di Costanza Tannaro
Pensate che Piet Mondrian abbia sempre dipinto per campiture geometriche e colori primari come il rosso, il giallo e il blu? La sua storia vi smentisce.
Impiega anni di riflessioni e di studi, di liti con amici e colleghi, di tormenti vissuti in solitudine per elaborare quello stile inconfondibile e copiatissimo da designer e da stilisti italiani e stranieri.
Piet nasce a Amersfoort, vicino a Utrecht, in Olanda, il 7 marzo 1872. Il nome completo è Pieter Cornelis Mondriaan, modificato poi in Mondrian durante i soggiorni parigini. Certo è che passa attraverso la sua ricerca una delle tappe fondamentali dell’Astrattismo.E’ un passaggio lungo e faticoso, complicato anche dalla sua storia personale: il padre è calvinista praticante e Piet risente molto dell’educazione rigida che ha ricevuto. Come molti grandi artisti astratti del XIX secolo, anche Mondrian vive lo spirito del suo tempo. In Francia, ci sono i Fauves e il cubismo si affaccia alla ribalta. Piet va a Parigi, si confronta con le avanguardie :sulla sua tela c’è ancora l’immagine – si tratta di paesaggi , soprattutto alberi, – ma via via assume forme sempre più semplificate.
Mentre in Russia nel 1917 scoppia la Rivoluzione d’Ottobre, Piet Mondrian con l’amico e collega Theo van Doesburg fonda la rivista De Stijl, in olandese Lo Stile, una pubblicazione che intercetta la sensibilità e la ricerca di molti intellettuali e artisti dei Paesi bassi. E lo stile è astratto, essenziale e, soprattutto geometrico. Il movimento è anche definito neo-plasticismo.
« Nella poetica neo-plastica è estetico il puro atto costruttivo – scrive Giulio Carlo Argan – combinare una verticale ed una orizzontale oppure due colori elementari è già costruzione. È il principio in cui credono ugualmente un pittore come Mondrian, uno scultore come Vantongerloo, architetti come G. T. Rietveld, J. J. Oud, C. van Eesteren. ».
Principi che contagiano l’arredamento e l’architettura. Siamo alla fine della prima guerra mondiale e Mondrian dopo dieci anni di ricerca ha adottato il suo stile inconfondibile. Le sue griglie nere scandiscono quadrati e rettangoli e sono declinati in modi e colori diversi. Una cifra pittorica che piace e ha consenso in Europa come in America. Tanto che, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, e con l’avanzare dei nazisti in Europa, il calvinista Mondrian si trasferisce nella frizzante New York. La sua pittura diventa meno cupa e più colorata, linee che si intrecciano come seguendo un ritmo musicale. Nel 1944, il 1 febbraio, una polmonite lo uccide, proprio quando raggiunge il massimo successo.