Anziani, con tante cose da dire ancora, col desiderio di esprimersi e di mettersi in gioco, con la voglia di essere creativi e di sperimentare nuovi mezzi per raccontarsi, ma, soprattutto, pieni di entusiasmo. Sono i Poeti Fuoristrada ai quali fa riferimento il titolo, protagonisti assoluti di questa antologia di versi, che include anche gli splendidi ritratti fotografici realizzati per loro dalla fotografa Francesca Ripamonti.
La raccolta è la naturale conclusione di un percorso cominciato nel 2014 nella Residenza per anziani San Pietro, a Monza, gestita dalla cooperativa La Meridiana e diretta da Roberto Mauri.
Antonetta Carrabs, presidente della Casa della Poesia di Monza, propose alla struttura di aderire al progetto dei Poeti fuoristrada, voluto dal medico emato-oncologo Giuseppe Masera, che è riportabile al Nicaragua dei primi anni Ottanta. È lì che il poeta rivoluzionario Ernesto Cardenal, all’epoca ministro della cultura del governo sandinista nicaraguense, si fece promotore di una corrente poetica, chiamata esteriorista. Partendo dal presupposto che in ciascuna persona esiste un potenziale poeta, tale corrente promuoveva la libera costruzione di una poesia basata su cose concrete, svincolata dagli accademismi e alla portata di tutti, da realizzare in verso libero, affrancata, quindi, dai rigidi schemi imposti dalla rima. Ritenendo che la parola scritta possa avere un valore terapeutico, Cardenal, dieci anni fa, raccolse l’invito del Professor Masera a realizzare dei laboratori di poesia coinvolgendo i piccoli pazienti oncologici ricoverati in un ospedale di Managua, la stessa esperienza, in seguito, è stata riproposta qui in Italia dalla Carrabs ai bambini del centro leucemie di Monza.
Il laboratorio di poesia nella residenza San Pietro è stato condotto dalla stessa Carrabs, con Iride Enza Funari e Paola Perfetti che, nel ruolo di poeti facilitatori, hanno guidato con passione i partecipanti nella creazione dei componimenti, nel corso di incontri che si sono svolti con cadenza settimanale nei due anni di attività.
Dalla lettura delle poesie che ne sono scaturite si riceve la sensazione che alcuni dei partecipanti abbiano voluto rievocare e raccontare eventi speciali del proprio passato, mentre alcuni altri abbiano preferito soffermarsi a descrivere il presente e la loro condizione attuale, Luigi Picheca, ospite di Progetto SLAncio, invece, ha voluto raccontare le circostanze che lo hanno portato a vivere nella struttura.
Aldo Milia, probabilmente ricordando un antico amore che gli ha causato sofferenza, rimprovera la donna amata dicendole “sei una ladra, mi hai rubato anche il sorriso”, e la prega di non rubargli più nulla, ma di godere con lui di quel poco che ancora è rimasto, Berta Ravagnani, ricorda il suo primo bacio, dato all’età di trentadue anni, ad un uomo che “aveva due occhi dove non leggevo il colore della vita”, mentre Eurosia De Cesaris rievoca con nostalgia il periodo in cui aveva vissuto “per cinque anni in Terra Santa”, e spiega che le piacerebbe poter tornare lì, adesso, in compagnia di suo fratello.
Molte sono le liriche incentrate sul tema della poesia stessa che lasciano trasparire l’importanza di questa esperienza corale che si stava svolgendo, “la poesia ci sta stregando tutti”, scrive ancora Aldo Milia, mentre Rita Gandola pensa che la poesia possa essere paragonata ad un’aspirina, perché “riesce a curare tutti”.
Tanti i temi affrontati e molteplici gli stati d’animo esternati dai compositori nei loro versi, eppure tutto giunge al lettore in modo chiaro ed incisivo, perché, come scrive la poetessa fuoristrada Traudi Kurz, “ogni uomo è una porta”, ovvero un punto di passaggio, di sensazioni e sentimenti verso l’esterno e verso l’interno, e ognuno di noi ha la facoltà di scegliere se restare una porta chiusa oppure trasformarsi in una porta aperta.
Valeria Savio
Per chi volesse leggerlo, il volume si può acquistare inviando una mail all’indirizzo [email protected], oppure chiamando il numero 039 39051; il ricavato sarà devoluto in beneficenza per sostenere il Progetto SLAncio.