L’uomo del dovere, ATTO primo

Proponiamo ai lettori del Dialogo di Monza, un’opera teatrale scritta da Fabio Songa. Si tratta di un dialogo in due atti fra Reinhard, ufficiale nazista, condannato a morte a Norimberga e Dietrich, intellettuale comunista tedesco, sopravvissuto al Lager di Dachau. L’opera è intercalata ed arricchita da musiche che si possono ascoltare grazie ai link inseriti nel testo. Ecco il primo atto. Buona lettura

L’uomo del dovere

“L’uomo del dovere alla fine dovrà compiere il proprio dovere anche nei confronti del diavolo”.

Dietrich Bonhoeffer (1906-1945), teologo impiccato dai nazisti nel lager di Flossemburg

Dramma in due atti di Fabio Songa.

Questo testo è dedicato al mio carissimo amico Renato Sarti, drammaturgo, regista e attore, che tanto mi ha insegnato sul teatro e sull’esercizio della memoria storica.

Personaggi:

Reinhard, ufficiale nazista, condannato a morte a Norimberga

Dietrich, intellettuale comunista tedesco, sopravvissuto al Lager di Dachau

 

Dachau: Il Memoriale Ebraico

 

ATTO PRIMO

Siamo in un ufficio della Gestapo di una città imprecisata della Germania, nella seconda metà degli anni Trenta del Novecento.  Alle pareti,una fotografia del Führer e una bandiera nazista. Dietro una scrivania, è seduto un uomo di poco più di trent’anni, in divisa da ufficiale delle SS, con la tesa del berretto abbassata sul volto, che sta giocherellando con una matita.

All’improvviso, l’uomo si alza e cammina pensieroso per la stanza, poi si ferma davanti al ritratto di Hitler e lo fissa attentamente. Quindi, si sposta verso la bandiera e la guarda con grande concentrazione. Quando si risiede, da uno dei due lati della scena si sente bussare

VOCE FUORI CAMPO: Capitano, c’è qui il prigioniero!

REINHARD (con tono deciso) Lo faccia entrare, caporale.

Si sente il rumore di una porta che si apre; un uomo viene scaraventato nella stanza e cade per terra di fronte alla scrivania quasi fosse un fagotto privo di vita.

VOCE FUORI CAMPO (contemporaneamente all’arrivo in scena dell’uomo e con tono forte e alterato) Dentro, pezzo di maiale!

REINHARD (Con un tono secco, imperativo) Bene così, caporale! Ci lasci soli.

VOCE FUORI CAMPOHeil Hitler! (si sente il rumore di tacchi che sbattono e di una porta chiusa energicamente)

REINHARD Heil Hitler! (Poi, con un tono autoritario, ma più dolce) Puoi alzarti in piedi, Dietrich, sempreche tu ci riesca.

DIETRICH (Con voce incerta e tono incredulo mentre lo osserva con attenzione) Reinhard… Dio mio, Reinhard… sei proprio tu?

REINHARD (Alzando il copricapo e addolcendo progressivamente il tono) Sono proprio io. Avrei voluto rivederti dopo tanto tempo in circostanze molto diverse… (con tono quasi sognante) Il ginnasio di Heidelberg… I lunghi pomeriggi a casa di mio zio o a casa dei tuoigenitori… Le serate in birreria… Il vino bianco fresco bevuto al castello mangiando pane e formaggio… Le partite a calcio che duravano ore… Le nostre infinite discussioni di Storia, di Filosofia e di Teologia… è passato tanto tempo… Troppo. (alzando la voce e con tono più secco) Troppo! (riabbassando la voce). Avrei voluto davvero ritrovarti in circostanze molto diverse. Che cosa ti è successo in questi anni?

