Nel pomeriggio di giovedì 9 giugno Mons Nunzio Galantino, Segretario Generale Conferenza Episcopale Italiana, in visita a Monza nell’ambito della celebrazione del quinto anniversario della proclamazione Patrimonio Unesco del Duomo di Monza, ha incontrato i malati e le famiglie di Progetto SLAncio, nonché gli anziani della Residenza San Pietro. Un incontro emozionante che ha visto i malati della struttura “abbracciare” Nunzio Galantino, il quale, con parole semplici, ma profonde ha toccato il cuore e consolato i familiari, i pazienti, gli operatori e i volontari del Centro.
“Per noi è un grande onore – commenta Roberto Mauri, direttore della Cooperativa La Meridiana – che il Segretario Generale della CEI, Mons Galantino, sia stato in visita a SLAncio e abbia incontrato i nostri malati, gli operatori e i parenti. E’ stata una visita che ha lasciato un segno e che conferma quanto la chiesa sia vicina ai più poveri dei poveri, cioè a coloro che vivono una malattia così estrema e così feroce, come la SLA e come gli Stati Vegetativi, malattie tali da rendere queste persone completamente dipendenti in tutto e per tutto. Una testimonianza d’amore sottolineata anche dalla presenza del nostro Arciprete Mons Silvano Provasi e della chiesa monzese a cui rivolgiamo un particolare ringraziamento”.
La visita di Mons. Galatino è iniziata da Progetto SLAncio, la Casa recentemente inaugurata, (una delle poche in Italia) che accoglie persone affette da patologie neurologiche complesse come la SLA e come gli Stati Vegetativi. I malati e i familiari lo attendevano nell’atrio, quello più grande e più luminoso della Struttura, ed è qui che è stato letto un articolo del neo giornalista Luigi Picheca, da 10 anni malato di SLA: “Ho avuto tanto dalla vita, e anche delle belle batoste … Oggi mi sento più appagato di quando ero sano e mi sento anche migliore, perché so capire quanto valgano le persone che si muovono intorno a me. I miei familiari, gli amici veri e le persone che si prendono cura di me nella struttura in cui mi trovo, sanno donarmi un amore che pochi sanno apprezzare pienamente, eppure lo fanno con una naturalezza commovente. Certo, non sto affermando che mi faccia piacere avere la SLA, sto dicendo che la vita è capace di insegnare sempre qualcosa e che va rispettata anche quando le cose vanno male”. Mons Galantino non ha esitato, e dopo aver data una carezza a Luigi, ha voluto per se il foglio con le parole di Picheca, gesti che valgano molto di più di tante parole e di retorici commenti.
Poi la cappella recentemente affrescata, un breve passaggio da La Porta de Dialogo, (l’opera artistica ispirata dal Giubileo di Papa Francesco esposta sino al 29 giugno sotto i portici del Centro) e quindi il Reparto Alzheimer.
In chiusura della visita, l’incontro con gli anziani della Residenza San Pietro culminato con un preghiera e una semplice benedizione. Durante l’incontro la recita di alcune poesie scritte dagli stessi anziani che hanno partecipato con passione ed entusiasmo al laboratorio dei Poeti Fuori Strada.
Infine una richiesta: “pregate per me” , parole con le quali Mons Galantino si è congedato lasciando la speranza che il suo saluto potrà essere un arrivederci.
“Non è la prima volta – ha commentato Galantino – che visito strutture come queste, dove abita la disabilità, la malattia, la senilità. Aspetti della vita che inducono a riflettere e a pensare all’esistenza in modo completo ed esaustivo. Penso che l’incontro con la disabilità aiuti tantissimo a ridimensionare il nostro modo di concepire la vita e rappresenta una grande occasione per costruire un rapporto equilibrato con la realtà e con l’esistenza”.
Quello che dice Luigi Picheca mi ricorda per certi versi la beata Chiara Badano , paralizzata a letto da un tumore alle ossa per due anni prima di morire, la quale che alla domanda ” perché non chiedi al Signore un miracolo”? Rispose che preferiva restare in quella condizione perché così era più vicina a Gesù ,più di quando poteva vorrete e giocare a tennis.
errata corrige …. ” di quando poteva correre e giocare a tennis…!