Martedì 26 gennaio in PROCULTURA un film italiano, ambientato a Venezia, ma diretto dal regista curdo Fariborz Kamkari, che affronta con il sorriso e con il desiderio di far sorridere il tema dell’integrazione tra la nostra cultura e quella islamica.
con Giuseppe Battiston, Maud Buquet, Mehdi Meskar
Origine: Italia, 2015 – Durata: 92 minuti
Teatro Villoresi – Proiezioni: ore 15,30 e 21,00
La piccola comunità musulmana di Venezia si trova sfrattata dalla propria moschea per iniziativa di Zara,
parrucchiera islamica che trasforma il luogo in un salone di bellezza. Nel tentativo di non far precipitare le cose, viene chiamato in soccorso un imam afghano giovane e inesperto. Del gruppo fanno parte anche Bepi, un veneziano convertito all’Islam, il ‘presidente’ della comunità Karim, la musulmana progressista Fatima e il curdo Ala. Il tentativo di trovare un punto d’incontro tra i musulmani e Zara va avanti tra equivoci, incertezze, beghe di vario tipo. Ma la soluzione è in agguato…
“Sembra cronaca, è un film, ma con i piedi ben piantati per terra. (…) Dopo l’acclamato ‘I fiori di Kirkuk’, il curdo iraniano Fariborz Kamkari torna alla regia per dirci che un altro Islam non solo è possibile, ma esiste già, nell’indifferenza dei media: una commedia d’incontro multietnico e multiculturale a Venezia, con l’Orchestra di Piazza Vittorio a tenere il tempo dell’identità, dell’integrazione e… del terrorismo“.
(Federico Pontiggia, ‘Il Fatto Quotidiano’, 28 maggio 2015)