DIETRICH Che cosa è successo A ME? Che cosa è successo ATE, Reinhard. Che razza di divisa hai deciso di indossare? Come puoi portarla? Avevo sentito alcune voci su di te, ma non ho mai creduto che potessero essere vere! Il mio unico e vero amico fraterno diventato un nazista…

REINHARD (con enfasi crescente e a voce molto alta) Che cosa MI è successo? La Patria, Dietrich! La Germania, Dietrich! Non era un destino di gloria quello che volevamo per la nostra generazione? Il Führer darà la gloria alla Germania umiliata a Parigi! Il nostro popolo ripulirà e civilizzerà il mondo! Non è quella rigenerazione che volevamo da ragazzi, Dietrich?

DIETRICH (con orrore) Tu sei pazzo, Reinhard. Farnetichi! VOI siete tutti pazzi. Allora è proprio vero… Dio mio, cosa è successo alla nostra Germania, se anche tu parli in questo modo?

REINHARD Che cos’è successo alla NOSTRA Germania? (alzando progressivamente la voce, chiaramente per farsi sentire da chi ascolta fuori dalla porta) CHE COSA È SUCCESSO?È successo che la nostra bella patria ha trovato chi l’ha risvegliata dal suo sonno da Bella Addormentata, Dietrich! Basta con gli dei della sconfitta, basta con i cristi gementi sulla croce: è l’ora dei nuovi dei! Gli dei che ci innalzeranno al loro cielo, Dietrich! Non li senti nella musica di Wagner? (accenna a un motivo wagneriano) Non senti che Zarathustra ci sta parlando? Sta parlando a noi! Sei diventato cieco e sordo, Dietrich? Sei diventato una femminuccia che cerca disperatamente il suo Dio? (dopo una breve pausa) Anzi, a quanto mi dicono… (raccoglie alcuni fogli dalla scrivania e li fa scorrere con lentezza) che cerca disperatamente il suo Stalin? Il dolce e remissivo chierichetto è diventato Spartaco?

DIETRICH   Perché sono qui? Vuoi umiliarmi prima di darmi in pasto ai maiali?

REINHARD (con un tono molto addolcito e con voce molto più bassa, chiaramente per non farsi sentire dal soldato fuori dalla porta) Siediti e ricomponiti… sei qui perché avevo voglia… anzi, BISOGNOdi parlare con te…

DIETRICH (trascinandosi a fatica verso una sedia posta di fronte alla scrivania e poi sedendosi con un gemito) Immagino di non avere alternative… ti ascolto.

REINHARD (con voce ammorbidita) Ti ho fatto cercare a lungo e finalmente ti ho trovato nel nostro bell’albergo di Dachau…

DIETRICH Se vuoi che ti ascolti, evita quel greve umorismo che voi nazisti utilizzate sempre… su di me non ha mai fatto e continua a non fareil minimo effetto.

REINHARD (con voce ancora più morbida) Scusa il tono… deformazione professionale, si potrebbe dire… Ti ho fatto cercare perché sei l’unico che mi possa davvero capire: ho ancora bisogno di averti amico come un tempo…

DIETRICH (con voce affaticata, ma decisa) Sai che non è più possibile: le tue scelte hanno scavato tra noi un solco che non può essere colmato e neanche attraversato, fosse solo per qualche attimo. La Storia ha travolto le nostre vite. Tu, indossando quella divisa (la indicacon disprezzo) hai guardato l’abisso, l’abisso ha guardato dentro di te e tu ci sei sprofondato.

REINHARD (con voce quasi sognante) Ah, Nietzche… Al di là del bene e del male… “Chi lotta contro i mostri deve fare attenzione a non diventare lui stesso un mostro. E se tu riguarderai a lungo in un abisso, anche l’abisso vorrà guardare dentro di te”… Vedi perché dico che ho bisogno di te. Tu sei l’unico che possa capirmi…

DIETRICH Non credo proprio di volerlo fare. Tu ormai puoi avere tutto quello che vuoi… anche su di me hai potere di vita e di morte. Ci avete rubato tutto: non tentare di rubarmi anche la coscienza…

REINHARD (guardando negli occhi Dietrich e con un tono quasi dolce) Io e te siamo stati amici, anzi,dei veri fratelli neimomenti più importanti della vita… vorrei ancora vederti al mio fianco, confrontarmi con te, litigare, anche ferocemente, per poi tornare compagni indivisibili, come negli anni belli della nostra vita…

DIETRICH È assolutamente impossibile, Reinhard, e tu lo sai. 

