Pierpaolo Lauriola presenta nella serata di giovedì 5 marzo, alle ore 21, il suo terzo album da solista, dal titolo “L’EGO”. L’iniziativa si svolgerà a Milano, presso lo Spazio Teatro 89: un vero e proprio spettacolo teatrale in cui le musiche dell’artista pugliese di origine, ma milanese di adozione, saranno rese protagoniste insieme alla narrazioni di emozioni suscitate da vissuti personali lette dalla giornalista Laura Silvia Battaglia. Ma non finisce qui, perché durante il live ci sarà la realizzazione di un quadro del pittore Angelo Pacifico. Sarà una serata a scopo sociale in cui tutto il ricavato andrà all’associazione UnAltroMondo Onlus, con cui da anni Pierpaolo Lauriola sta costruendo e portando avanti il progetto UnAltroAsilo per la realizzazione di una struttura capace di accogliere e seguire nella crescita i bambini di Dakar. Ildialogodimonza.it lo ha intervistato.
Come hai iniziato a suonare?
La passione nasce fin da quando mio padre mi portò in regalo una chitarra giocattolo che finì subito per essere mal ridotta. Successivamente, iniziai a suonare l’organetto Bontempi, all’epoca andava di moda, ma il ricordo che più mi fa sorridere è quando decisi di imparare veramente a suonare quello strumento con le corde. Acquistai un metodo per chitarristi autodidatti, il quale propinava di divenire dei chitarristi in 24 ore. Successe che però, imparai a suonare, ma al contrario e me ne resi conto, solo quando con dei miei amici, ci ritrovammo per suonare le note dei Pink Floyd. All’età di 12-13 anni iniziai poi la scuola di musica e da lì in poi con varie band, fino all’esordio da solista.
Raccontami di L’EGO..
L’EGO è composto da otto tracce, ognuna caratterizzata da una forte personalità e compongono un mosaico che si aggiunge ai miei precedenti progetti: Polvere, TARLI, Quando arriva la sera, I Catarsi, gli ECO e i Five vs. One. Anni di passione per la musica. L’EGO è la rappresentazione per antonomasia della scoperta del viaggio. Si parla di guerra, d’amore, di tradizione e del sangue versato per conto dell’ego. Ma L’EGO può creare anche LEGAMI e nel disco si parla anche di questo. Legami che si sono creati grazie al rapporto di amicizia che ho con Laura Silvia Basaglia. In questi quattro anni di lavorazione, è nata una corrispondenza. Lei si trovava in luoghi ostaggi della guerra, come la Siria o lo Yemen e in questo periodo di tempo, mi descriveva le emozioni che provava. Mentre lei mi descriveva ciò che viveva sulla propria pelle, io mi concentravo su un viaggio europeo volto a ripercorrere quei luoghi che di guerra puzzano ancora oggi. L’ego è alla base di tutte le guerre. È nato così L’EGO, dall’esigenza di analizzare questa condizione che ci insegnano a mettere in un angolo sin da bambini, ma che viene ripreso quando si viene posti davanti al dover costruire qualcosa con i lego, per l’appunto. Il nostro io che desidera prevaricare su tutto.
C’è la possibilità di ottenere il disco in vinile?
Sì, su ordinazione. L’idea è di raccogliere tutte le proposte di acquisto e poi fare un lancio d’uscita verso il mese di ottobre.
Mentre ascoltavo Yalla, nella mia mente venivano evocati proprio luoghi come il deserto..
Tieni presente che per questa canzone, siamo riusciti a inserire uno strumento musicale che si chiama kora, tipico dei paesi arabi. In realtà è un suono tipico dell’africa e lo scopo era proprio quello, evocare quel tipo di ambiente. Anche i giri di chitarra che ci sono sotto, richiamano molto i tuareg.
Secondo te questo album è indirizzato a chi è in ricerca di un senso tramite la metafora del viaggio?
A me piacerebbe che L’EGO stimolasse la riflessione. Non è un disco banale che va ascoltato, mentre si fa altro. Devi sentirlo nella sua totalità. Non è solo un disco, è il desiderio di far entrare in contatto con la concezione del tempo. Ad esempio, Yalla è una canzone che ti può portare ovunque, Dreamers è una canzone nata per i sognatori, anche se personalmente ho identificato Roma come meta di quel viaggio.
Oggi ricorre l’anniversario della morte di Lucio Dalla, hai qualche ricordo a riguardo?
Ogni anno pubblico 4 marzo 1943, perché ha come copertina la mia città, Manfredonia.
Che messaggio daresti a un giovane che vuole affacciarsi alla musica?
Gli direi che serve tantissima passione, desiderio di mettersi in gioco, disciplina nel suonare uno strumento e magari la necessità di essere polistrumentista. Applicatevi e studiate, iniziate con uno strumento e cercate di capire se fa per voi, dovete sentirvelo addosso. Sperimentate.
Chiara De Carli
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Fotografia di © Giuseppe Biancofiore