di Fabrizio Annaro
Un nuovo giorno per il Pd un nuovo giorno per l’Italia. Finalmente! Dopo quasi sei mesi il Pd ha scelto il suo segretario. Anzi la sua segretaria: Elly Schlein.
E’ cosi il popolo del Pd ha deciso che sia femmina! Un segnale di novità inaspettato ed in palese rottura e discontinuità con quanto scelto dagli iscritti che avevano preferito Bonacina. Schlein ha sfiorato il 54% dei consensi, mentre il suo antagonista si è fermato al 46%. Hanno votato quasi 1.400 mila elettori. A Monza e Brianza la nuova segretaria supera il 60% dei consensi attestandosi a quota 66,6%.
I commenti
“E’ una piccola grande rivoluzione. Anche stavolta, non ci hanno visto arrivare. Il Pd è vivo e questo è un mandato a cambiare.” Così ha commentato la nuova segretaria.
Letta: “Riuscirà dove io ho fallito“, e Meloni: “Spero che l’elezione di una donna aiuti la sinistra a guardare avanti e non indietro”.
Nel silenzio si è affermata un’onda che ha travolto tutti. Oggi si apre una nuova speranza per la vita politica italiana.
La ricerca di una nuova identità
Gli elettori del Pd hanno affidato al carisma di una donna il compito di rinnovare un partito sconfitto nelle elezioni politiche di settembre e in quelle regionali di febbraio. Un partito che sin qui si è presentato come imprigionato dalla dinamica asfittica delle correnti, senza una precisa identità e da una genesi ampiamente criticata da giornalisti, intellettuali e politici di lungo corso: la famosa fusione a freddo. Si veda il commento di Laurenzo Ticca sulle elezioni regionali.
Oggi il Pd è chiamato a guardare oltre: anzitutto urge attivare un percorso autentico di ricerca della propria identità e di messa a fuoco di una nuova visone in grado di generare un progetto politico concretamente realizzabile. Pace, Ambiente, Solidarietà, Sociale, Lavoro, Mondo giovanile, qualità della vita, desideri spirituali, salute, anziani mondi a cui dare ed offrire pensieri e proposte.
Alcune domande: Il Pd riuscirà ad attivare un nuovo itinerario?
Riuscirà il Pd ad abbandonare la logica delle correnti e far proprie le aspirazione del popolo delle primarie e cioè realizzare il rinnovamento da molti auspicato? Si apriranno le porte del Pd ad un serio confronto anzitutto con la scienza, la cultura, la società, il Terzo Settore? Ci sarà un vero programma di governo che si occuperà di intervenire con concretezza ed efficacia nel mondo del sociale, dei conflitti, dell’ambiente e del lavoro. Culminerà questo cammino nella genesi di un nuovo partito con un nome nuovo?
Non basta democratico
La parola “democratico” è una parola nobile che sintetizza un mondo di valori irrinunciabili. Ma non basta. Per dare sapore ad una nuova identità deve essere all’ordine del giorno l’integrazione di altrettante “parole chiave” come Ambiente, Solidarietà, Sociale, Lavoro, Pace. Parole che si possono aggiungere alla sigla “democratico”. Però non è un problema di sigle o di slogan, bensì è una questione di priorità e di visione da elaborare e da ripensare.
Le alleanze
Serve abbandonare la presunzione di poter far da soli. Mi immagino, forse mi sbaglierò, ma Aldo Moro ed Enrico Berlinguer non avrebbero rinunciato a sedersi al tavolo con i 5Stelle per aprire un dialogo per la costruzione di un progetto di governo. Nessun si è scandalizzato nel veder nascere l’alleanza fra Fratelli d’Italia con Lega e Forza Italia malgrado esser stati l’uno all’opposizione e gli altri al governo.
Invece nel campo del centro sinistra non si è voluto perdonare a Conte l’ingenuità della caduta di Draghi, anzi si è presa la palla al balzo, per chiudere con 5Stelle e compagnia con il risultato che la destra ha vinto a mani basse. La politica è l’arte del possibile, è una scommessa complicata e difficile.
La complessità
Elly Schlein troverà grandissimi ostacoli, resistenze e diffidenze fuori e dentro il suo partito. Il vero grande nemico, l’avversario numero uno suo e non solo suo, è la complessità. Vincerà la sfida alla complessità chi sarà in grado di promuovere alleanze. Anzitutto con il sapere, con la conoscenza, con la scienza e la cultura e naturalemente con i cittadini.
Fine dei talk? Speriamo!
Infine un appello: abbandoniamo la critica e il pontificare, rimbocchiamoci le maniche e diamo una mano.