REINHARD (con voce morbida) Deve essere possibile, forse se solo riesco a farti capire… a FARMI capire… Tu sei l’unico che mi possa comprendere. (con voce leggermente più dura) In Germania non ci sono più intellettuali: o li abbiamo perseguitati e uccisi o sono diventati degli ignobili servi, dei volgari leccapiedi che non studiano più, che non pensano più, che dicono solo quello che può salvare la loro misera vita o addirittura quello che può dare loro il potere e il prestigio che mai avrebbero avuto per i loro meriti. Canaglie senza spina dorsale… Tu sei uno dei pochi che non ha piegato la schiena e che non ha venduto l’anima…

DIETRICH Per fortuna non siamo stati tanto pochi… E tu? Non hai forse venduto la tua anima?

REINHARD È proprio questo che voglio che tu capisca. (abbassando la voce, quasi sussurrando) Il Nazismo è un oppio per il popolo più potente di qualsiasi religione. Ah, il vecchio Feuerbach….Però ascolta bene quello che ti sto dicendo: non è il Nazismo che usa me: sono IO che uso lui!

DIETRICH (sbigottito) Ancora una volta tu mi sorprendi, Reinhard!

REINHARD (guardando negli occhi il suo vecchio amico) Dietrich, cerca finalmentedi comprendermi… Ascoltami con attenzione: la Germania èormai completamente nelle manidel ristretto gruppo dirigente di un partito che ha trovato il modo di utilizzare a proprio vantaggio l’ignoranza, la paura e la rabbia sia del tedesco medio,terrorizzato dalla povertà imminente, sia del Lumpenproletariatbecero e immorale…

DIETRICH Questo lo so bene, purtroppo. Per loro ci voleva un uomo forte in grado di risollevare la Germania dalla terribile crisi economica, sociale e morale in cui era precipitata e… l’hanno trovato in Hitler.

REINHARD Tutto ciò è avvenuto grazie alle forze alleate, che hanno schiacciato la nostra Germania, saccheggiando le sue risorse minerarie, impadronendosi della sua flotta militare e anche di parte di quella mercantile, impedendole di avere un esercito degno di questo nome, imponendole debiti di guerra mostruosi, assolutamente impossibili da pagare…

DIETRICH Purtroppo questo è assolutamente vero, ma…

REINHARD Ma…Hitler è stato geniale:è riuscito in pochi anni a trasformarsi da caporale austriaco pezzente e sbandato, come centinaia di migliaia di disperati reduci dal fronte, a (come se indicasse una scritta nell’aria) FÜHRER DELLA NAZIONE GERMANICA. Per un po’ di tempo, alcuni liberali e alcuni democratici, i socialdemocratici, i comunisti, con buona parte del proletariato di fabbrica,hanno tentato di resistere, ma ora sono stati annientati: dispersi, uccisi o… comprati.

DIETRICH E di questo ti vanti?

