di Francesca Radaelli
Un fulmine colpisce la palla dorata sulla cupola del Duomo di Firenze. È l’8 aprile del 1492, il giorno della morte di Lorenzo de’Medici. Il Magnifico, signore della città toscana in uno dei periodi di maggior splendore della storia fiorentina muore a soli 43 anni, per le conseguenze di un’infezione dovuta alla gotta. Al suo capezzale, nella villa di Careggi, ci sono gli umanisti Angelo Poliziano e Pico della Mirandola, e anche il predicatore Girolamo Savonarola è venuto a fargli visita nei giorni precedenti. Tre personaggi che, insieme al filosofo Marsilio Ficino e al pittore Sandro Botticelli, sono stati protagonisti della vita culturale della Firenze di Lorenzo, uno dei più grandi mecenati del Rinascimento italiano, o meglio un grande promotore delle arti figurative e della letteratura, scrittore e poeta lui stesso.
“Chi vuol esser lieto sia, del doman non v’è certezza”: è Lorenzo a scrivere questi versi, divenuti famosissimi.
Versi spensierati, che stridono un po’ con la vita densa di preoccupazioni dell’uomo politico che, dopo la morte del padre Piero, deve fronteggiare la congiura della potente famiglia fiorentina dei Pazzi, in cui rimane ucciso suo fratello Giuliano. Politica interna ed estera sono strettamente collegate e gli intrighi tra le famiglie al governo delle maggiori signorie italiane in quei tempi non mancano. Per non parlare del papa e della Chiesa, che rappresenta uno dei poteri politici più influenti. Per non parlare dei re di Francia e dei Borboni di Spagna, che non si tengono certo alla larga dalla penisola italiana.
Eppure Lorenzo in campo diplomatico è bravissimo e finché rimane in vita rappresenta una sorta di garante degli equilibri politici italiani, l’ago della bilancia in grado di mantenere salda la ‘lega italica’ e mediare tra le varie signorie in occasione dei conflitti, stringendo e allentando alleanze con Milano e Napoli, il Papa e la Francia .
La sua morte segna la fine di un’epoca.
Qualche mese dopo Cristoforo Colombo approda a San Salvador. Presto il Mediterraneo non sarà più il centro del mondo.
Due anni dopo, nel 1494, Il 3 settembre il re di Francia Carlo VIII di Valois scende in Italia. Piero De’ Medici, nuovo signore di Firenze, lascia la città. Il mondo di Lorenzo il Magnifico sta per sgretolarsi.