di Fabrizio Annaro
Cari sindaci,
Scatta l’allarme inquinamento. Ne dà notizia Brescia Oggi segnalando che le centraline del bresciano indicano che il limite del PM10 (polveri sottili dannose alla salute) è stato superato. Anche altri organi di informazione dichiarano che in diverse aree della Lombardia è scattato l’allarme. Monza, che purtroppo ha registrato il primato di essere fra le città con l’aria peggiore, non credo stia meglio.
L’inquinamento atmosferico incide sulla salute dei cittadini europei, in particolare nelle aree urbane. Questo è il risultato del rapporto 2016 dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) di cui abbiamo già scritto sulle nostre pagine de Il Dialogo di Monza.
E’ scientificamente assodato che l’inquinamento è causa di patologie soprattutto respiratorie.
Che facciamo?
Vorrei scrivere tante buone notizie su ambiente e sostenibilità e mi piacerebbe leggerle anche su altri giornali. Inizio con il chiedervi, cari Sindaci, se ci sono novità in materia di inquinamento. Dal 15 ottobre accenderemo le caldaie. Per il momento il clima è ancora mite. Ma presto, quando le nostre case necessiteranno di maggior calore, le polveri sottili inizieranno a diffondersi in modo preoccupante.
Sappiamo che sono state anticipate al primo ottobre le limitazioni alla circolazione dei veicoli inquinanti (Misure per migliorare la qualità dell’aria in Lombardia), ma ho la sensazione che il provvedimento sia decisamente insufficiente.
Ripropongo la domanda: che facciamo?
Ci sarà qualche domenica con stop alle auto e tutti in bicicletta oppure lancerete qualche segnale, magari timidamente, sul tema qualità dell’aria? E noi cittadini (partendo da me stesso) che facciamo? Proseguiamo così, manteniamo il nostro stile di vita utilizzando l’auto anche per andare in farmacia? Continueremo a far finta che l’aria sia sempre pulita?
Durante la campagna elettorale a Monza, e in altri comuni del nostro territorio, ho sentito belle proposte come quella di potenziare il trasporto pubblico con bus elettrici, attivare navette (sempre a bassa emissione di CO2) che da Monza e dalle località brianzole possano collegare (con ampie frequenze) le stazioni della metro di Sesto e Milano, ecc, ecc …
Si è parlato anche della necessità di riqualificare energeticamente gli edifici, i vecchi condomini, di sostituire le caldaie obsolete con quelle più moderne e meno inquinanti. Si è parlato anche della riqualificazione degli edifici pubblici. Evviva! Poi la solita solfa: mancano le risorse, mancano i danè! Mi chiedo: quanti comuni si sono dotati di una figura professionale per poter accedere ai bandi europei e a quelli delle fondazioni? Quali rapporti, quali relazioni sono state instaurate con Enel o con Enea (Rapporto Enea 2017 sull’efficienza energetica) in modo da intervenire anche con piccoli segnali sulla situazione energetica degli edifici pubblici?
E qui apro il mio libro dei sogni: vorrei vivere in una città dove i tetti degli edifici scolastici siano utilizzati per installare pannelli solari; vorrei che ciascun comune mettesse in cantiere una rivoluzione energetica con l’obiettivo di abbattere le polveri sottili e l’emissioni di CO2 e mi piacerebbe che le strade delle città fossero attraversate da bus elettrici e piste ciclabili serenamente percorribili dagli amanti delle due ruote. Ebbene siamo una delle aree più di ricche di Italia. Se l’ente pubblico facesse investimenti nell’ambito green ripartirebbe l’economia, potremmo dar vita ad un nuovo sviluppo, ad una ricchezza che abbia rispetto dell’ambiente e della nostra salute.
Ci sono, poi, le buone prassi che i cittadini mettono in campo e che contribuiscono a migliorare la qualità della vita e dell’aria, nonché le idee e i progetti che si possono “copiare” e che altre città italiane hanno realizzato come quelle attuate a Siracusa città prima classificata nel Premio Urban Award.