REINHARD Cerca di capirmi… Il Nazismo è un accidente storico, altro che il (ancora come se indicasse una scritta nell’aria) REICH MILLENARIO di cui si riempono la bocca i suoi capi… Una volta che il Superuomo avrà trionfato, potrà liberarsi degli ormai inutili orpelli politici che ha usato per innalzarsi… Ma, andiamo, puoi pensare che io possa davvero apprezzare il Nazismo? Io ammiro solo la capacità che ha avuto di plasmare a proprio piacimento un popolo. Ha il grande merito di propagandare idee completamente prive di senso logico e di autenticospessore morale, trascinando con sé gran parte della nazione e avendo il coraggio di liberarsi definitivamente delle minoranze che si oppongono. Ma puoi davvero pensare che un uomo intelligente – e spero che tu mi concederai che io lo sono – possa credere a delle assolute assurdità, come quella della RAZZA ARIANA: guarda Hitler, con quei baffetti penosi e quel ciuffo ridicolo, guarda quello sgorbio di Goebbels, il genio della propaganda, che sbraita di razza superiore, ma che, per le sue caratteristiche fisiche, non sarebbe mai accettato nelle SS. (sorridendo apertamente) Che splendido paradosso: il popolo può essere portato davvero a credere a qualsiasi follia! Hitler ha un grande merito: ha messo in piedi la più perfetta macchina propagandistica della Storia, ha trasformato in parole d’ordine potentissime delle storielle per bambini… in realtà piuttosto trucolente, ben più di quelle dei fratelli Grimm. E il popolo tedesco si beve qualsiasi sciocchezza esca dalle sue labbra e lo venera come un dio.  Mi hanno raccontato che Göring un giorno ha detto al ministro dell’Economia Schacht: “Se il Führer lo desidera, due per due fa cinque”. Che genio!

DIETRICHD Ovvero non riesco più a seguirti, Reinhard…

REINHARD Invece, Dietrich, siccome tu sei sempre stato, fin da bambino, un “uomo del dovere” dovresti comprendermi. Anch’io sono un “uomo del dovere”…Bisogna solo intendersi sul concetto di “dovere”.

DIETRICH Per te il “dovere” è una folle astrazione: l’affermazione su tutti gli uomini di un incomprensibile Superuomo, per me il “dovere” coincide con la coscienza e la coscienza deve stabilire i suoi limiti, deve confrontarsi con l’hicetnunc, il “qui e ora”, deve contribuire a fondere la piena libertà individuale con quella collettiva, deve perseguire la giustizia sociale per tutti e la pace tra i popoli. Del resto, fin da bambini ci cercavamo e ci amavamo perché eravamo profondamentediversi… Ti ricordi le discussioni infinite: io stavo con Atene e tu con Sparta, tu parteggiavi perKroton e io perSybaris… Le grandi antitesi: dittatura o democrazia, oppressione o libertà, violenza o cultura…

REINHARD (interrompendolo quasi con gioia) E gli imperatori romani, allora?Ti ricordi, Dietrich, quante discussioni infinite: io adoravo Nerone, Caligola, il giovane e terribileElagabalo…mi affascinava immensamente il potere assoluto, gestito al di là bel bene e del male, con tutta la violenza necessaria… e anche di più… Tu,invece, amavi gli imperatori “buoni”, i “filosofi”: Adriano, Antonino Pio, Giuliano II e il tuo preferito, Marco Aurelio, di cui sapevi tanti aforismi a memoria… Recitamene ancora qualcuno, ti prego.

DIETRICH Scava dentro. Dentro è la fonte del bene, che sempre ha il potere di sgorgare, a condizione che tu sempre scavi.  E poi questo, che sembra essere stata enunciato proprio per noi in questo momento: Lo scopo della vita non è essere dalla parte della maggioranza, ma evitare di trovarsi nelle file dei pazzi.

REINHARD (dopo una pausa di riflessione) Che assurdità… però sono parole stupende! Ma è solo poesia, magnifica poesia… dov’è la realtà fatta di carne, di sangue, di ossa?

DIETRICH  Vedi che ci separa non solo il concetto di “dovere”, ma anche quello di “assurdità”. Tutto quello che vai farneticando sul Superuomo per me è assolutamente folle e completamente astratto dalla realtà vera degli uomini. È un delirio misticheggiante, è pura metafisica, una metafisica però terribilmente pericolosa.

