Ecco il secondo atto dell’opera teatrale scritta da Fabio Songa. Si tratta di un dialogo in due atti fra Reinhard, ufficiale nazista, condannato a morte a Norimberga e Dietrich, intellettuale comunista tedesco, sopravvissuto al Lager di Dachau. L’opera è intercalata ed arricchita da musiche che si possono ascoltare grazie ai link inseriti nel testo. Qui il primo atto. Buona lettura
L’uomo del dovere
“L’uomo del dovere alla fine dovrà compiere il proprio dovere anche nei confronti del diavolo”.
Dietrich Bonhoeffer (1906-1945), teologo impiccato dai nazisti nel lager di Flossemburg
Dramma in due atti di Fabio Songa.
Questo testo è dedicato al mio carissimo amico Renato Sarti, drammaturgo, regista e attore, che tanto mi ha insegnato sul teatro e sull’esercizio della memoria storica
Personaggi:
Reinhard, ufficiale nazista, condannato a morte a Norimberga
Dietrich, intellettuale comunista tedesco, sopravvissuto al Lager di Dachau
ATTO SECONDO

Siamo ancora in Germania, ma in un ufficio del Consiglio diControllo Alleato diBerlino. Dietro una scrivania ci sono la bandiera americana, quella inglese e quella sovietica. Davanti alla scrivania, in piedi, con le spalle agli spettatori, un uomo con un completo grigio di circa quarant’anni guarda il muro, agitando appena le mani incrociate dietro la schiena.
Bussano alla porta.
DIETRICH Avanti!
VOCE FUORI CAMPO C’è qui il prigioniero, capitano!
DIETRICH (con una lieve esitazione, subito repressa) Lo faccia entrare, caporale.
VOCE FUORI CAMPO Occorre altro, capitano?
Entra un uomo in abiti borghesi, visibilmente stanco, ma con un portamento fiero
DIETRICH No, grazie, caporale. Ci lasci soli.
VOCE FUORI CAMPO Signorsì, signor capitano.
DIETRICH Le parti si sono invertite dopo tanti anni, Reinhard. Anni di fuoco e di dolore immenso, per noi e per tutto il mondo.
REINHARD (con voce tagliente) Così sembra, Dietrich. Potevi far almeno lo sforzo di accogliermi con la tua divisa fiammante dell’Armata Rossa; io sono stato più rispettoso nei tuoi confronti, l’ultima volta che ci siamo visti ho indossato per te un’uniforme impeccabile. In fondo,indossi quella divisa per merito mio… Sono stato un sentimentale, forse l’unica volta nella mia vita: non ho potuto sopportare l’idea che tu, il mio unico e vero amico,morissi e, appena possibile, ho inserito il tuo nome nella lista per uno scambio di prigionieri con i sovietici. (con un sorriso ironico) Complimenti vivissimi a me stesso: ho costruito con le mie stesse mani il mio boia.
DIETRICH Tra poco non porterò più la divisa e mi voglio abituare a questa nuova situazione.Sono tornato dopo molti anni in Germania e intendo restare, costi quello che costi. Rientrare nella mia Patria è stata un’impresa terribile e ciò che ho visto mi ha sconvolto nel profondo: macerie su macerie, donne e uomini come spettri. A Berlino abbiamo arrestato soldati di appena dodici anni e altri di quasi settanta, divorati dall’odio e dalla fame, con le loro patetiche divise, che muovevano più alla pietà che al timore. Volevano difendere Hitler con la loro stessa vita.
REINHARD Una resistenza davvero eroica.
DIETRICH No, Reinhard, una tragedia morale infinita… L’umanità al capolinea. Ho sentito raccontare che un addetto ai campi di concentramento aveva dato al proprio cane in nome “Mensch” (uomo) e che si divertiva a sguinzagliarlo contro i deportati gridando: “Mensch, insegui i cani”. La mia coscienza mi chiede di rimanere nella mia patria per contribuire a ricostruirla, dopo questo abominio.
