Nasce Mastroianni, un mito del cinema italiano

marcellodi Mattia Gelosa

Ricorre oggi un anniversario davvero importante per la storia del cinema, italiano e non solo, quello di Marcello Mastroianni, nato il 28 settembre 1924 a Fontana Liri, in provincia di Frosinone.

Mastroianni è stato con Gassman, Sordi, Tognazzi e Manfredi uno dei più grandi attori e mattatori del nostro cinema: ha vinto premi a Cannes e Venezia e 2 Golden Globe, ma è stato anche candidato agli Oscar come miglior attore per “Divorzio all’italiana” (1963), “Una giornata particolare” (1978) e Oci Ciorne (1988).

Dopo anni di teatro sotto la direzione di registi come Emmer e Visconti e qualche parte per film secondari, ottiene il successo grazie al capolavoro “I soliti ignoti” di Monicelli (1958). Qui, interpreta un ladruncolo un po’ snob e altezzoso, in totale opposizione agli altri personaggi del film.

Mastroianni è poi diventato il simbolo del cinema di Federico Fellini, recitando per lui nei capolavori “La dolce vita” e “8 e1/2” (anni 1960 e 1963), quindi, dopo anni di pausa, ne “La città delle donne” (1980) e “Ginger e Fred” (1985). Dopo i primi due film con Fellini diventa un’icona mondiale e nel 1962 viene eletto divo straniero più ammirato in USA.

Fellini ne fa ne “La dolce vita”, un reporter svogliato, superficiale e latin lover, poi in “8 e1/2” un regista nevrotico e in crisi che è, in pratica, il suo alter ego. La parlata calma e limpida, la recitazione contenuta ed elegante e lo stile impeccabile anche fuori dal set gli hanno conferito la fama di un donnaiolo avvezzo alla mondanità, anche se lui ha più volte provato a togliersela, interpretando il ruolo di un impotente ne “Il bell’Antonio”. In “Una giornata particolare” di Ettore Scola, in coppia con Sophia Loren, interpreta poi un omosessuale represso e risulta convincente anche in questa veste inedita.

Musical, commedia, film d’autore e drammi: Mastroianni ha dimostrato una duttilità e una presenza scenica che hanno pochi eguali nella storia del cinema, ma anche una voglia  costante di lavorare. A dimostrazione di ciò, va ricordato che chiuse la carriera nel 1996 con “Viaggio all’inizio del mondo” di De Oliveira, in cui recitò già malato di un tumore al pancreas, quel tumore che gli sarà fatale poco dopo.

Marcello morì il 19 dicembre 1996, senza nemmeno vedere l’uscita del film, ma lasciando prima la sua autobiografia nel film “Mi ricordo…sì mi ricordo” diretto da sua moglie Anna Maria Titò, che ne girò le riprese sul set del film con De Oliveira.

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