REINHARD Che meraviglia: sembra che siamo tornati ai vecchi tempi: tu e io a scontrarci su tutto… ma ci può essere ancora il momento dell’abbraccio? Ti ricordi… ti ricordi quando, studiando letteratura inglese al Ginnasio, abbiamo trovato quella poesia di Katherine Philips dedicata all’amicizia tra due ragazze: l’abbiamo subito reinterpretata e adattata a noi… L’avevo imparata a memoria e ancora oggi mi ricordo i versi finali e quando me li ripeto penso a te e me

Nessuna malizia può far danno. All’amicizia e all’innocenza

DIETRICH Noi non possiamo più essere amici e certamente non siamo più innocenti, Reinhard. Tu hai abbracciato un’idea che ti ha contaminato in ogni fibra e ha annebbiato e stravolto la tua anima.Tu hai costruito tra di noi una barriera insuperabile. Tu sei una creatura ormai perduta. L’idea di abbracciarti certo mi affascina, ma,nel contempo,mi ripugna.

REINHARD (con tono sognante, come se non avesse ascoltato le ultime parole dell’amico) E ti ricordi le nostre collezioni di monete romane, che abbiamo costruito saccheggiando quelle di tuo padre e di mio zio… anche lì ci dividevamo in modo netto. Però era facile fare gli scambi: tu volevi solo quelle con messaggi edificanti sul rovescio (con tono volutamente enfatico, scandendo bene le parole): AEQVITAS, IVSTITIA, CONCORDIA, PAX, PIETAS… tutte quelle magnifiche figure femminili con bilance, cornucopie, rami di ulivo e patere…(dopo un momento di riflessione) Certo che il mondo greco-romano ha preparato tante belle immagini che poi il cristianesimo ha sfruttato per i suoi fini. Pensa alle Nike trasformate in angeli, con le loro belle ali, pensa alle rappresentazioni dellaFecunditasche sono diventate tantemadonne con bambino… Anche il Cristianesimo ha sviluppato nel tempo un bell’apparato propagandistico: una favola rivestita di immagini grandiose…(dopo una breve pausa) Ma ora occorrono favole ben diverse. Nuovi dei ci chiamano all’azione.

DIETRICH (come trascinato in un’altra dimensione) Sai che quando vedo un dipinto o un affresco della Madonna che allatta il Bambino penso sempre alle raffigurazioni dellaIsis Lactans, Iside che allatta… Hai ragione, il Cristianesimo ha costruito la propria rappresentazione di sé appropriandosi della cultura greco-romana.

REINHARD (con entusiasmo)Vedi che ho ragione? Noi due possiamo trovare ancora molti argomenti su cui discutere o, addirittura, su cui essere d’accordo.

DIETRICH Tu invece volevi solo le moneteche raffiguravano armi, trofei, nemici sconfitti e umiliati. Tu collezionavi quelle con la VIRTVS con l’elmo e la corazza, quelle con l’imperatore trionfante con il piede sul collo del barbaro sconfitto… (con tono fortemente ironico) Che poi, a pensarci bene, i barbari erano i nostri antenati. I fascisti italiani, con quel pagliaccio tragico di Mussolini, si sono appropriati in modo francamente sconcertante del mito dell’Impero Romano e poi si stanno alleando, ma in realtà come sudditi, con i discendenti dei popoli germanici, i loro eterni nemici: (sorridendocon amarezza) forse pensano a una riedizione aggiornata dei Regni Romano-barbarici.

REINHARD E la musica…. (con aria sognante) Già da ragazzo adoravo Wagner, la violenza sconvolgente delle sue note…la potenza suprema dei crescendomi trascinavano in un mondo lontano, in una dimensione di forza pura, tra le divinità dei Germani…

Si sente in crescendo un passaggio della “Cavalcata delle Valchirie”:

 Reinhard accompagna,come rapito in un delirio mistico, la musica con movimenti fluidi, ma decisi…  Poi la musica si ferma e si volta verso Dietrichcon un tono di commiserazione) Sai che mi hanno detto che Hitler la notte prima delle elezioni del 1933 andò ad ascoltare proprio La Valchiria? (dopo una breve pausa) E a te piaceva Bach… Certo, la sua musica esprime una geometria grandiosa, ma è… impotente… rappresenta un’armonia universale assoluta,un mondo perfetto, astratto non come quello che realmente esiste… (con ironia tagliente) Bach ha trovato Dio e vive nella sua pace, Wagner urla la sua sfida a Dio… Non dirmi che il musico teologo di Eisenachti piace ancora, dopo che ti sei buttato nelle braccia di Marx… Come diceva l’ebreo barbuto a proposito di Feuerbach?“I filosofi hanno finora soltanto interpretato il mondo in diversi modi; ora si tratta di trasformarlo”… Bach si gode un mondo di sua invenzione, non vuole certo che chi ascolta la sua musica voglia rivoluzionarlo. 