Ieri (12 ottobre n.d.r.) il ministro dei trasporti Graziano Delrio ha dato una buona notizia: “stop agli incentivi all’acquisto di auto, puntiamo su altri tipi di mobilità, quella pubblica con autobus e treni per i pendolari e investiamo sul piano nazionale di ricarica elettrica”.
Può essere un inizio?
I cambiamenti di stili di vita sono faticosi. Ma se ci soffermiamo a comprendere il significato profondo, cambia la nostra vita notevolmente.
Facciamo rete perchè altri possano aiutarci e noi a nostra volta dare il nostro contributo. Non lasciamoci travolgere che tanto dobbiamo morire. Il presente e il nostro futuro è nelle nostre mani con scelte virtuose e non virtuali.
Giuseppe Scarabelli
Grazie Giuseppe
di questo tuo contributo. Cambiare è sempre faticoso, dipende dalle motivazioni. Ma se le motivazioni sono forti si può fare!
d’accordissimo sullo stop agli incentivi per l’acquisto di auto, dirottiamo gli investimenti verso la sostenibilità ambientale, ma anche meno stufe a pellets! il bloccare le auto, che tra l’altro ci hanno fatto acquistare a suon di incentivi “ecologici” è gettare fumo negli occhi, nel vero senso della parola, perchè si finge di affrontare un problema, solo perchè è più facile controllare le auto, piuttosto che risolvere quello vero, cioè la difficoltà ad andare casa per casa a vedere che non si usino questi pellets: quello che fa ancora più rabbia è che diano addirittura degli incentivi a chi compera una stufa a pellets! queste sono invece responsabili di ben il 45% del PM10 in Lombardia: e allora perchè non interveniamo s di esse e ci accaniamo sulle auto, che producono un – peraltro rilevante – 27%? ok piedi e bici, ma anche coerenza! le auto che circolano in inverno sono le stesse dell’estate, cosa vuol dire criminalizzarle a seconda della stagione? i riscaldamenti sono ormai quasi esclusivamente a metano, esenta da PM10: e allora basta parlare di blocchi auto e risparmi nell’uso delle caldaie! blocchiamo vendita ed incentivi su stufe a ‘combustione legnosa! prima ci hanno raccontato delle auto non catalitiche, poi si è scoperto che il male non era la vecchia macchina a benzina che avevi dato dentro in cambio di un fiammante diesel, ma di quest’ultimo! e adesso lo deve lasciare in garage, ma puoi salire i casa ed accendere la tua bella stufa a pellets e continuare a d impestarci tutti di PM10. http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2016-06-14/smog-lombardia-stufe-pellet-prima-causa-pm10-120910.shtml?uuid=ADVdBnb
Se l’unico provvedimento è quello di bloccare i veicoli diesel (cosa tra l’altro di difficile accettazione per i motivi che sopra sono stati detti), allora deve essere per tutti! Benzina e diesel, indipendentemente dalle classe di appartenenza. Ma siccome non sono solo i diesel i responsabili dell’aria pessima, i provvedimenti con relativi investimenti devono andare in altra direzione. Noi cittadini paghiamo doppiamente:aria pessima e disagi di chi l’auto la usa per lavoro e non per andare in farmacia a 200 mt da casa. potenziate i mezzi pubblici ed i collegamenti in Brianza tra un comune e l’altro, Allora vedrete quanta gente utilizzerà i mezzi! Troppo facile bloccare solo alcuni veicoli.
Grazie Egidio. La tua riflessione ci invita a non essere superficiali e a documentarci il più possibile di fronte alla diffusione di notizie in tema di ambiente e di inquinamento.
Grazie Daniela. Anch’io penso sia giunto il momento di optare per decisioni coraggiose e chiedere a Stato, Regioni e comuni di investire molto, ma molto di più nel trasporto pubblico