di Luigi Picheca
Oggi molti ragazzi, delusi dai nostri governi, prendono la decisione di andare in giro per il mondo in cerca di un Paese più vivibile, che possa garantire loro un futuro.
Questo accade perché, quando arrivano all’età in cui si comincia a pensare di mettere su famiglia ed entrano nel mondo del lavoro, si trovano a dover combattere con la dura realtà della precarietà, la piaga peggiore che si possa immaginare.
Una piaga che pregiudica qualsiasi prospettiva di crescita e fa sì che non si sentano tutelati. Inoltre impedisce loro di accedere a finanziamenti per la casa, costringendoli a dipendere dalla propria famiglia all’infinito, senza poter fare nulla se non elemosinare qualche cosa. Una prospettiva imbarazzante, e che non piace di certo a chi ha un minimo di iniziativa.
Quella che vi racconto oggi è la storia di una delle ragazze che hanno fatto la scelta di osare.
“Ho deciso di intraprendere viaggi all’estero da quando avevo 19 anni. Sono sempre stata incuriosita dal diverso: lingua, cultura, cibo, costumi…Inizialmente i viaggi per me erano esperienze di vita che mi avrebbero arricchito, ma che in realtà avevano un inizio ed una fine. Fino a quando, nel 2013, dopo aver vissuto svariati anni tra diverse città italiane, a Londra e in Australia ho deciso di trasferirmi col mio compagno proprio in Australia: avevo 27 anni e cercavo la possibilità di costruirmi un futuro e una carriera, che purtroppo vedevo molto difficile da creare in Italia.
Nel frattempo ho acquisito la cittadinanza australiana. Sono ormai più di quattro anni che vivo nella stessa città: Perth, in Western Australia.
Qui il clima e molto simile a quello siciliano: da alcuni viene rinominata la ‘Sicilia australiana’… ma non illudiamoci troppo! Siamo una piccola Oasi nella macchia desertica, abbiamo un clima secco e molto caldo nei mesi estivi, per gran parte dell’anno piove poco ma, nei mesi invernali (tra giugno e inizio settembre), piove molto.
Riguardo al cibo, c’è un grande mix di etnie che hanno importato le proprie tradizioni in cucina, con una grossa influenza Europea/Mediterranea, Asiatica, Indiana… Insomma si trova di tutto, però i sapori nostrani rimangono sempre difficili da replicare. E, ogni volta che rientro in Italia, il primo piatto e sempre una bella mozzarella di bufala seguito da dolcetti di pasticceria.
In tutti questi anni sono sicuramente cambiata, ho conosciuto molte persone che sono entrate a far parte della mia quotidianità quasi come una famiglia, anche se proprio la famiglia e le amicizie strette sono ciò che mi manca di più e sono la ragione per cui ogni giorno penso alla possibilità di rientrare in Italia, tra qualche anno.
Dopotutto è vero quello che dicono i saggi. La felicità è bella solo quando è condivisa!”
Rileggo queste righe con un misto di orgoglio e di tristezza nel cuore.
Orgoglio perché sono fiero di essere io il papà di questa ragazza. Una ragazza che ha saputo trovare la propria dimensione in una terra straniera e lontano da casa, con coraggio e determinazione, costruendosi la propria vita e la propria indipendenza. Non è facile staccarsi dalla propria famiglia per cercare un ambiente a sé congeniale, con lo stesso spirito che spingeva i coloni di due secoli fa ad affrontare i rischi di terre sconosciute.
Il rovescio della medaglia, però, è che la decisione di mia figlia è arrivata quando la Sla ha cominciato a posare gli occhi su di me e a lavorarmi ai fianchi con tenacia. Allora mi sarebbe piaciuto averla vicino. Non per egoismo, ma perché in quel momento fragile e critico mi sentivo in colpa per non poterla sostenere più di tanto. Inoltre la sua lontananza era per me e per la nostra famiglia fonte di grandi preoccupazioni.
Federica ha evitato di aggiungere peso ad una situazione che si stava evolvendo al peggio, ma anche noi abbiamo fatto di tutto per non coinvolgerla nel dramma famigliare che stavamo vivendo.
uando una figlia se ne va di casa lascia un gran vuoto per noi papà. Vorremmo essere protettivi fino alla noia. Ora spesso mi ricordo delle belle ore passate insieme a ripassare matematica: era una materia che non le piaceva molto e io cercavo di trovare delle alternative per semplificare il suo apprendimento.
Mi è mancata molto e mi manca ancora adesso ma sono contento di saperla felice e a suo agio, nella sua amata Australia.