DIETRICH (a sua volta con aria sognante) Tu non hai mai capito davvero la profondità di Bach: è un musicista grandioso e la sua musica perfetta scandaglia con profondità l’animo umano. Vorrei che davvero il mondo conoscesse un’armonia similea quelle che domina le sue composizioni:nessun confine, niente nazioni, pace universale…

Si sente in crescendo il coro iniziale “Kommt, IhrToechter, HelftMirKlagen” della “Passione secondo Matteo” di Bach: ora è Dietrich ad accompagnare la musica con movimenti fluidi, morbidi. 

 

 Poi la musica si ferma e si volta verso Reinhard

Ti amavo, ma sentivo fin da ragazzo dentro di me che più crescevamo più le differenze tra noi si acuivano. Non pensavo, però, che saresti arrivato a essere quello che sei diventato.

REINHARD (con voce ammorbidita) Anch’io ti ho sempre amato e non riesco a non amarti ancora: per questo ora ti propongo di lasciare che io ti salvi la vita per poter tornare al mio fianco… Io posso ancora liberarti, posso trovarti una scuola tranquilla, lontana dalle grandi città, dove puoi insegnare Filosofia. Non ti chiedo certo di diventare nazista, ma, se accetti la mia proposta, sei salvo, basta solo che tu non ti faccia notare e che ti dedichi interamente allo studio e all’insegnamento, senza giocare più al rivoluzionario… In cambio ti chiedo solamente di tornare a essere ancora mio amico… di passare ancora ogni tanto del tempo con me. A discutere, certo, anche con asprezza, ma da veri fratelli, quali noi siamo stati e potremmo ancora essere.

DIETRICH (con tono addolorato) Mi spiace, Reinhard, apprezzo il tuo gesto, ma davvero non posso accettare. Nei tuoi confronti ormai non riesco che a provare una profonda compassione, ma anche un orrore indicibile. Il distacco tra noi è inevitabile.

REINHARD (con voce più dura) Se ora mi respingi mi condanni a passare le mie giornate circondato solo da ignobili “violette di marzo”, quei finiti nazisti che sono saliti all’ultimo momento sul carro del vincitore, quelli che se fossero stati in Unione Sovietica sarebbero saltati con la stessa cinica indifferenza etica su quello di Stalin. Avrebbero gridato “Viva il Comunismo!” con lo stesso simulatoslanciomistico con cui ora gridano “Viva il Nazismo!”…Gusci vuoti, esseri spregevoli, ipocriti sottouomini… Non mi condannare a questo destino, Dietrich. La mia vittoria, l’avvento dell’era del Superuomo, non è per le greggi che seguono trepidanti motti assurdi come “Gottmituns” o “Ein Volk, ein Reich, ein Führer”, ma per uomini superiori come me… e COME TE. Quelli che sentono di avere una missione suprema da compiere, un DOVERE.

DIETRICH (con tono tagliente) Beh, in un certo senso, se davvero disprezzi il Nazismo, anche tu sei salito sul carro del vincitore!

REINHARD Ma io l’ho fatto per un ideale superiore, Dietrich, non per un misero tornaconto individuale!

DIETRICH Lo so bene, Reinhard, e questo forse è ancora più mostruoso!

REINHARD Resta con me, Dietrich… insieme potremmo interpretare fino in fondo l’imperativo categorico di Kant: La volontà non è semplicemente sottoposta alla legge, ma lo è in modo da dover essere considerata auto-legislatrice e solo a questo patto sottostà alla legge.

