di Fabrizio Annaro
Una delle più famose commedie di Luigi Pirandello giunge a Monza grazie al Teatro Villoresi. Sabato 25 gennaio e domenica 26 il Teatro dei Barnabiti ha ospitato la compagnia teatrale “I due della città del sole” che ha proposto “L’uomo, la bestia e la virtù“ testo firmato dal drammaturgo siciliano e pubblicato nel settembre 1919. Malgrado siano trascorsi cent’anni, il testo di Pirandello riesce ad esprimere contenuti decisamente attuali.
Il tema è uno dei più cari a Pirandello: la maschera che ognuno di noi indossa per apparire rispettabile ed accettabile agli altr
Tre le maschere coinvolte in questa commedia: il professor Paolino, protagonista della pièce teatrale, dovrebbe rappresentare l’uomo stimato, ma nasconde una relazione con la signora Perella, mamma di un suo alunno, una donna che ostenta con pudica alterigia la propria virtù. Ma avviene l’irreparabile: trascurata dal marito perennemente assente, la donna, a seguito di una fugace relazione con il professore, rimane incinta.
Allarmato dal possibile scandalo, Paolino escogiterà un piano diabolico allo scopo di difendere a tutti costi la propria reputazione. Convincerà la sua amante ad avere un rapporto col marito, in modo da scongiurare qualsiasi dubbio sulla paternità della gravidanza. Ma il marito, capitano di marina che simboleggia la bestia, scontroso e per giunta bigamo, sembra far di tutto per respingere la moglie. In occasione di uno dei suoi rari ritorni a casa, al capitano verrà somministrato un potente afrodisiaco perchè, si sa, il fine giustifica i mezzi.
La commedia Pirandelliana, a tratti comica e a tratti drammatica, e il cast di validissimi attori (tra i quali spicca Giorgio Colangeli) guidati dalla regia di Giancarlo Nicoletti, riescono a prenderci per mano e condurci nello spirito pirandelliano. Alla fine tutti gli equilibri rimangano apparentemente inalterati, ma il professore si renderà conto di aver riconsegnato nelle braccia del marito la donna che pensava di amare e di essere lui quella bestia che poco prima vedeva nell’altro.
E’ l’apparire il tema principale della commedia. La difesa della propria immagine è per l’uomo moderno il fulcro della propria identità. La reputazione è prima di ogni cosa e scavalca qualsiasi esigenza di autenticità e di verità. Una cultura quanto mai attuale e che sembra dominare il modo di vivere nella nostra epoca.
Pirandello con la consueta genialità, semplicità e con un pizzico di profezia ci interroga, dopo più di 100 anni, sulla maschera che quotidianamente indossiamo, spesso inconsapevolmente. Una maschera che non sempre ci accorgiamo di possedere, che difendiamo tenacemente sino a farci trascinare in un vortice di menzogne e bestialità.
La stagione teatrale del Villoresi ritorna a fine febbraio. Sabato 29 e domenica 1 marzo sarà in scena “Sul lago dorato” testo di Ernest Thompson adattato da Mario Scaletta. Fra gli attori Gianfranco D’Angelo, Fiordaliso, Corinne Clery. Regia di Diego Ruiz.
Da non perdere è invece, lo spettacolo voluto dai Padri Barnabiti in occasione della Giornata della Memoria. Domenica 2 febbraio concerto musicale d’eccezione. Saranno proposte le musiche scritte dei deportati nei campi di concentramento. Al pianoforte Francesco Lotoro, Anna Maria Stella Pansini, soprano e voce narrante Angelo De Leonardis.
Per maggiori info teatrovilloresi
Monza, 26 gennaio 2020