Manoel de Oliveira, maestro del cinema portoghese e non solo

oliveira1di Mattia Gelosa

Si è spento il 2 aprile, il maestro del cinema, nonché maggior autore portoghese, Manoel de Oliveira, che aveva alle spalle ben 106 anni e più di 50 film.

De Oliveira, sebbene poco noto al grande pubblico, viene considerato uno dei grandi registi della storia del cinema e di sicuro uno degli autori più instancabili: nonostante la sua età e un’immensa filmografia alle spalle, nel 2012 aveva presentato il film Gebo e l’ombra e si parlava anche di un suo nuovo lavoro in corso.

I temi che ha trattato nelle sue opere sono svariati, ma spicca una incessante analisi dell’essere umano nelle sue sfaccettature e una grande passione per la letteratura e il teatro, che si mescolano e ispirano moltissime sue pellicole: ne La Divina Commedia (1991) osserviamo la vita dei pazienti di un manicomio che si credono o santi o grandi letterati, I cannibali (1981) è un film cantato come fosse un’opera, Francisca (1981) è una vicenda d’amore nel Portogallo borghese del XIX secolo e così via.

Menzione speciale va per lo splendido Ritorno a casa (2001), storia di un attore di teatro che scopre dopo la sua esibizione di aver perso moglie, figlia e genero a causa di un incidente d’auto e che prova così a ricominciare a vivere nonostante la sua età avanzata: un film potente dove cinema e teatro si mescolano alla perfezione e nel quale il grande Michel Piccoli dà una delle sue interpretazioni migliori. Presentato al 54° Festival di Cannes, è uno dei suoi lavori più noti.oliveira

Vincitore di numerosissimi premi e onoreficenze ai festival di tutto il mondo, ottenne in particolare un doppio Leone d’oro alla carriera alle Mostre del Cinema di Venezia del 1985 e 2004, una Palma d’oro alla carriera al Festival di Cannes del 2008 e un Premio della Giuria al Festival di Cannes del 1999 per il film La lettera, ispirato al romanzo La principessa di Cleves di Madame de la Fayette.

 

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