di Fabrizio Annaro
Il 25 marzo Papa Francesco sarà a Monza. La redazione ha deciso di aprire uno spazio specifico in vista della visita del Papa. “Aspettando Francesco” è il titolo di questa pagina e ospiterà i contributi e le riflessioni in attesa del 25 marzo.
Il 24 gennaio Papa Francesco ha voluto lanciare un messaggio, (direi, anzi, una bella provocazione) al mondo del giornalismo e della comunicazione: ha invitato la stampa e i media a dare spazio alla buona notizia, al giornalismo costruttivo, alla bella comunicazione.
Il Papa ha anche chiesto di interrompere il circuito vizioso dell’angoscia, dell’ansia e della paura insita alla diffusione della cattiva notizia.
Noi de Il Dialogo di Monza ringraziamo vivamente il Papa per le sue parole e per il suo messaggio. Molte delle riflessioni del Papa rispecchiano la mission del nostro giornale che, come è noto, è nato proprio con lo scopo di diffondere le buone notizie, la bellezza, quanto di positivo l’uomo realizza in favore di se stesso e della comunità.
Diffondere buone notizie, secondo noi, non significa negare o nascondere la realtà si tratta solo di affrontare gli eventi, i fatti, le cronache con spirito costruttivo, con verità e competenza, cercando, laddove sia possibile, infondere fiducia e accrescere la coscienza civica.
“La vita dell’uomo – si legge nel messaggio – non è solo una cronaca asettica di avvenimenti, ma è storia, una storia che attende di essere raccontata attraverso la scelta di una chiave interpretativa in grado di selezionare e raccogliere i dati più importanti. La realtà, in sé stessa, non ha un significato univoco. Tutto dipende dallo sguardo con cui viene colta, dagli “occhiali” con cui scegliamo di guardarla: cambiando le lenti, anche la realtà appare diversa. Da dove dunque possiamo partire per leggere la realtà con “occhiali” giusti?
Per noi cristiani, l’occhiale adeguato per decifrare la realtà non può che essere quello della buona notizia, a partire da la Buona Notizia per eccellenza: il «Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio» (Mc 1,1). Con queste parole l’evangelista Marco inizia il suo racconto, con l’annuncio della “buona notizia” che ha a che fare con Gesù, ma più che essere un’informazione su Gesù, è piuttosto la buona notizia che è Gesù stesso. Leggendo le pagine del Vangelo si scopre, infatti, che il titolo dell’opera corrisponde al suo contenuto e, soprattutto, che questo contenuto è la persona stessa di Gesù.”