di Mattia Gelosa
Il 23 dicembre 1916 nasceva a Milano Dino Risi, regista e sceneggiatore italiano che assieme a Mario Monicelli e Luigi Comencini ha dato lustro al genere della commedia all’italiana.
Negli anni ’40 e primi ’50 l’Italia conosceva un periodo d’oro per il suo cinema, grazie al successo del movimento del “Neorealismo”, genere da cui nacquero correnti quali appunto la commedia all’italiana.
Il paese è in preda a molti cambiamenti sociali: sono gli anni del boom e delle prime riflessioni su matrimonio e famiglia, ma anche dei primi embrionali accenni di emancipazione femminile. Proprio queste tematiche, inserite in film di contesto leggero e umoristico, ma spesso dai risvolti amari, sono alla base del genere di cui fu maestro Dino Risi.
Egli esordì a 35 anni con Vacanze col gangster, film che segna anche l’esordio di Mario Girotti, poi noto come Terence Hill, e del produttore Mario Cecchi Gori. Il successo però arriva con Pane, amore e…, terzo film sulla vita del maresciallo Carotenuto (Vittorio de Sica), qui al centro di una storia d’amore con l’umile pescivendola donna Sofia (Sophia Loren). Il film ebbe grande successo e procurò a Risi una menzione speciale al Festival di Berlino, mentre valse a De Sica il David di Donatello come migliore attore.
Del 1957 è Poveri, ma belli, storia di Salvatore e Romolo, due romani amici e vicini di casa da sempre che corteggiano la stessa donna. Nonostante una produzione low budget, il successo del film fu enorme e così la pellicola ebbe due seguiti, Povere, ma belle (1957) e Poveri milionari (1958), che mostrano il continuo delle vite dei due, ora sposati uno con la sorella dell’altro. Comincia in questi anni la tendenza del filone della commedia di avere opere in serie, una scelta commercialmente vantaggiosa, ma spesso rischiosa a livello creativo e qualitativo.
Gli anni ’50 di Risi si chiudono con Il vedovo con Alberto Sordi e Il mattatore con Vittorio Gassman, ma la vera fortuna del regista arriverà nel decennio successivo.
Ferragosto 1962: Bruno Cortona, 36enne romano, disoccupato e vanaglorioso esce per prendere le sigarette e telefonare, chiama a casa del gentile e malleabile Roberto e poi lo invita a fare un giro in auto con lui. Finiranno a correre lungo la via Aurelia e sino in Toscana, in un viaggio in cui Roberto vivrà una sorta di maturità prima del tragico epilogo: un incidente dopo un sorpasso azzardato che costerà al passeggero la vita. Risi elimina il lieto fine dalla commedia, inventa il road-movie diventato poi un cult americano, fa un quadro preciso dell’Italia negli anni del boom e la critica in modo sagace, inserisce personaggi psicologicamente definiti e non pure macchiette. Vittorio Gassman vincerà Nastro d’Argento e David di Donatello per il ruolo di Bruno, mentre Risi il premio come miglior regia al festival di Mar de Plata in Argentina.
La fortuna del regista milanese continua con La marcia su Roma, altro capolavoro con Gassman qui affiancato da Ugo Tognazzi: di nuovo tramite la commedia si rilegge in modo critico la società, in questo caso quella dell’Italia degli anni ’20 e dell’ascesa del fascismo, ricostruita in modo storicamente fedele. I due tornano nel film a episodi I mostri (1963) e ne In nome del popolo italiano (1971).
Il ’68 porta una ventata notevole di cambiamenti e Dino Risi non può ignorarli: Vedo nudo mette alla berlina, ancora mediante l’uso di episodi, i nuovi vizi degli italiani, mentre La moglie del prete (con la Loren e Mastroianni) e Profumo di donna (con Gassman) trattano l’argomento della sessualità sotto diversi aspetti. Quest’ultimo vinse come film straniero il Premio Cesar e ottenne la nomination agli oscar per la miglior sceneggiatura non originale (è tratto dal romanzo Il buio e il miele di Arpino) e come miglior film straniero. Molti i premi a Gassman per il suo ruolo, tra cui il premio miglior attore al Festival di Cannes del 1976, mentre Risi vinse un David di Donatello.
Nel 1992 ci sarà il remake hollywoodiano del film: Scent of a woman di Brest con Al Pacino.
Dopo tanti successi, per Risi inizia il declino e negli anni ’80 gira pochi film, tra cui degno di nota è Fantasma d’amore (1981) con Mastroianni. Tolgo il disturbo (1990) è l’ultimo lavoro con Gassman, poi girerà Poveri ma belli (1996) per continuare la fortunata serie dei suoi primi anni.
Nel 2002 riceve il Leone d’oro alla carriera, nel 2004 l’onoreficenza come Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Ormai più che ottantenne e ritiratosi nella sua casa al Parioli, Dino Risi per anni vive malato e chiedendo di morire. Il 7 giugno 2008 il suo cuore si ferma per sempre, alleviandogli ogni pena all’età di 92 anni.