di Daniela Zanuso
Un bosco di pioppi per sanare il suolo inquinato.
Sta succedendo a Marcianise, in provincia di Caserta. Qui, su trentacinquemila metri quadrati di terreno che anni fa sono stati avvelenati da piombo, cadmio, arsenico e altre pericolose sostanze chimiche, sono stati piantati pioppi. Un bosco di diciottomila pioppi che, per la loro peculiarità di assorbire in profondità metalli pesanti e sostanze dannose dal terreno, sono stati soprannominati “minatori”.
Il progetto, inventato e sviluppato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Napoli “Federico II”, fa parte del progetto europeo Life Ecoremed, di cui è parte attiva la Regione Campania. E’ il primo esempio su scala nazionale ed è nato dove è insediata una della più importanti aziende del Consorzio Nazionale di Raccolta e Riciclo, la Eco-Bat Spa della filiera Cobat.
I risultati? In quattro mesi dalla piantumazione i terreni, fortemente inquinati dalle industrie, risultano bonificati. Il risparmio è pari a qualche milione di euro perché i costi necessari per una bonifica tradizionale sarebbero stati almeno dieci volte più alti. A questo si aggiunge che il fertilizzante usato per nutrire il terreno è prodotto con i rifiuti organici urbani provenienti da Salerno. Ma non basta. Nello spirito di economia circolare, le stesse piante andranno reimpiegate nei forni dell’impianto della Eco-Bat.
In conclusione un intervento risolutivo, migliorativo e a costo molto basso. La tecnica si chiama fitorisanamento ed è un esempio virtuoso non solo di attenzione all’ambiente e quindi alla nostra salute, ma una vera rivoluzione nel campo delle bonifiche ecosostenibili.