REINHARD (con tono ironico) Mi congratulo con tutto il cuore con te, però non potrò assistere alle meraviglie che tu e i tuoi compagni farete in Germania. Ma tu, anima pura, non hai un minimo di senso di colpa per la mia morte imminente? Anzi, diciamo le cose come stanno: per il mio imminente assassinio a sangue freddo. In fondo, il malefico Reinhard ha salvato la vita del suo amico, mentre il paladino del Bene Dietrich…
DIETRICH Reinhard, sai bene che io non c’entro in alcun modo con la tua condanna. Sei stato processato da un tribunale internazionale, non da un tuo nemico personale.Già nella dichiarazione di Mosca dell’autunno del 1943, il Segretario di Stato americano CordellHull, il Ministro degli Esteri sovietico Molotov e il Ministro della Guerra britannico Eden avevano stabilito che dopo il conflitto i criminali tedeschi sarebbero stati processati da tribunali legittimi per le atrocità che avevano compiuto. Tu hai avuto possibilità di difendertidurante il processo. Non è una differenza da pocorispetto ai metodi nazisti.La Gestapo di Göring, di cui purtroppo hai fatto parte, poteva ordinare l’arresto di chiunque senza processo.Io stesso non ho subito alcun processo e non ho mai visto né un giudice né un avvocato. Hitler nell’ultima seduta del Reichstag, quando i docili deputati gli conferirono il totale controllo dell’attività giurisdizionale, dichiarò: “Non avrò pace fino a quando ogni tedesco non considererà vergognoso essere un uomo di legge”. Con buona pace di secoli di cultura giuridica…
REINHARD (con tono sprezzante) Io non avevo alcun bisogno di avvocati, né desideravo in alcun modo difendermi. Ho compiuto sempre e solo il mio Dovere. Rivendico con convinzione assoluta e anche, se permetti, con gioia TUTTO quel che ho fatto. Non sono come quell’ignobile vigliacco dell’ex Governatore Generale della Polonia, Hans Frank, che durante il processo ha dichiarato che non basteranno mille anni per cancellare le colpe della Germania. Non sono come quelli che hanno fatto finta di non sapere o che hanno confessato i loro peccati pieni di vergogna e tremanti come agnellini. Tutto quello che ho fatto lo rifarei anche adesso, a testa alta, se ne avessi la possibilità…
DIETRICH Devo dirti con tutta onestà che non credo che io avrei mai avuto la forza di condannarti a morte. E,comunque, detesto la pena capitale e mi batterò con tutte le mie forze perché sia abolita, una volta ristabilite la pace e la democrazia in Europa. Ma adesso non potrei comunque, anche se lo volessi, fermare la tua esecuzione: è un processo irreversibile.
REINHARD Ah Dietrich, non pensare che mi stia lamentando o, peggio ancora, che ti stia implorando di salvarmi: avete vinto e ora è giusto che tocchi a voi innalzare le forche. (prosegue con enfasi crescente).Anche voi avete commesso atroci crimini di guerra, ma siete i vincitori e quindi gli eroi del momento. Anche voi avete i vostri dei da placare con i sacrifici umani, anche se lo volete nascondere agli altri e avoi stessi. All’alba morirò per rafforzare la vostra burocrazia imbelle, per lavare le vostre false coscienze di macellai. Avrei preferito davvero morire sotto le bombe a Dresda o nella difesa disperata di Berlino, oppure nei vari campi di battaglia in cui ho combattuto con onore, insieme con centinaia di migliaia di altri tedeschi, piuttosto che subire una farsa di processo come quello di Norimberga… Per di più nella città che ha consacrato per l’eternità il nostro Führer! Dio mio, ho ancora negli occhi le migliaia di fiaccole che incendiavano le notti naziste di Norimberga…
DIETRICH Dio mio, Reinhard. Ma allora per te non c’è redenzione: non c’è proprio nulla che ti possa finalmente far riaprire gli occhi. Ti ho fatto portare da me perché volevo capire se fosse possibile ritrovare in te qualche traccia di ciò che eri… anzi, di ciò che eravamo, ma vedo che la tua anima è definitivamente senza luce e che il tuo cuore è di dura pietra. Non senti in tutta l’Europa il pianto delle madri, le urla dei neonati. Milioni di morti, Reinhard! E per cosa tutto questo? Per il delirio di un pazzo che ha infettato tutta una nazione, che l’ha gonfiata di odio, che l’ha armata e l’ha trasformata in un esercito potentissimo ma senza anima. Io sono convinto che se Hitler all’inizio di un comizio avesse chiesto alla folla adorante: “È vero, come ho sempre affermato, che in Germania piove sempre?”, questa avrebbe risposto come un solo uomo: “Sì, è vero, mio Führer, in Germania piove sempre!”. E se alla fine dello stesso comizio avesse chiesto: “È vero, come ho affermato prima, che il Germania non piove mai?”, questa avrebbe unito le voci in un’unica esclamazione identica esclamazione: “Sì, è vero, mio Führer, in Germania non piove mai!”.
