NAO: un robot per amico nel Paese Ritrovato

di Francesca Radaelli

Un incontro che non si dimentica quello con NAO, il robot umanoide che da qualche tempo ha fatto il suo ingresso nel Paese Ritrovato di Monza. Il progetto è frutto della collaborazione tra la Cooperativa La Meridiana e la Scuola Robotica di Genova con l’obiettivo di utilizzare la tecnologia per creare nuovi stimoli per gli ospiti del villaggio dedicato ai malati di Alzheimer.

Proprio il risultato della collaborazione è stato il vero protagonista dell’incontro online di presentazione del progetto: un robot divertente e spiritoso, che risponde a tono, fa battute e si cimenta nel tai chi.

Basta passare un po’ di tempo – anche in collegamento a distanza – in sua compagnia per comprendere come NAO sia riuscito a conquistare gli ospiti del Paese Ritrovato. Andando ben oltre le aspettative di partenza e l’iniziale scetticismo ‘confessato’ dal fondatore del Paese Ritrovato, Roberto Mauri. “Siamo partiti portando la legna agli anziani di San Biagio”, ha raccontato Mauri. “Oggi cerchiamo di trovare, giorno per giorno, decennio dopo decennio le risposte migliori per accompagnare gli anziani nel percorso di cura”. Oggi queste risposte si trovano anche nella tecnologia.

In diretta con NAO

“Nella vita quotidiana sempre più spesso gli anziani si trovano a interagire con smart Tv, automobili connesse, smartphone. Perché allora non portare la tecnologia anche alle persone con demenza?”, dice Claudio Cavaleri, direttore operativo Cooperativa La Meridiana. “L’obiettivo di partenza era dare nuovi stimoli  ai residenti del Paese Ritrovato, per sollecitare la memoria e le emozioni, ma anche il movimento, attraverso vere e proprie sedute di ginnastica”.  Gli operatori lo hanno infatti utilizzato in specifiche sessioni di training a supporto delle varie attività. Ma NAO sa anche raccontare barzellette e dialogare con le persone, come ha dimostrato intervenendo più volte nel corso della conferenza stampa.

Un momento della diretta

Da Genova…

L’idea di un robot umanoide come supporto in un contesto socio assistenziale  è nata in una struttura pediatrica genovese che accoglie bambini con malattie neuro muscolari, deficit fisici e mentali. “L’esperimento ha avuto successo”, racconta Michela Bogliolo, bioingegnere della Scuola Robotica. “Bambini che avevano difficoltà a interagire con persona adulta, di fronte al robot umanoide iniziavano a dialogare, fare domande, rispondere. Quindi abbiamo provato ad allargare il campo anche a persone adulte usando un ‘cugino di NAO’ come fisioterapista. I benefici si sono visti sia dal punto di vista fisico sia mentale”.

Come ha spiegato Andrea Fui, informatico della Scuola di Robotica, tra gli obiettivi seguiti nella programmazione di NAO c’era quello di renderlo autonomo, nel funzionamento, dagli operatori.

…a Monza

Per gli educatori del Paese Ritrovato ora NAO è un alleato prezioso, come ha raccontato Marco Fumagalli de La Meridiana: “Nell’incontro con NAO le persone vivono un’esperienza unica e gratificante, giocano, si divertono, dialogano con lui. Il tono dell’umore migliora e anche il rapporto con l’operatore ne esce rafforzato”. Gli operatori hanno la possibilità di utilizzare NAO non solo nel lavoro in gruppo ma anche per le attività individuali.

E l’aspetto forse più significativo è che le persone affette da demenza si ricordano facilmente di NAO, come racconta Paola Perfetti, drammaterapeuta della Cooperativa La Meridiana: “Il fine è sempre la persona, la relazione umana. NAO è un mezzo, una macchina, però attiva l’empatia”.

da sx Claudio Cavaleri, Paola Perfetti, Marco Fumagalli insieme a NAO

Occhi e orecchie di NAO si illuminano mentre parla e mentre ascolta. In fondo appare quasi naturale vederlo come un essere con cui entrare in relazione. E le possibilità di personalizzazione attraverso appositi programmi lo rendono uno strumento preziosissimo, anche per il futuro.

“Grazie a tutti”, dice la voce metallica di NAO alla fine della conferenza stampa. “Grazie a te”, è la risposta che viene spontanea.

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