DIETRICH Ma quale suprema missione? Quale senso del DOVERE possiamo condividere tu e io? “Così parlò Zarathustra” è solo un delirio mistico! E poi tu non hai mai compreso fino in fondo neanche Kant… Non dimenticarti l’altra formulazione dello stesso imperativo: Agisci in modo da trattare l’umanità, sia nella tua persona sia in quella di ogni altro, sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo. Per me il Nazismo non potrà mai essere uno strumento: è e resterà per sempre un abominio, un mostro da sradicare, proprio perché tratta gli uomini come mezzi di un fine delirante…

REINHARD Ah, Dietrich, come sei deliziosamente ingenuo… Bisogna vivere dentro il male per poterlo dominare… Tu non sai con quale gioia ho partecipato all’”Operazione colibrì”, quella che alcuni chiamano la “Notte dei lunghi coltelli”…In poche ore abbiamo scannato quel porco depravato di Röhm e i suoi volgari scagnozzi, studenti incolti e svogliati e sottoproletari brutali. Mentre affondavo il mio spadino (nel frattempo accarezza lo spadino da ufficiale che porta al fianco) nelle loro carni oscene rivivevo l’ebbrezza dei riti dionisiaci. Il sangue purifica… In fondo si tratta di aspettare… dopo la distruzione delle SA, potrebbe arrivare il momento di liberarsi delle SS, utilizzando un corpo scelto, istruito, magari formato solo da un’élite di giovani intellettuali.(dopo una breve pausa) In fondo, la Repubblica dei Filosofi è un’idea del tuo Platone. Abbraccia il mio progetto, Dietrich, ascolta la voce del più grande dei nostri filosofi che fa dire a Zarathustra: “L’uomo è un cavo teso tra la bestia e il Superuomo, un cavo al di sopra di un abisso… Là, dove lo stato cessa, li vedete, fratelli miei, l’arcobaleno e i ponti del Superuomo?”. Lo stato nazista non è che un male transitorio.

DIETRICH (sconvolto dall’orrore) Tu deliri, Reinhard! Tu sei diventato un vero mostro e il mio unico rimpianto è di non avere la forza di sopprimerti (con voce sommessa accenna poi una corale di Bach

Komm, o Tod, du Schlafes Bruder

REINHARD Riconosco quella corale… laNOSTRAcorale, Dietrich. Vieni, o morte, sorella del sonno, vieni e portami lontano. La cantavamo commossi e abbracciati, per riconciliarcidopo le nostre discussioni accese e infinite sull’uomo, sull’Essere e su Dio. (dopo una breve pausa e con voce dura) Ma non voglio darti questa soddisfazione, l’invocazione della corale non verrà esaudita per te prima che per me.

DIETRICH Lasciami morire, Reinhard. L’inferno in cui avete trasformato la nostra vita è per me impossibile da sopportare, è un olocausto superiore alle mie forze. Ho visto i miei compagni morire o venire deportati, le nostre sedi prima vandalizzate e poi distrutte, i nostri libri, e non solo i nostri, bruciati in piazza da una folla oscena e sghignazzante. Perché dovrei aver voglia di vivere? Lasciami morire.

REINHARD Non ancora, Dietrich. Ho in serbo un’altra soluzione per te. (a voce alta, per farsi sentire dal soldato che si trova fuori dalla porta). Sarai costretto a goderti fino in fondo il trionfo del Nuovo Ordine e la distruzione delle menzogne con cui voi ebrei comunisti avete rovinato la nostra nazione.

DIETRICH (con voce sommessa inizia a cantare l’aria“Lasciatemi morire”di Monteverdi) Lasciatemi morire…

 

REINHARD (con tono aspro) Ti stai dando al ripasso musicale, Dietrich. Ciò è penoso. Ma ti regalo ancora tanto tempo per cantare. (Urlando) Caporale!

BUIO

 

Dachau: installazione artistica in ricordo della Shoah

 

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