REINHARD Infatti, questa era la straordinaria potenza manipolatoria di Hitler!
DIETRICH (con durezza) Ma Hitler non era un meteorologo! Con la sua straordinaria capacità propagandistica ha reso il popolo tedesco un popolo di assassini: oppositori politici, rom, testimoni di Geova, ma anche malati mentali e disabili fisici sterminati senza pietà. E gli ebrei? Milioni di bambini, di donne e di anziani cancellati per sempre da osceni e oscuri impiegati della morte, pronti a tornare ad accarezzare i loro bambini dopo aver trucidato quelli degli altri… Da quando sono tornato in Germania cerco con tutte le mie forze di capire cos’è successo nel profondo alla mia patria. Ho trovato questa disgustosa preghiera che i giovani della Hitlerjugend recitavano nei loro raduni, prima del pasto serale:
Führer, mio Führer, donatomi da Dio. Proteggi e sostieni a lungo la mia vita.
Tu hai salvato la Germania dalle peggiori sventure.
Ti ringrazio per il mio pane quotidiano.
Rimani a lungo con me, non lasciarmi.
Führer, mio Führer, mia fede, mia luce
Heil, mio Führer.
REINHARD Meravigliosa! Te l’ho già detto nella nostra precedente chiacchierata: il Nazismo è il vero oppio dei popoli…
DIETRICH Io sogno ragazzi educati nella libertà, non indottrinati fin dalla culla. Sogno maestri che, come Socrate, dialoghino con gli alunni e li aiutino a sviluppare liberamente le loro potenzialità…
REINHARD (con ironia tagliente) Molto, molto commovente… Anche il buon Rousseau teorizzava tutto compiaciuto qualcosa del genere, ma poi ha sbattuto i suoi figli all’orfanotrofio…
DIETRICH A proposito di figli… MagdaRietschel, la moglie di Joseph Goebbels, la donna nel 1933 che tenne il primo discorso ufficiale per la “Festa della Mamma”, appena inserita dai nazisti nel calendario delle festività nazionali, prima di suicidarsi con il marito nel bunker di Berlino, ha freddamente e spietatamente ucciso i suoi sei figli…La Germania di Hitlerera un orribile inferno per gli uomini di coscienza, non era la Germania delle nostre speranze di ragazzi. Non era quella di Schiller, di Goethe, di Kant, di Bach e di Beethoven… (con tono deciso) La nostra, anzi, la VOSTRA Germania ha venduto l’anima al diavolo ed ora è precipitata nell’inferno. Sarà molto difficile, ma la ricostruiremo. NOI che non abbiamo accettato il delirio di onnipotenza nazistae che siamo sopravvissuti, NOI insieme con i giovani che cresceranno finalmente nella speranza e non nell’odio!
REINHARD (infiammandosi) Ma che belle parole, chierichetto rosso. Quasi quasi mi commuovo. Sei rimasto un cieco. Forse in buona fede, te lo concedo perché ancora non riesco a non amarti,ma inguaribilmente cieco. Non hai visto gli orrori perpetrati dai tuoi amici?Le bombe sulle case e sulle scuole, gli stupri di massa di donne e ragazzine indifese? E ora? Torneranno gli americani con i loro dollari, gli ebrei con la loro cultura pervertita e le loro trame antitedesche. E la Germania? E il nostro popolo? Noi siamo la razza eletta! Gli dei ci vogliono vincitori, ci vogliono artefici del Nuovo Ordine, non miseri schiavi del dollaro, della sterlina, della stella di Davide e della Falce e del Martello!
