di Marco Riboldi
“Noi Popolari”: un libro per ricordare e capire. La storia dei cattolici democratici è segnata da una necessità che Mino Martinazzoli definiva di “ricominciamento sia del progetto politico che della classe dirigente” a partire dalla Lombardia.
Erano gli anni durissimi di Mani Pulite, quando lo smarrimento politico era al culmine (o almeno, così si pensava: altri smarrimenti non meno pesanti sarebbero seguiti).
Come sia nato questo “ricominciamento”, come sia proseguito e attraverso quali ardui passaggi sia stato necessario camminare, sia in Lombardia che a livello nazionale: questo il tema del libro da poco uscito per le edizioni Ce.Doc..
Autore il dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Brescia (in italiano antico: Provveditore agli Studi) Giuseppe Bonelli, monzese con un lungo curriculum sia nel mondo della scuola, che in quello della politica.
Non posso certo riassumete i molti contenuti del libro, che si snoda tra ricordi personali, esperienze e collaborazioni con personaggi di primo piano della politica lombarda e nazionale.
Con una scrittura scorrevole, Bonelli ci racconta le mille vicende che hanno condotto i cattolici dalla sinistra D.C. al Partito Popolare, alla Margherita e poi al Partito Democratico.
Una storia accidentata, mossa dal desiderio di affermare un metodo e dei valori che animano la politica di chi tenta di muoversi nel solco della dottrina sociale della chiesa, incontrando sulla sua strada maestri indiscussi e altri meno affidabili personaggi.
Discernere, riflettere, costruire ponti ma anche, quando necessario, troncare legami inopportuni: tutto questo è stato il quotidiano lavoro di chi ha vissuti quegli anni nell’impegno politico.
Nel libro si trovano mille spunti di conoscenza e di riflessione.
Con una conclusione: ne valeva la pena. E questo perché la storia sta dimostrando, che nella costruzione di una alleanza progressista, la visione del cattolicesimo democratico è stata ed è feconda, riuscendo ad informare di sé l’esperienza politica del centro sinistra.
Sono passati gli anni, ma il cattolicesimo democratico è sempre presente, a garantire quei valori (tolleranza, solidarietà, europeismo…) che ancora oggi sono determinanti per garantire all’Italia la fiducia ed il rispetto che merita nel consesso internazionale.