di Fabrizio Annaro
“Hanno trasformato un oggetto semplice, povero, in qualcosa di grande. Mi piace perché è senza fronzoli ed è misera come la nostra sofferenza”. Lo ha confidato la mamma di una giovane che da tanti anni si trova in stato vegetativo ed è ospite di SLAncio, la casa che accoglie malati di SLA e persone affette da patologie neurologiche complesse. Ed è proprio sull’ingresso di SLAncio che si trova La Porta del Dialogo, l’opera artistica di Enzo Biffi. Sabato scorso, 11 giugno, in coincidenza con il giubileo dei disabili, Padre Piero, il cappellano della Residenza San Pietro e di SLAncio, dopo la Messa, ha portato tutti gli anziani e i malati davanti alla Porta, l’ha benedetta e ha invitato i presenti a varcarla ricordando che per gli infermi i malati e i carcerati ogni Porta può diventare santa e aprirsi alla Misericordia.
Se fosse rimasto qualche dubbio, credo sia chiaro che La Porta non appartiene più al suo autore e neppure al Dialogo che la “diffonde” ed è un segno destinato a parlare alla coscienza di ciascuno. L’Arte non è solo bellezza da museo è anche relazione sociale, consolazione, speranza. Sabato c’erano tante persone, tanta sofferenza, tante carrozzine, ma anche tanto affetto, comunione, speranza, carezze e … La Porta, lì pronta ad accogliere i sentimenti di ciascuno.
L’opera rimarrà a SLAncio sino al 29 giugno. Poi l’itinerario riprenderà a settembre destinazione Confartigianato, Arengario. Ottobre al PIME e a novembre Seregno. Precedentemente l’opera è stata esposta a Lissone Spazio Radice 33, Museo del Design, Villa Reale e Carcere di Monza.
Fabrizio Annaro