Philip Guston ritorna a Venezia

di Daniela Annaro

Cinque poeti e un grande artista americano, poco conosciuto nel nostro paese: Philip Guston (1913 – 1980). E’ la chiave di lettura per scoprire e conoscere questo pittore.

Philip Guston and The Poets” è il titolo della rassegna allestita alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, evento collaterale della 57esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale. Guston amava profondamente il nostro paese e la nostra storia artistica.

Sono più che mai immerso nella pittura del Quattrocento e del Cinquecento! E quando vado verso nord, a Venezia, davanti a Tiepolo, Tintoretto e alle cosiddette opere manieriste di Pontormo e Parmigianino perdo la testa e tradisco i miei primi amori.

Così scrive nel 1975 a un caro amico, il poeta Bill Berkson.  Un amore, quello per la pittura italiana, che si consolida nel 1948 quando riceve Il Prix de Rome.  E poi nel 1960 quando espone alla Biennale di Venezia e ancora nel 1970. Non ama solo Piero della Francesca e Masaccio, ma è anche un estimatore della Metafisica di Giorgio de Chirico. Un pittore americano fuori dal coro rispetto ad altri suoi colleghi statunitensi.

P. Guston – The Line

Sono gli anni dell’Espressionismo astratto, dell’Action Painting di Pollock, (che Guston conosce e frequenta alla Los Angeles Manual Arts High School) e, poi, della Pop Art. Ma Philip mantiene costantemente viva   la propria originale visione dell’arte.

Ultimo di sette figli di una famiglia ebrea ucraina in fuga da Odessa, Philip nasce a Montreal. Nel 1919 , i genitori si trasferiscono a Los Angeles. E’ qui  che deve fare i conti con l’odio razziale del Ku Klux Klan, come racconterà, con molta ironia, in una sua opera, esposta qui a Venezia. 

P. Guston – The Studio – 1969

Inizia a farsi conoscere dipingendo murales insieme a intellettuali e pittori antifascisti. Nel 1934, diventa assistente del pittore muralista David Alfaro Siqueiros. Ed è in questa fase della sua vita professionale che fa riferimento all’arte italiana del Rinascimento.

Si sposa, insegna e  sul finire degli anni Sessanta si trasferisce definitivamente a Woodstock, nello Stato di  New York, nota soprattutto per il grande concerto che si tenne nel ’69, cittadina che accoglie diversi artisti e intellettuali. E’ qui che la sua pittura torna a essere figurativa, un figurativo molto personale. La mostra veneziana è organizzata per temi legati a poeti amati  da Philip. Rispondono ai nomi di D.H Lawrence, W.B. Yeats, Wallace Stevens, Eugenio Montale e T.S  Eliot, grandissimi poeti, dunque. Con ognuno di loro, la pittura di Guston si interfaccia . Per esempio, con Montale il maestro americano ha in comune una “poetica del frammento” che si esprime attraverso simboli tragici e potenti. Una pittura non facile, la sua, enfatizzata dalla rappresentazione di simboli personalissimi, caricature di oggetti e persone. Un’anticonformista molto critico nei confronti della società americana.

 

 

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