di Luigi Picheca
Chi trova un amico trova un tesoro. Mai proverbio fu coniato per confermare meglio una realtà! Quegli amici leali e sinceri coi quali condividi tutto sono proprio rari, ma ti stanno vicino sempre, come dei fratelli. Ho un bel ricordo di alcuni amici che mi hanno fatto dono della loro presenza in tanti anni. Il primo amico che ricordo l’ho conosciuto a scuola, in seconda media. Si chiamava come me ma in famiglia lo chiamavano “Furio” perché era una forza della natura ed era una miniera di trovate spiritose, come me.
Erano gli anni di una adolescenza spensierata ma in cui si forma il carattere. Era bello passare il tempo insieme e lo facevamo anche rubando ore allo studio, andavamo spesso all’oratorio della Rondinella a Sesto e giocavamo a ping-pong, un gioco che ci piaceva particolarmente e che ci ha visto prevalere in tante sfide con altri ragazzi durante i tornei.
Un altro gioco in cui abbiamo conseguito dei successi era quello del Calciobalilla, dove in coppia eravamo quasi imbattibili! Noi ci dividevamo tutto, quei pochi soldi che avevamo in tasca li usavamo per comprarci un dolcetto o un bicchiere di spuma al bar del circolo, dove gli anziani giocavano a bocce.
Crescendo, ci siamo un po persi di vista, due scuole superiori diverse e la morte di mio padre che mi ha spinto a cercare lavoro per aiutare la famiglia, ci hanno separato per un po. Quando ci trovavamo, però, eravamo gli stessi spensierati ragazzini di una volta.
Ci siamo cercati anche quando abbiamo avuto bisogno di un conforto reciproco nella sofferenza della malattia che ci ha colpito intorno ai 50 anni di età. Ho saputo troppo tardi che lui desiderava incontrarmi negli ultimi momenti di vita, quando sentiva vicina la fine.
A mia volta l’ho cercato quando la SLA ha mostrato di essere più forte di me e mi ha fatto desiderare di lasciarmi andare. Sì, l’ho cercato e ho ricevuto la brutta notizia, lo avrei voluto abbracciare in quel suo letto di morte per dargli quell’affetto di cui siamo capaci in quei momenti particolari.
Altri amici li ho trovati dopo molti anni accompagnando a scuola mia figlia, delle simpatiche “canaglie” che portano il nome di: Marcello, Gino, Luigi e Germano. Che, oltre a Donatella e a Valeria si sono confermati ottimi amici sempre, soprattutto nei momenti che contano.
Loro sono stati molto bravi ad accompagnarmi nei momenti bui della malattia regalandomi dei momenti di distrazione che mi hanno fatto tornare la voglia di vivere. Ho avuto dei momenti veramente tristi quando la SLA si è impadronita del mio corpo e non volevo vedere nessuno perché mi vergognavo della mia progressiva infermità.
Una reazione comune per chi subisce traumi o malattie che portano alla tetraplegia. I miei amici mi hanno inizialmente imposto la loro presenza con la complicità di mia moglie e dei miei figli, dimostrandosi più maturi e più saggi di me.
Ancora adesso mi sanno dedicare un pò del loro tempo e del loro affetto venendomi a fare compagnia. Durante le loro visite mi dimentico di avere la SLA e ascolto avidamente i loro racconti e le loro storielle facendomi ridere e regalandomi momenti di vera spensieratezza.
Mi raccontano anche delle loro famiglie e dei loro figli che crescono e diventano adulti come i miei, quei racconti che facevamo tante volte davanti a una tazzina di caffè, la mattina al bar, quando ci confidavamo i nostri sogni e le nostre speranze sui nostri figli e sul loro futuro.
Il tempo corre troppo veloce quando vivo quei momenti di intensa felicità e poi chino il capo dopo che se ne vanno, come a ringraziare Dio per quelle parentesi di inebriante bellezza.
È proprio vero: “chi trova un amico trova un tesoro!”.
Luigi Picheca
Luigi scrive con gli occhi, unico modo per comunicare con il mondo. E’ malato di SLA e vive presso il Centro SLAncio di Monza (http://www.progettoslancio.it/) Ha accettato di collaborare con il nostro giornale e attraverso un computer, che traduce il movimento oculare in parole, scrive per noi. Dopo il Dialogo, altre testate fra cui il Cittadino di Monza ospitano gli articoli di Luigi. Anche la rivista dell’impresa Worthington S.r.l. Flowserve di Desio ha pubblicato alcuni scritti di Luigi.
Oltre che redattore Luigi è portavoce dei malati di SLAncio Centro che accoglie 71 persone affette da SLA, in Stato Vegetativo e che hanno bisogno di Hospice.
Luigi è testimonial delle campagne a sostegno del Progetto SLAncio