Marcel Marceau, emozionare senza le parole

marcel_marceau-1971Il mio mestiere è non parlare

Così diceva Marcel Marceau, il celebre mimo francese morto a Cahors il 22 settembre 2007 all’età di 84 anni e sepolto al Père Lachaise di Parigi.

Nato a Strasburgo nel 1923, di famiglia ebraica, costretto a cambiare cognome (si chiamava Marcel Mangel) quando la Francia fu occupata dai nazisti, fu iniziato all’arte del mimo a Parigi, da Etienne Decroux, e mantenne sempre tra i propri punti di riferimento artistici grandi della comicità del calibro dei fratelli Marx, Buster Keaton e Charlie Chaplin.

Fondatore della ‘Compagnia del mimo Marcel Marceau’, inventore di quella Moonwalk resa celebre da Michael Jackson, negli anni Cinquanta divenne popolare negli Stati Uniti, quindi nel mondo, soprattutto grazie alle sue apparizioni in televisione e al cinema, nei film First Class (dove interpretò ben diciassette ruoli), ShanksBarbarellaSilent Movie. In quest’ultimo film, noto in Italia come L’ultima follia di Mel Brooks, recitò l’unica parte parlata della sua carriera d’attore: nei panni di sé stesso, pronunciò un’unica parola, “No”. Al di là della ‘scelta’ del silenzio totale sul palcoscenico, in realtà Marceau conosceva e parlava molte lingue e visitò in tournée moltissimi Paesi, girando cinque continenti.

marcel_marceau-1974Scrisse diversi libri, tra i quali La ballata di Parigi e del mondo, fondò una scuola di mimo a Parigi e in seguito la Marceau Foundation negli Stati Uniti, con l’intento di promuovere nel mondo l’arte della pantomima. Tra i numerosi riconoscimenti ottenuti spiccano alcune lauree ad honorem di prestigiose università americane, la Legion d’Onore e il titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito dello Stato Francese.

Il suo personaggio più famoso, un vero e proprio alter ego, fu Bip, il malinconico clown col fiore rosso appassito sul cappello, apparso per la prima volta nel 1947 e protagonista di oltre quaranta pantomime, da Bip dans une soirée mondaineBip dans le metro. Una sorta di incrocio tra Pierrot e il vagabondo di Charlie Chaplin, Bip è una figura fragile, stralunata e poetica, dotata di una grazia di altri tempi. Questa almeno è la sensazione che si prova a rivedere oggi i video con le sue performance, mute eppure eloquentissime, in grado di suscitare emozioni, tenerezza e risate, con una semplice espressione del viso, con un cenno, con un movimento.

Senza bisogno di effetti speciali, costumi sorprendenti, scenografie meravigliose. Senza nemmeno dire una parola. Perché a volte, per far ridere o piangere, basta un semplice gesto.

Francesca Radaelli

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