Malcolm X, una questione ancora aperta

di Francesca Radaelli

Malcolm X, uno dei più celebri protagonisti della lotta per i diritti degli afroamericani nel XX secolo, nacque il 19 maggio del 1925 in Nebraska, figlio di un predicatore battista, Earl Little, che morirà sei anni dopo la nascita del figlio. Ufficialmente investito da un tram, probabilmente assassinato da un gruppo di fautori della ‘supremazia bianca’, come sosterrà lo stesso Malcolm nella sua autobiografia. La madre, invece, ha sangue bianco nelle vene: è nata in seguito allo stupro commesso da un uomo bianco.

Insomma, sono anni decisamente difficili per i discendenti di quegli schiavi che secoli prima avevano attraversato l’oceano per lavorare nelle piantagioni d’America. Uomini prelevati a forza dall’Africa nera, la cui cultura è stata cancellata con un colpo di spugna, il cui nome è stato spazzato via, sostituito da quello dei padroni bianchi. E allora Malcolm rifiuta quel cognome, Little, retaggio di un passato di soprusi ai danni del suo popolo e decide di sostituirlo con una X. La X con cui si firmano gli analfabeti, quella X che non rappresenta solo un’identità negata ma anche l’impossibilità di recuperare la memoria delle proprie origini.

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La locandina del film di Spike Lee con Denzel Washington nei panni di Malcolm X

Non è realistico per un ‘negro’ aspirare a una carriera da avvocato, gli comunica il suo insegnante. E allora lui, da studente brillante, intelligente e ambizioso si trasforma prima in lustrascarpe poi in uno spacciatore, finché all’età di 20 anni non viene arrestato per furto. Mentre si trova in carcere entra in contatto con la Nation Of Islam (NOI), setta islamica guidata da Elijah Muhammad, che sostiene che le origini dei neri d’America affondino nella religione islamica: prima di essere catturati e deportati dai bianchi, gli schiavi africani sarebbero stati tutti musulmani. Tutti gli afroamericani, afferma pertanto Elijah Muhammad, avrebbero dovuto riconvertirsi alla religione dei loro antenati e dare vita a una nazione nera separata all’interno degli Stati Uniti.

Per Malcolm è una folgorazione. Finalmente uno spiraglio, un punto di appoggio, la prospettiva di recuperare le proprie radici, di trovare in un’esistenza allo sbando, segnata da violenza e criminalità, un punto di riferimento. Insomma, qualcosa da mettere al posto di quella X.

Così, uscito di prigione diviene attivista e sostenitore della NOI e inizia ad essere controllato dalla Cia. Non in quanto musulmano, però, bensì perché in una lettera al presidente Truman, prendendo posizione contro la guerra in Corea, si è dichiarato ‘comunista’, fatto giudicato all’epoca ben più pericoloso rispetto all’adesione all’Islam. Malcolm diventa a Boston “Ministro del Tempio Numero 2 della Nazione dell’Islam” e attraverso la sua predicazione riesce a conquistare moltissimi nuovi proseliti per la setta di cui è divenuto autorevole portavoce.

Cassius Clay - Muhammad Alì
Cassius Clay – Muhammad Alì

Tra questi spicca il famosissimo pugile Cassius Clay: non a caso  anche quest’ultimo, dopo la conversione, cambia il proprio nome, divenendo per tutti Muhammad Alì.

Malcolm invece sostituisce quella X che è divenuta ormai parte della sua identità solo dopo il pellegrinaggio alla Mecca, nel 1964, momento che segna una vera svolta per il suo pensiero. Rientrato in America, diviene infatti per tutti El-Hajj Malik El-Shabazz: si è convertito all’islam ortodosso, divenendo sunnita, e proprio nella religione ha trovato non solo una forma di spiritualità più profonda, ma soprattutto le ragioni per dire no a qualsiasi odio razziale.

Malcolm X (a destra) insieme a Martin Luther King
Malcolm X (a destra) insieme a Martin Luther King

Dopo essere stato molto critico nei confronti delle posizioni ‘ecumeniche’ e non violente di personaggi come John Fitzgerald Kennedy e Martin Luther King, dopo essere uscito dalla NOI, sostenendo che la religione non era essenziale per unire davvero il popolo nero, ora, tornato dalla Mecca, proclamava la necessità di eliminare qualsiasi barriera e far trionfare i diritti umani:

“ I diritti umani sono qualcosa che avete dalla nascita. I diritti umani vi sono dati da Dio. I diritti umani sono quelli che tutte le nazioni della Terra riconoscono. In passato, è vero, ho condannato in modo generale tutti i bianchi. Non sarò mai più colpevole di questo errore; perché adesso so che alcuni bianchi sono davvero sinceri, che alcuni sono davvero capaci di essere fraterni con un nero. Il vero Islam mi ha mostrato che una condanna di tutti i bianchi è tanto sbagliata quanto la condanna di tutti i neri da parte dei bianchi. Da quando alla Mecca ho trovato la verità, ho accolto fra i miei più cari amici uomini di tutti i tipi – cristiani, ebrei, buddhisti, indù, agnostici, e persino atei! Ho amici che si chiamano capitalisti, socialisti, e comunisti! Alcuni sono moderati, conservatori, estremisti – alcuni sono addirittura degli “Zio Tom”! Oggi i miei amici sono neri, marroni, rossi, gialli e bianchi!”

Viene assassinato un anno dopo, il 21 febbraio del 1965 a New York da alcuni membri della NOI, l’associazione di cui aveva fatto parte.MalcolmX 1

Oggi, a novantuno anni dalla nascita di quel Malcolm che rifiutò di essere un ’Little’, se è vero che alla Casa Bianca siede un presidente nero, innumerevoli fatti di cronaca – la cui eco giunge anche da noi in Europa – mostrano che nelle periferie delle città americane la questione razziale è tutt’altro che risolta. E, forse, è proprio da quella X che occorre ripartire, ancora una volta.

 

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