“Polveri sottili, i sindaci scendano in campo”

di Francesca Radaelli

“Siamo in ritardo di cinque anni, è giunto il momento di agire”. Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria, non ha dubbi: “Occorre prendere il coraggio a quattro mani. I sindaci devono scendere in campo, al fianco dei cittadini, e avviare finalmente un percorso che porti a un’aria più pulita all’interno delle nostre città”. L’associazione Cittadini per l’Aria Onlus nasce a Milano nel 2015 proprio con l’obiettivo di sensibilizzare la comunità e le amministrazioni pubbliche sul tema della qualità dell’aria. Lo scorso maggio ha presentato la prima mappa dell’inquinamento da biossido di azoto dell’aria di Milano realizzata dagli stessi cittadini.

Contestualmente, in una lettera inviata al sindaco Giuseppe Sala, ha sottoposto al Comune una proposta concreta di graduale eliminazione dei diesel dalla città a partire dal 1° gennaio 2018. E dopo il ricorso presentato al TAR regionale, insieme ad AIPI – Associazione Ipertensione Polmonare Italiana e con il sostegno di ClientEarth sta seguendo da vicino i lavori per il nuovo PRIA, il Piano degli Interventi per la Qualità dell’Aria di Regione Lombardia. Dopo la lettera aperta ai sindaci della Brianza sulle polveri sottili pubblicata sul Dialogo di Monza, abbiamo chiesto ad Anna Gerometta come si dovrebbe agire.

“Finalmente arriverà la pioggia e il Pm10 scenderà”. Questo si sente dire in questi giorni ascoltando i telegiornali lombardi. È davvero inevitabile continuare respirare un’aria così inquinata, e attendere l’arrivo del maltempo come unica salvezza?

Direi che l’aria inquinata noi la respiriamo in attesa che i politici facciano qualcosa. Quella dell’inquinamento atmosferico oggi è una vera emergenza, che bisogna affrontare al più presto e in modo strutturale. È sufficiente tenere monitorato il sito di Arpa Lombardia, che offre la mappa dell’Indice di Qualità dell’Aria aggiornata in tempo reale, per rendersi conto della situazione della nostra regione. Mediamente sul territorio il livello medio di PM2.5, ossia il particolato più sottile e pericoloso per la salute umana, supera di moltissimo il limite di 25 microgrammi per metro cubo. E lo stesso accade per la concentrazione di PM10 e di NO2, ben al di sopra della soglia consentita, che già secondo il rapporto finale del Progetto HRAPIE dell’OMS, non è sufficiente per mettere la popolazione al riparo da effetti sulla salute. La Brianza non fa eccezione, anzi a volte registra valori persino peggiori a quelli di Milano.

Quali sono i principali responsabili dell’inquinamento dell’aria nelle nostre città?

Per quanto riguarda il riscaldamento domestico, senz’altro le stufe a pellet e la legna dei caminetti, le cui emissioni di polveri sottili sono di gran lunga maggiori rispetto a quelle di altri sistemi di riscaldamento. Eppure in Lombardia – se si eccettuano le aree montuose più isolate – mediamente la disponibilità di metano non manca.

E sul fronte della mobilità e della viabilità stradale?

È ormai assodato che le maggiori emissioni di biossido di azoto (NO2) presenti nelle nostre città derivano dal traffico, in particolare dai veicoli con motore diesel. Il biossido di azoto, inoltre, contribuisce anche alla formazione del particolato più fine, il PM2.5 e dell’ozono (O3), un inquinante che si produce in atmosfera in primavera ed estate per reattività fotochimica con l’irraggiamento solare. E dire che già cinque anni fa i diesel Euro 3 avrebbero dovuto essere messi fuori legge…

Veniamo proprio a questo punto: come si dovrebbe agire a livello politico e da parte delle amministrazioni locali? Quali sono le vostre proposte, come associazione, per sindaci e amministratori? 

L’obiettivo deve essere quello di bloccare la circolazione dei veicoli diesel, tutto l’anno. Il blocco per sei mesi serve a ben poco, anche perché è molto più nociva per la salute l’esposizione a lungo termine che l’emergenza di pochi giorni. Occorre prendere provvedimenti strutturali, fissare una tabella di marcia chiara. Stabilire una volta per tutte che dal 1° gennaio 2018, o al massimo dal 30 giugno 2018 (visto il ritardo con cui ci si sta muovendo), i diesel non potranno più circolare in Lombardia. L’azione può essere progressiva, il divieto di circolazione può essere applicato inizialmente alle aree più urbanizzate ed esteso in seguito ovunque. Però bisogna iniziare.

Al Comune di Milano avete presentato una proposta precisa in tal senso.

Abbiamo chiesto al sindaco Giuseppe Sala di predisporre un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) che preveda una tabella di marcia chiara, che inizi con l’attivazione dal 1° gennaio 2018 di una zona a basse emissioni con divieto di circolazione assoluto per i veicoli diesel Euro 3 e Euro 4 senza filtro antiparticolato ed un sistema di tariffazione per tutti veicoli diesel (Euro 4, 5 e 6) che non rispettano i livelli emissivi su strada (CF 2.1). Come parametro di riferimento abbiamo utilizzato il sistema EQUA, che supera la classificazione del tipo Euro e su cui si fonderà la classifica delle emissioni reali su strada per il sistema Revolution’Air a cui ha aderito il Comune di Milano. Riteniamo che entro il 2025 il divieto di accesso alla zona protetta debba essere esteso a tutti i diesel.

Ci sono in Italia o in Europa degli esempi positivi di buone pratiche amministrative che i nostri sindaci potrebbero provare a replicare?

Guardando all’Europa, in alcune città della Germania, come Monaco, il blocco di tutti i diesel scatterà già a partire dal 1° gennaio 2018, per effetto di una sentenza del Tribunale amministrativo bavarese. Esempi sicuramente molto positivi sono le azioni che stanno intraprendendo Sadiq Khan e Anne Hidalgo, primi cittadini di due vere e proprie metropoli europee come Londra e Parigi. Respirare aria pulita è un diritto che tutti i cittadini devono rivendicare per sé. E quando i sindaci si mettono al fianco dei cittadini, qualcosa può davvero iniziare a cambiare.

 

 

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