Enrico Mattei, l’uomo che osò sfidare i poteri forti

Matteidi Laurenzo Ticca

27 ottobre 1962. Sono le 18.45.  Milano e’ sotto un nubifragio.  Un bimotore, nome in codice India Alfa Papa,  in avvicinamento a Linate, ha appena imboccato il sentiero di discesa.  Le comunicazioni con la torre di controllo  sono di routine. Non ci sono problemi insomma.  Improvvisamente la traccia di India Alfa Papa scompare dai radar .  Nello schianto perdono  la vita il pilota e i due passeggeri, un giornalista americano e  il presidente dell’Eni Enrico Mattei.  Ciò che resta dei corpi sarà rinvenuto tra i rottami del velivolo nelle campagne di  Bascapè (Pavia).  Incidente o sabotaggio ?

Si chiuse cosi  l’avventura umana  del fondatore dell’Eni . Antifascista, partigiano bianco durante la lotta di liberazione, vicino alla Dc nell’immediato dopoguerra.  Commissario liquidatore dell’Agip convinse De Gasperi  che lasciare ai privati la politica energetica sarebbe stato un errore. Enrico Mattei era convinto che la mano pubblica  avrebbe garantito all’Italia autonomia e indipendenza in un settore fondamentale per lo sviluppo del paese.  Un progetto ambizioso  destinato a suscitare l’ostilità di quelli che oggi chiameremmo poteri forti. Interni e internazionali.

Determinato, spregiudicato, capace di superare le resistenze politiche comprandone il consenso,  Mattei é uomo dalle grandi visioni.  Non lascia nulla d’intentato per  realizzare il  suo sogno.

L’Eni scava pozzi, estrae greggio ma soprattutto cerca, nel mondo, occasioni di crescita e di sviluppo.settesorelle

Un attivismo  che non piace a settori politici e finanziari e, soprattutto,  non piace al cartello dei giganti del petrolio ( le Sette  sorelle, come lui stesso le definisce) che stabiliscono le regole del gioco, senza tollerare intrusioni. Non piace il protagonismo a tutto campo di Mattei .  Nel pieno della guerra fredda, della divisone in blocchi e in aree di influenza,  stringe accordi con un vasto fronte anticoloniale, con l’Egitto di Nasser , l’Iran di Mossadeq , il Marocco , il Sudan , la Nigeria. Non solo.  Nel 1960 firma un contratto con l’Unione sovietica per l’acquisto di greggio.

Sostiene la resistenza algerina contro il colonialismo francese per insidiarne il primato negli enormi giacimenti sahariani.  E’ troppo. Gli avvertimenti non mancano. Prima il sabotaggio del suo aereo ( nel 1961)  poi una condanna a morte decretata dall’Oas  (l’organizzazione terroristica francese contraria alla indipendenza di Algeri ) .

Fino  a quella notte di pioggia del  27 ottobre 1962.

L’inchiesta riaperta nel 95 si concluse nel 2003 . La procura di Pavia stabilì che  l’aereo quella notte venne  “dolosamente abbattuto” (probabilmente con una carica di tritolo esplosa durante l’apertura del carrello) .  Quanto a mandanti ed esecutori impossibile identificarli . Fascicolo archiviato.

 

Tratto dal film Il caso Mattei con Gianmaria Volonté

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