DIETRICH (dopo una pausa carica di tensione e con un tono ammorbidito) Io non ho mai fatto politica attiva, fino a quando i nazisti mi hanno arrestato. Sono finito nei campi di concentramento insieme a mezzo milione di oppositori. Ho maturato la mia decisione di aderire al Comunismo sia studiando Filosofia sia vedendo la tragedia che il capitalismo, con il suo spietato dominio dell’uomo sull’uomo, ha causato all’umanità, fino a portarla a quell’orrendo macello che è stata la Grande Guerra. Del resto, Marx non ha mai aderito a un partito e ha sempre rifiutato il concetto stesso di Marxismo. Ora, però, non posso più tirarmi indietro, nonostante abbia visto cose orribili anche in Unione Sovietica, non posso più rifugiarmi tra i miei libri e darò il mio contributo alla nuova Germania e alla nascita di un’Europa dei popoli. Ho capito che la tragedia dell’umanità è legata a teorie orrende, come il razzismo e il nazionalismo. Ho constatato con i miei occhi quali drammatiche conseguenze abbia il fanatismo, che schiaccia la ragione e la coscienza e che si associa al culto della personalità. Come sia deleterio ricercare l’“uomo forte”, l’“uomo della Provvidenza”… Ho capito che non posso fare a meno di lottare contro queste aberrazioni, me lo impone il mio senso del Dovere, anche se dopo tanto orrore vorrei solo ritirarmi in una piccola scuola e insegnare Filosofia ai ragazzi…
REINHARD (in tono beffardo) Che belle parole… Mi manca solo di mettermi ad applaudirti entusiasticamente e di chiederti il bis… chiudiamo qui il nostro patetico incontro, non abbiamo davvero più niente da dirci.
DIETRICH Voglio dirti ancora un’ultima cosa, che per me è molto importante… Dall’ultima volta che ci siamo visti, Reinhard, un sogno ricorrente ha tormentato le mie notti, sia nel campo di concentramento, sia al fronte: siamo io e te ancora ragazzi e ci stiamo sfidandoin uno strano e complicato gioco che non riesco a comprendere. Improvvisamente, nella stanza, che non è la mia né è la tua di allora, compaiono contemporaneamente mio padre e tuo zio, da due porte opposte: hanno i volti distorti da una rabbia profonda e, per noi, incomprensibile. Tuo zio ti afferra per le spalle e, strattonandoti, ti allontana da me, mentre mio padre fa lo stesso con me. Noi ci guardiamo increduli e sui nostri volti scorrono lacrime brucianti. Mentre ci allontanano l’uno dall’altro ci chiamiamo dolcemente e disperatamente per nome, poi scende una tenebra sudata…
REINHARD (con voce tagliente e mimando un applauso) Ma che meravigliosa storia, davveropoetica e commovente… peccato che però non ci sarà il lieto fine. E peccato soprattutto che sia morto il tuo amico Freud, perché avresti potuto consultarlo e chissà quali belle teorie avrebbe formulato sulla figura di tuo padre e su quella di mio zio. E sulla necessità della loro uccisione da parte nostra. Il figlio deve uccidere il padre per crescere… nel mio caso, però si tratta di uno zio, visto che non ho mai conosciuto i miei genitori… Ora che non ci siamo più noi nazisti, chissà quanti psicanalisti, truffatori per ricchideviati, torneranno a infettare la Germania. Con tutto quello che abbiamo fatto, a partire dall’Università di Vienna, per distruggere la loro schiera petulante…
DIETRICH Dio mio, Dietrich. Ora che ti ho ritrovato vedo con orrore che sei sprofondato perdutamente in un abisso di tenebre; adesso sembri addirittura credere alle ASSURDITÀ, così tu le chiamavi allora, del Nazismo. Il tuo distorto senso del Dovere ti ha divorato l’anima. Non c’è più neanche un minimo barlume di quello che eri! Sei un grumo di folle odio! Ti ho cercato sperando di trovare in te una nuova luce, ma vedo solamente una cieca oscurità.
REINHARD (con tono irato e beffardo) Ma guarda un po’ se anche poche ore prima di morire mi tocca sentire una predica. E da un prete rosso! In tutta onestà, però, Dietrichdevo dirti che continuo a pensare che quelle del Nazismo fossero totali assurdità, favolette per il popolo, ma che fossero anche strumenti poderosi che si sarebbero potuti utilizzare per l’avvento del Superuomo, per poi gettarli come inutile ciarpame. Ma ora che il mio destino è la morte imminente voglio incarnare fino in fondo il finto gerarca che ero e indosserò la mia maschera tragica fino alla morte…
Come hai visto, sono rimasto al mio posto ad aspettare i nemici, non ho fatto come quel vigliacco del sindaco di Lipsia che, mentre gli americani si avvicinavano alla città, si è ucciso con tutta la famiglia per sottrarsi alle proprie responsabilità.
