di Daniela Annaro
Mani nodose attorno ad attrezzi di cui, forse, abbiamo dimenticato il nome. Braccia maschili vicino a macchine per cucire. Lame che incidono il pane e lame che tagliano la barba. Messa così sarebbe difficile riconoscere i tre anni di lavoro di Giovanna Monguzzi e Stefania Sangalli, preziose colleghe e fotografe del nostro giornale, titolari delle rubrica “IL LAVORO CHE RESISTE“.
Trentasei mesi di fatiche per rintracciare artigiani, per superare la loro legittima ritrosia nel farsi fotografare durante l’esercizio della loro “professione”. Tre anni per recuperare la memoria di lavori, memoria che rischia di perdersi nella società della globalizzazione, del fatto in serie a prezzi bassi, o nella scarsa richiesta del manufatto da parte del mercato …
Centoventi fotografie, tra le migliaia scattate e un video sono la conclusione – almeno per ora – della loro “fatica” (vado a faticà – dicono al sud – intendendo vado a lavorare), immagini ora esposte allo spazio “ex Osservatorio Colore” (fianco Stazione FFSS in via della Pinacoteca 5/7) a Lissone. Un luogo perfetto (era un deposito e poi un laboratorio) per raccontare dell’ ingegnosità di falegnami, materassai, droghieri, liutai, maestri gessai, intagliatori di pipe, tipografi, rilegatori. Uomini e donne di bottega.
Antichi mestieri di artigiani che resistono alle insidie del tempo, che con pervicacia e ostinazione mantengono alta la tradizione e la ricchezza del prodotto fatto direttamente dalle mani dell’uomo.
“Lavori del passato” come sono state definiti da due giovanissime visitatrici Sofia, 14 anni, e Giulia, 16 anni, entrambe studentesse lissonesi.
Immagini per loro nuove, a tratti incomprensibili per le due adolescenti, abituate a quelle che vedono sui loro computer, sul tablet o in tv dove non si parla né tantomeno si mostra il faticoso e creativo lavoro dell’artigiano, sia che indossi il camice dell’orafo o la tuta dell’arrotino. Ed è proprio di questo che ha parlato, intervenendo all’inaugurazione, Giovanni Barzaghi, Presidente di APA Confartigianato Imprese Milano, Monza e Brianza.
E’ tempo di riuscire a tramandare questi mestieri, mestieri ricchi di tradizione e dunque di sapere e di memoria. Lavori che rischiano di scomparire se non ne valorizziamo l’importanza.
Il Comune di Lissone ha patrocinato la mostra e messo a disposizione gratuitamente lo spazio. In prima persona, la sindaca Concettina Monguzzi ha voluto partecipare, insieme al vicesindaco e assessore alla cultura, Elio Talarico. E la sindaca ci ha ricordato che:
Oggi, giorno dell’inaugurazione è il Primo Maggio, Festa del lavoro, è il giorno giusto per poter parlare di “Lavoro che resiste” da tutti i punti di vista. Perché Lissone e la Brianza sono per eccellenza nel nostro immaginario i luoghi dell’artigianato del mobile e del legno, espressione di quello che eravamo e che ancora oggi siamo con grandi sacrifici.