Michelangelo e le sue Pietà a Milano

di Costanza Tannaro

Pietà Vaticana, Pietà Bandini, Pietà Rondanini.  Tre magistrali sculture di Michelangelo Buonarroti.

La prima la realizza appena ventenne, le altre due ormai uomo  e artista maturo: sono la rappresentazione stessa del suo tormento. “La pietà non come compianto – scrive Giulio Carlo Argan – ma come presentazione del mondo  affinché si vergogni delle sue colpe, del corpo del Cristo morto”.

Sono calchi quelli esposti nella milanese Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, copie straordinarie inserite in un eloquente contesto distrutto dalle bombe alleate e ricostruita ricordando i danni subiti dalla guerra.

Fino all’8 gennaio, con entrata libera, le tre copie michelangiolesche  in questo contesto racconteranno la loro storia e quella del Buonarroti nel suggestivo allestimento  firmato da Massimo Chimenti, già autore delle video installazioni al Castello Sforzesco per la mostra dedicata a Leonardo Da Vinci a Milano.

Tre lunghi teli bianchi  fanno da sfondo alle Pietà amplificandone la forte valenza estetica e il senso religioso evocato dallo scultore in tre diverse fasi della sua vita.

Il calco della Pietà di San Pietro della Città del Vaticano fu realizzato nel 1975 all’interno del Laboratorio Calchi e Gessi dei Musei Vaticani da Ulderico Grispigni; l’occasione della sua realizzazione giunse in un momento drammatico per la Pietà ovvero l’atto vandalico del 1972 ai danni della scultura, che resero necessaria la preparazione di un nuovo calco.

Il calco della Pietà di Santa Maria del Fiore a Firenze, detta Pietà Bandini, conservato nella collezione della Gipsoteca fiorentina dell’Istituto d’Arte di Porta Romana, risale al 1882 circa e si deve al formatore fiorentino Oronzo Lelli.

Michelangelo – Pietà Rondanini

Il calco della Pietà Rondanini fu commissionato nel 1953 al formatore milanese Cesare Gariboldi, allo scopo di determinare al meglio e in totale sicurezza, durante le prove di allestimento della statua in marmo, l’ubicazione ideale per la scultura, conservata dal 1952 nel Castello Sforzesco. Oggi esposto in mostra dopo una accurata pulitura, è conservato nei depositi del Museo d’Arte Antica.

In occasione dell’esposizione è stata promossa un’attenta ricerca documentaria e iconografica sulle tre Pietà, finalizzata a creare un racconto visivo in grado di presentare episodi della storia recente che hanno avuto per protagoniste le sculture michelangiolesche: restauri, allestimenti e trasferimenti immortalati da vive testimonianze come scatti e filmati d’epoca, provenienti da importanti archivi e fototeche italiane che hanno collaborato al progetto.

 

 

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