita da 14 parallelepipedi uguali in ferro pieno, collocati a circa 80 cm uno dall’altro in modo da disegnare una linea diagonale di circa 14 metri che taglia lo spazio della navata della chiesa da sinistra a destra rispetto alla facciata.

Courtesy Galleria P420 – Bologna

I singoli blocchi di metallo non hanno nessuna particolare bellezza in sé, nessun particolare pregio artistico o estetico. Essi sono semplicemente uno strumento che l’artista utilizza per tracciare una linea tridimensionale nello spazio architettonico.

Courtesy Galleria P420 – Bologna

Questa linea viene ad interferire con le altre preesistenti nel luogo: quella del fiume e le linee oblique della architettura della chiesa. La linea di Nonas sottolinea in modo drammatico la mancanza di rassicuranti linee ortogonali nella architettura gotica e la forza del suo precario equilibrio. Essa è anche una delle infinite linee possibili dentro questo spazio, che si rivela dunque come vuoto – ed interpretabile all’infinito – proprio perché ha perso non solo i suoi arredi, ma soprattutto la sua funzione originaria: è diventato un luogo dell’assenza in senso antropologico, dove le tracce lasciate dalla storia si perdono nella nebbia del tempo e non sono più chiaramente visibili né alla vista né alla memoria, ma assumono connotati sfumati e ambigui.

Richard Nonas (New York 1936) ha lavorato come antropologo per una decina di anni studiando sul campo gli Indiani d’America nel Nord Ontario, Canada, e continuando la sua pratica etnografica in Messico e in Arizona. A metà degli anni ’60, all’età di 30 anni, ha deciso di dedicarsi alla scultura. La sua esperienza da antropologo ha profondamente influenzato la sua pratica artistica e il suo impegno nel sentire e percepire lo spazio. Attraverso un vocabolario minimalista Nonas ha sviluppato un lavoro che ha indagato il tema del luogo.  Ha esposto in numerosi musei, istituzioni e gallerie in tutto il mondo realizzando installazioni di diverse dimensioni sia da interno che da esterno come le installazioni permanenti nel villaggio abbandonato di Vière et les Moyennes Montagnes, Digne-les-Bains, Francia (2012) e alla Fondazione Ratti (2003-2011).

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