di Paola Biffi
Sul teatro si è detto di tutto, dalle tragedie di Sofocle alla commedia dell’arte di Goldoni, da Pirandello a Proietti, da Goffman a Bob Marley: la vita è una rappresentazione teatrale, ognuno di noi recita un ruolo, porta una maschera, ma allora la maschera è da tenere? Siamo tutti attori o siamo tutti mediocri interpreti? Aveva ragione Sartre? Sul mondo del teatro si potrebbero scrivere pagine che spaziano dalla letteratura alla sociologia, dalla logica alla psicanalisi.
Eppure oggi, in Italia, solo il 18,5 % della popolazione va a teatro con una certa frequenza. Ciò è dovuto a molti fattori, tra i quali il potere sempre maggiore dei nuovi mass media, primo tra tutti la televisione: oggi tutto sembra rientrare nel gigante “mondo dello spettacolo”. Un mondo, a volte “industria”, che produce ogni anno cinema, talk show, reality e concerti, che offre una gamma sempre più ampia e differenziata di intrattenimenti. Effettivamente, tutto è più facile: anziché pagare 30 euro per uno spettacolo che magari neanche mi piace, posso pagare 30 euro al mese ed avere più di 600 canali, 150 film “scelti per te” e l’intero campionato di serie A.
La cultura del teatro sembra essersi persa, e ciò vale anche per chi sogna di fare l’attore. Non uno di quei sogni dei bambini, destinati a finire con la consapevolezza delle difficoltà del futuro, ma un sogno giovane, che nonostante le difficoltà, ha ancora la forza di tentare e non arrendersi, un sogno che ha tutto il profumo di una formidabile passione.
È questa forza di continuare e di mettercela tutta che ha spinto 7 ragazzi ad iscriversi due anni fa alla Adiacademy, un’accademia di teatro di Monza, un progetto promosso da Adifamily, un Centro di Formazione professionale che opera sul territorio da oltre 10 anni. Il corso si propone di formare degli attori professionisti, con un percorso di seicento ore all’anno per due anni, distribuite su due giorni a settimana da ottobre a giugno. Una possibilità, per un ragazzo che finite le superiori vuole scommettere alto sul suo futuro, che permette di formarsi come attore e di frequentare anche l’università.
Sotto la direzione artistica di Paul Vallery, i ragazzi del secondo e ultimo anno hanno seguito diversi corsi, drammaturgia per l’attore, canto, storia dello spettacolo, teatro danza, teatro dialettale: tutti percorsi in cui pratica e teoria, lavoro di gruppo e lavoro personale entrano, e devono entrare, in perfetta sintonia, in cui si assapora il gusto del teatro autentico, quello fatto di impegno e messa in discussione, di incontro e ritmo.
L’anno accademico si concluderà venerdì 27 maggio alle ore 21.00 con la messa in scena del saggio, preparato negli ultimi mesi di accademia, che prevede tre diverse sceneggiature: “La Cantatrice Calva” di Ionesco, con la regia di Maurizio Salvalalio, il cortometraggio “Taxi Day” diretto da Claudio Malaponti, e “Ritorno al Mittente”, liberamente tratto dal romanzo Destinatario Sconosciuto, con la regia di Daniele Cauduro e interventi cantati a cura di Francesca Calati.
Se il mondo dello spettacolo è un territorio minato di favoritismi e giochi di potere, l’ Adiacademy dona ai ragazzi non un futuro certo, ma la voglia di provarci ogni giorno, alimenta il sogno del bambino e la passione del giovane, la rende determinazione.
Il teatro, in un mondo strabordante di fatica e ingiustizie, fa dire “ne vale la pena”.
Paola Biffi