di Fabrizio Annaro
E se cominciasse una nuova epoca? Si, è quello che penso. Molti hanno affermato che la campagna elettorale americana è stata nel complesso di basso livello e nessuno dei due candidati alla presidenza ha brillato di chissà quale luce e speranza.
Di quanto detto e proposto da Trump, preferisco non commentare. Ma attenzione, invito a non essere superficiali o a manifestare atteggiamenti snob nei confronti del candidato repubblicano.
Penso che Trump punti a diventare il portavoce di tanti americani vittime della crisi e della povertà, uomini e donne che si trovano ai margini e che spesso non vanno a votare. Il suo linguaggio semplice, perfino puerile, di fronte alla complessità dei problemi, crea fascino e ammirazione.
Aggiungo che la sua proposta di politica economica assomiglia a quella di Reagan (tagliare le tasse ai ricchi, ridurre le spese sanitarie).
Ronald Reagan è passato alla storia come il presidente che ha combattuto il comunismo e abbattuto i muri fra est ed ovest. Su Trump mi fermo qui. Invece sulla Clinton, che spero vivamente vinca, sono convinto che se varcherà la soglia della Casa Bianca, vivremo un cambiamento di portata storica.
Non solo perché sarà, in caso di vittoria, la prima donna presidente degli Stati Uniti, ma soprattutto perché la concretezza femminile ricoprirà la più importante carica di potere del pianeta. Forse Ilary non fa sognare, non le spara grosse, non promette mari e monti, ma crea fiducia: la speranza è che il potere “diventi donna” e che con questo nuovo metodo (concretezza femminile) si possano affrontare i grandi temi come la sostenibilità, la crisi economica, la migrazione i rapporti nord sud. Speriamo!