Corso Venezia: la Milano chic cammina rumorosa sui marciapiedi, mentre l’hotel cinque stelle Sheraton troneggia sulla linea dell’orizzonte.
Eppure per moltissimi l’albergo superlusso della zona è un altro e precisamente sta su viale Piave, una strada, ma anche una realtà davvero parallela. Già, perché al civico numero 2 dove risponde l’Opera San Francesco per i Poveri (Osf), ogni giorno a partire dalle 11,30 e di sera dalle ore 18 suonano in oltre mille per un pranzo completo.
Ieri sera a far la fila per la cena fuori dall’Opera erano in 1198: ecco perché quando si parla di certi numeri servono badge magnetici, coordinatori, cuochi assunti e un buon numero di volontari. Ma ormai l’Osf – fondata dal nulla dal mitico fra Cecilio nel secondo dopoguerra e all’inizio ben più spartana – è una macchina ben oliata.
Pensate che l’anno scorso l’Opera ha distribuito oltre 800 mila pasti caldi e ha garantito alla gente di strada più di 60 mila docce (il secondo servizio e fiore all’occhiello dei cappuccini milanesi).
E a bussare non sono solo stranieri (africani, indiani, pakistani, cinesi, rom e ucraini) ma anche italiani in cravatta e camicia stirata.
Nella Milano dell’Expo – sembra impossbile, ma è la realtà – tanta gente ha ancora fame.
Ilaria Beretta