di Francesca Radaelli
“Ora mi sono un po’ consolato. Cioè… non del tutto. Ma so che è ritornato nel suo pianeta, perché al levar del giorno, non ho ritrovato il suo corpo. Non era un corpo molto pesante…”
Il 31 luglio 1944, nel pieno della Seconda guerra mondiale, un aereo francese F-5 da ricognizione precipita nel Mar Tirreno. È decollato dalla base militare di Borgo, in Corsica. Alla guida c’è Antoine de Saint Exupéry, l’autore de Il Piccolo Principe. Il suo corpo non sarà mai ritrovato.
Una scomparsa su cui il mistero ha aleggiato a lungo. Anche dopo che, nel 2004, viene rinvenuto il relitto dell’aereo a sessanta metri di profondità, al largo dell’Île de Riou. Anche dopo che, nel 2008, l’ex pilota della Luftwaffe Horst Rippert confessa di essere stato lui ad abbattere quell’aereo, senza avere alcuna idea che a bordo si trovasse proprio l’aviatore francese divenuto celebre per i suoi scritti.
Non solo il Piccolo Principe, il terzo romanzo più letto oggi nel mondo dopo Il Capitale e La Bibbia, una delicata favola per grandi e piccini capace di raccontare il significato di amicizia e amore attraverso simboli e personaggi indimenticabili, dalla rosa “unica al mondo” alla volpe da cui “farsi addomesticare”. Accanto alla storia struggente del principe venuto dal minuscolo pianeta dove basta spostare un po’ la sedia per godersi un tramonto dietro l’altro, Saint Exupéry scrisse anche opere più direttamente legate alla sua esperienza di aviatore. Come Pilota di guerra, Volo di notte e Terra degli uomini, un altro best seller ispirato a un episodio realmente vissuto dallo scrittore quando rimase in panne nel deserto libico.
Una vera e propria passione per il volo, quella di Antoine de Saint Exupéry, che fu pilota prima per la compagnia Aeropostale poi per Air France, quindi, dopo lo scoppio della guerra, per l’Armé de l’air. E che al tempo stesso, da giornalista e scrittore seppe volare – e far volare – con le parole, collocando sempre i suoi racconti in quello spazio tra terra e cielo fatto di simboli impalpabili e struggenti. In quello che forse altro non è che lo spazio della poesia che parla direttamente al cuore, perchè come dice il Piccolo Principe “l’essenziale è invisibile agli occhi”. Quello spazio in cui Antoine de Saint Exupéry in fondo ha vissuto l’intera sua vita. E in cui è scomparso, quel 31 luglio, senza quasi lasciare traccia.

“Questo è proprio quello che volevo”.
Ed è bello credere che una parte di lui sia volata davvero sull’asteroide B612, per disegnare una museruola alla pecora che tempo addietro aveva donato a quel Piccolo Principe tanto innamorato della sua rosa da farsi mordere da un tremendo serpente pur di tornare da lei.