DIETRICH(con tono ironico)Anche Hitler ha condannato questo atto del Sindaco di Lipsia come dimostrazione di codardia… peccato che poco dopo, con straordinaria coerenza, si sia suicidato per non essere catturato vivo dai sovietici!
REINHARDTi ripeto il giuramento di fedeltà al Führer che ho imparato a memoria: “Identifico il mio destino con il vostro, nella buona e nella cattiva sorte; vi dedico me stesso nel bene e nel male, fino alla morte”. Heil Hitler!
DIETRICH È davvero mostruoso quello che sei diventato. Io cercherò sempre di ricordare di te il bambino simpatico, il ragazzo intelligente, lo studioso acuto e soprattutto il vero amico che sei stato per me per tanti anni. Cercherò di cancellare dalla mia mente la maschera grottesca che hai deciso di portare fino alla fine. Il ballo macabro del Nazismo è finito, i suoi gerarchi, che si sono arricchiti in modo ignobile in pochi anni e che hanno vissuto nel lusso e nello spreco mentre il popolo soffriva per la fame e per le privazioni, sono stati finalmente spazzati via… forse per una volta il Bene è riuscito davvero a sconfiggere il Male.
REINHARD (sempre più beffardo) Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male.Mi sembra di capire che non hai dimenticato San Paolo…. La Lettera ai Romani, se ricordo bene. E dimmi un po’, domani voi cosa farete, mi impiccherete amorevolmente? Mi farete confessare e mi darete la Comunione la Cresima e l’Estrema Unzione tutte insieme? Ma io sono consapevole che questa è la guerra: chi vince distrugge il vinto. Àla guerrecommeà la guerre! Anzi, diciamolo nella nostra bella lingua “Im KriegwieimKrieg!”. Non coprite questa banale verità con paroloni vuoti. La Democrazia, la Pace, il Bene. Se la situazione me lo consentisse, morirei dal ridere. Noi sì che avevamo la Causa. La Patria, la Germania, l’Uomo! Voi avete la morale degli schiavi. E Spartaco questa volta crocifigge il suo signore! Dio mio, che orrore senza fine!
DIETRICH Ora però è tutto finito, Reinhard, e la Storia, spazzandovi via, ha dato finalmente ragione a noi. Ma quante macerie nelle città e nelle anime. Addio per sempre, amico mio. Se esiste un aldilà, non ci incontreremo più neanche lì.
Due soldati prendono a braccetto Reinhard, che viene accompagnato fuori dalla stanza. Mentre sta per varcare la soglia si rivolge per l’ultima voltaa Dietrich
REINHARD Ti sbagli, Dietrich, sei proprio un ingenuo: non è tutto finito… questa è solo… è solo… una tregua. Torneremo con vesti nuove in ogni parte del mondo.
Si allontana intonando con foga provocatoria la cantata. Vieni, o morte, sorella del sonno, vieni e portami lontano,mentre Dietrich, impietrito, accenna all’inizio dell’aria. Lasciatemi morire di Monteverdi.
DIETRICH (accasciandosi sulla sedia) Aveva ragione Dietrich Bonhoeffer: “L’uomo del dovere alla fine dovrà compiere il proprio dovere anche nei confronti del diavolo”.
Se Hitler era il diavolo, Reinhardha compiuto il proprio distorto dovere fino in fondo… (dopo una breve pausa) ma,attenendosi strettamente al dovere, si rischia di non agire sotto la propria responsabilità, che è la sola maniera per colpire in pieno il male e per superarlo. Io ho volutoadempiere il mio compito morale rispettando in pieno la mia coscienzae perciò ho dovuto affrontareil diavolo nelle sembianze di un fratello…
(dopo una lunga, sofferta pausa). Però… per quanto paradossale possa sembrare,credo che la grottesca uscita di scena di Reinhardsia statanient’altro che l’estrema dimostrazione della sua indistruttibile amicizia nei miei confronti;potrebbe aver deciso di indossare fino all’ultimo la maschera tragica della finzione allo scopo di rendere più tollerabile per me la sua morte…
Dietrich si prende il viso tra le mani e inizia a piangere sconsolatamente. In sottofondo, in crescendo,l’aria “Erbarme Dich, MeinGott” della “Passione secondo Matteo” di Bach
BUIO