Mamme sempre, anche in carcere

carcere 2Perché quando sei in cella con tuo figlio non devi pensare dove sei …

Sapete che in cella, in un carcere, si possono trovare dei bambini? Ebbene si… molti restano tutt’ora esterrefatti di fronte a questa mia affermazione. Molti, oggi, non sanno ancora che in carcere ci sono dei bambini, innocenti, rinchiusi in cella per pagare un errore della loro mamma. Perché i bambini, secondo la normativa, hanno il diritto di stare accanto alla propria mamma, sempre. Diritto di crescere in una cella fredda e grigia da condividere insieme ad altre mamme ed altri bambini. Quando poi compiono tre anni, sei secondo la nuova legge, possono uscire. E’ a questo punto che si avvera, spesso, il dramma.

Perché se fino a ieri il bimbo aveva il diritto di stare accanto alla propria mamma, oggi questo diritto si tramuta nella necessità di doverlo affidare ad una comunità, alla tutela dei servizi sociali, figlio di una madre snaturata che si è fatta rinchiudere in carcere ed ora non ha più diritti nei confronti del figlio. Solo perché il figlio ha compiuto l’età prevista dalla legge per vivere lontano dalla madre; solo perché probabilmente quel bambino non ha un padre, una nonna, qualcuno che possa prendersi cura di lui.

A Milano esiste l’ICAM, Istituto di Custodia Attenuata per Madri detenute. Qui l’ambiente è realizzato a misura di bambino, per quanto sia comunque un carcere. Le finestre non hanno le sbarre o sono nascoste da fiori; i muri sono colorati e gioiosi; non vi sono celle chiuse, ma grandi stanze in cui convivere, giocare, divertirsi. Un carcere che diviene una sorta di casa famiglia. E non è un ossimoro, come può sembrare. Niente sbarre, ma pur sempre carcere con regole ferree, ambiente non adatto ad un bambino.

Il terzo settore, le associazioni di volontariato, le onlus, le comunità per mamma e bambino, possono fare molto per limitare il danno e aiutare il corretto sviluppo psicofisico di un bambino.

Ad esempio possono accogliere madre e figlio, in modo da far scontare la pena in misura alternativa alla donna che altrimenti vedrebbe strapparsi dalle braccia il proprio bambino.

etichetta bimbi

Questo è ciò che è accaduto a Youssef, uno dei protagonisti del mio libro. Youssef: il bambino che ha festeggiato il suo primo compleanno in una cella del carcere Al Bassone di Como e che ha mosso, invece, i suoi primi passi fuori dal carcere per correre tra le mie braccia; il bambino che ha festeggiato il suo secondo compleanno con volontari, operatori,  regali e dolci in un appartamento di una Organizzazione di Volontariato  di Milano che ha accolto lui e sua madre grazie al progetto “Mamma, sempre e ovunque”. Perché mamma lo si è sempre, anche in carcere.

Jenny Rizzo

 

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