Mi girano le ruote

gli scarroz2Mi girano le ruote” è lo spettacolo teatrale che è stato messo in scena lo scorso 25 febbraio al Teatro Giglio di Inzago, dal gruppo “Gli scarrozzati” composto da Valerio Compiani, Stefan Kovatchki, Antonino Messina, Davide La Ficara, Giada Mulazzani, Salvina Candarella, Simone Colaizzi, Ernesto Vismara, Flavio Capra, Cristina Zangone, Paolo De Gregorio e Claudio Batta. E’ una compagnia creata da un gruppo di ospiti del Centro Simona Sorge della Sacra Famiglia. Abbiamo raccolto  le loro impressioni qualche giorno dopo lo spettacolo. Eccole

Cosa si prova a stare sul palco?

Davide – Abbiamo superato un imbarazzo e una timidezza iniziale inevitabili. Con i riflettori puntati su di noi il pubblico non si vede e così sembra di parlare al vuoto. Ci sono stati anche momenti in cui abbiamo fatto piccoli errori ma forse nessuno se n’è accorto

Tonino – Non era la prima volta che stavo sul palco, ma comunque l’emozione c’è sempre. Stare dietro le quinte in attesa crea un po’ di tensione.

Valerio – Era la prima volta per me, è stata un’emozione fortissima che è stato bello condividere con il pubblico presente. Belle sensazioni mai provate prima.

Simone – Almeno una volta ci dovevo provare, e così mi sono messo in gioco, chi l’avrebbe detto che un giorno avrei recitato sul palco di un teatro, tra l’altro gremito all’inverosimile? Eppure l’ho fatto, anzi l’abbiamo fatto, senza immaginare un successo finale così netto ed emozionante.

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Come ti sei sentito?

Davide – Tutto sommato rilassato, unica perplessità o momento di tensione era quando bisognava entrare con la battuta. Comunque abbiamo provato per mesi ed eravamo preparati anche se un conto è provare nel nostro ambiente, un conto era  sul palco. Nel mio caso io non facevo me stesso, ma avevo una parte un po’ imprevedibile e il pubblico se n’è accorto.

Tonino – Per me che ho indossato la divisa per tanti anni, è stata un’emozione rimetterla. Poi nella recitazione sono andato quasi in modo meccanico, certo bisogna fare attenzione ai tempi, ma le battute degli altri aiutano a far partire la tua.

Valerio- All’inizio avevo un po’ di imbarazzo, poi l’applauso del pubblico e la consapevolezza di avere tanti amici presenti mi ha dato la spinta per andare avanti. Un’esperienza sicuramente da ripetere.

Flavio –  Mi sono emozionato e ad un certo punto mi sono anche bloccato, tutto quel pubblico mi ha turbato. Comunque ho provato una grande emozione ed ero felice che alla serata  non ci fossero solo le persone a me vicine, ma anche amici che non vedevo da tempo. Non vedo l’ora di vedere le foto di mio fratello e anche di fare il bis.gli scarroz4

Questa esperienza è un punto di partenza o il raggiungimento di un traguardo?

Tonino – Entrambe le cose: io mi auguro che non ci fermeremo qua, che questa esperienza sarà la prima di una serie. E’ stata un’esperienza che mi ha dato una grande consapevolezza.

Davide – E’ una crescita ulteriore, anche se è difficile e complicato stare in carrozzina, è una cosa che si può fare se si è disposti ad accettare il limiti pratici che lo stare in carrozzina ti impone.

Valerio- E’ solo l’inizio di qualcosa e ci piacerebbe proseguire.

Avete avuto la sensazione di aver trasmesso qualcosa di voi al pubblico?

Tonino – Il pubblico era assolutamente partecipativo, sentivamo forte la sua presenza anche se non li vedevamo durante lo spettacolo. Poi alla fine si è illuminato il proscenio ed è stato un tripudio, qualcosa che ti toglie il fiato, ti lascia senza parole. E in quel momento pensi  che sei riuscito a dare qualcosa.

Davide – Forse il pubblico si aspettava dieci disabili che si piangevano addosso e invece la disabilità non ha influito, e, tranne nel mio caso, ognuno recitava se stesso. Alla fine della performance c’è stato un applauso scrosciante. Il pubblico si è alzato in piedi.

Simone – Trovarsi sul palco davanti a più di quattrocento persone che ti applaudono con gli occhi estasiati dopo che hanno  riso per tutta la serata, è stata una soddisfazione indescrivibile.

gli scarrozAnche Luisa, una volontaria che viene spesso al nostro centro, ha commentato così: “Ho avuto la sensazione che non ci fossero ragazzi in carrozzina a recitare, ma ragazzi e ragazze e basta, le carrozzine non c’erano più. C’erano dei protagonisti sul palco, degli attori che recitavano”.

Paolo, educatore del Centro, ma anche coordinatore ed interprete della commedia, ha commentato così:   “Mi sono commosso di più in quella occasione che al Teatro Manzoni a Monza, di  fronte ad 800 persone. Non chiedetemi perché, è stato così”.

Salvina, la nostra redattrice che scrive con il movimento oculare da detto: “Una bella emozione preparare uno spettacolo teatrale e vedere i miei compagni impegnarsi così tanto per imparare le battute, le posizioni, le entrate e le uscite dal palco. Se eravamo stati tranquilli fino la giorno prima, il giorno del debutto eravamo agitatissimi. Anch’ io, che in pratica non ho fatto niente, ero emozionata nel sapere che avrei avuto addosso gli occhi della mia famiglia, dei miei amici  e anche quelli di tutto il teatro che sapevo strapieno. Ma il momento che mi ha  emozionato maggiormente è stato quello dei saluti al pubblico: ci hanno applauditi tutti in piedi , tutti lì per noi. Abbiamo ottenuto più di ciò che ci aspettavamo, un vero trionfo. Che brividi stare li sul palco con tutte quelle persone che ci guardavano! Adrenalina a mille.”

La Redazione di Inzago

Foto di Luca Rossato

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Il Gruppo “Gli scarrozzati” al completo

 

 

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