di Luigi Picheca
Il continente africano, crogiolo di razze e frammentazioni tribali, è stato fatto oggetto per secoli da razzie, depredazioni e sfruttamenti da parte di popolazioni arabe, europee e americane.
Dapprima si sono svuotati senza scrupoli i loro villaggi per procurarsi degli schiavi da vendere sui mercati del medio oriente e per i circhi romani. Poi per fornire manodopera ai nascenti stati americani e per finire da usare nelle estrazioni dei minerali nelle loro stesse terre.
Queste nozioni di storia ci dovrebbero imporre una riflessione sulla opportunità di aprire le nostre frontiere e pianificare una forma di accoglienza dignitosa verso quei popoli che ora ci chiedono disperatamente aiuto! Non possiamo rimanere sordi alle loro invocazioni e la politica deve cercare risposte responsabili da mettere in atto quanto prima. Noi europei non possiamo negare il nostro intervento sul piano umanitario, forse ci siamo già dimenticati che dobbiamo la sconfitta del nazifascismo all’intervento di tanti altri Paesi che ci sono venuti in soccorso?
A volte sarebbe bene farsi un bagno di umiltà e guardarsi un po in dietro per ricordare da dove veniamo e offrire un minimo di solidarietà dimenticando quegli egoismi cui la nostra società ci ha abituati. Quello che il nostro governo sta facendo non è purtroppo una cosa dignitosa. Si sta ripetendo il solito abbordaggio ai proventi che questa emergenza offre a chi specula sulle disgrazie altrui e tutto viene passato come normale. Per fortuna il cuore e la lucidità di tanti cittadini comuni e l’apertura vera e propria della Chiesa è capace di fornire i mezzi necessari per far fronte a questa situazione.
Inutile ricordare che il nostro Paese occupa una posizione di coda per quanto riguarda le politiche sociali e che ci sono tante famiglie italiane in condizioni di povertà e che non ricevono i supporti economici adeguati. C’è tanto da fare e forse, grazie ai nostri fratelli migranti, riusciremo a cambiare le cose anche in nostro favore.
Luigi Picheca