Michelangelo genio del Rinascimento

Michelangelodi Daniela Annaro
Brusco, scontroso, sospettoso, solitario, ma geniale, appassionato, generoso. Michelangelo Buonarroti nasce il 6 marzo 1475 a Caprese, in Val Tiberina, da una nobile famiglia  di Firenze. Il padre Ludovico  era lì in qualità di Podestà, anche se versava in cattive condizioni economiche.

Michelangelo avrebbe dovuto occuparsi di Lettere, ma la sua ostinazione e il suo amore per il disegno convincono anche il suo babbo.

Va  a bottega dai Ghirlandaio, un “atelier” d’eccellenza. L’apprendistato  inizia a  dodici anni, viene pagato 25 fiorini d’oro per tre anni. E’ il passaggio al ” Giardino di San Marco”, accademia sostenuta da Lorenzo il Magnifico a fare da spartiacque.

Il Giardino è un centro di formazione culturale, un luogo dove Michelangelo ha modo di ammirare la collezione di sculture della classicità romana, un luogo che gli consente

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Ignudo

di frequentare le menti più raffinate del tempo: Pico della Mirandola, Agnolo Poliziano,il filosofo Marsilio Ficino, ma soprattutto  gli consente di conoscere figli e nipoti dei Medici, suoi coetanei. Piero, Giuliano- futuro papa Leone X – e Giulio che  sul soglio di Pietro prenderà il nome di Clemente VII.

A Firenze, la sua città, inizia  la sua sfolgorante ascesa segnata da capacità e originalità straordinarie.
Con la morte di Lorenzo e la prima sconfitta dei Medici, il Buonarroti va a Bologna. Un anno di passaggio che prelude  al primo, importante viaggio verso Roma.

E’ qui che tutta la potenza della sua arte incomincia a prendere definitivamente corpo.I committenti sono ecclesiastici. A ventidue anni  scolpisce la PIETA’ in marmo di Carrara, ora in San Pietro.

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David
 
Di se’ dirà che, essendo stato a balia da una figlia e moglie di scalpellini. aveva bevuto “latte impastato con la polvere di marmo”, proprio per spiegare che fra tutte le arti  privilegia la scultura.
 
Ne dà ulteriore prova con il gigantesco DAVID, soggetto rivoluzionario anche per l’iconografia. Un’opera che diventa subito simbolo di Firenze, collocata in piazza della Signoria (oggi è all’Accademia, in piazza c’e’ una copia).
Siamo nel 1501, rimane  nella sua città fino al 1505 quando, con entusiasmo, accoglie l’invito di Papa Giulio II  per  realizzare il  monumento funebre che peraltro non si farà e che sarà motivo di scontro con il Pontefice. Si riappacificherà a forza con Giulio II e ciò avviene  nel  1508 quando firma il contratto per la decorazione della volta della Cappella Sistina. Un progetto grandioso dove dimostra tutta la sua forza e fierezza,  opera centrale e riconosciuta in tutto il mondo come massimo esempio di pittura rinascimentale.
 
Michelangelo dipinge figure gigantesche a venti metri di altezza: Profeti, Sibille, Ignudi intorno alle nove storie della GENESI.
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La Sibilla Delfica -dettaglio
E pensare che quando riceve l’incarico dice al Pontefice che lui si sente più scultore che pittore!
 
Ma il Buonarroti non è solo scultore e pittore è anche architetto e poeta e la Roma dei Papi lo sa benissimo tanto che nel 1536, a 61 anni ,torna in Cappella Sistina  e per altri 5 anni lavora al GIUDIZIO UNIVERSALE, sconvolgendo nuovamente i canoni tradizionali della rappresentazione.
 
Un affresco di eccezionale potenza, una visione del genere umano e del suo destino eternamente crudo e veritiero. Chiamano ancora lui per rimettere mano alla Basilica di San Pietro.
 
La progetta nel rispetto dell’impianto bramantesco, ma la immagina come un gigantesco organismo che termina nella CUPOLA, la più grande e affascinate dell’architettura della Cristianità.
Muore a Roma nel 1564,  a quasi novant’anni.
 
 
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