Pariglia

parìglia [dal francese pareille, a sua volta derivato dal termine del latino popolare *parĭcŭla, da par ‘pari, uguale’].

  1. Coppia di cose uguali o simili.

a. Coppia di cavalli da tiro molto simili nella statura, nell’aspetto somatico e spesso anche nel colore del mantello, ma anche per metonimia, carrozza tirata da una pariglia di cavalli.

Si chiama pariglia anche una particolare corsa equestre praticata soprattutto in Sardegna durante la quale i cavalieri, solitamente due o tre accostati uno all’altro, si esibiscono in evoluzioni acrobatiche e spericolate in groppa ai cavalli in corsa.

Con uso estensivo, indica anche una coppia di altri animali. In quest’ultimo senso il termine è utilizzato da Carlo Collodi: la carrozzina era tirata da cento pariglie di topolini bianchi. Il vocabolo si trova anche nella locuzione camminare in pariglia, ossia camminare appaiati e in tono scherzoso, con riferimento a persone: salì e sedette dentro una coppia matrimonialedue splendori di gioventùPerfino Carlin uscì in un’esclamazione ammirativa: Che bella ‘pariglia’ (De Amicis).

b. In marina, il termine indica sistema di due paranchi che devono lavorare alla stessa operazione.

c. Coppia di carte uguali (per esempi, nel gioco della scopa). Nel gioco dei dadi, combinazione formata dai medesimi numeri nell’uno e nell’altro dado: pariglia di tre, di cinque.

  1. Contraccambio, nella locuzione rendere la pariglia, ricambiare lo stesso trattamento avuto (soprattutto quando si siano ricevuti torti, offese). Più raro l’utilizzo nella locuzione: pena della pariglia, ossia del taglione: occhio per occhio, naso per naso si paga per la pena della pariglia (Tommaso Campanella).

 

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