testo di Luca Novelli – da Giannella Channel
E’ stato un nonno speciale quello di Charles, Erasmus Darwin, che era medico, inventore, poeta e (guarda caso) evoluzionista ante litteram.
Per il padre di Charles, il medico Robert Darwin, suo figlio sarebbe dovuto diventare medico come lui o, come ripiego, pastore anglicano. “Almeno avrai un lavoro dignitoso e ben retribuito”, diceva.
Ma Charles abbandona la facoltà di medicina al terzo anno. Dopo aver assistito una operazione chirurgica dal vivo, con nelle orecchie le urla del paziente (nel 1828 l’anestesia non è ancora stata inventata) decide che le scienze mediche non fanno per lui. Così il padre lo iscrive a forza all’Università di Cambridge dove potrebbe guadagnarsi il titolo di studio che gli consentirà di ottenere gli ordini sacri della Chiesa d’Inghilterra.
In realtà Charles, che ha vent’anni, ama solo le passeggiate a cavallo, i suoi cani e la caccia. Apparentemente non ha nessun talento, nessun obiettivo. Non si oppone a un futuro che sembra stabilito. Invece accade qualcosa di inaspettato. La sua passione per la natura viene incoraggiata da due docenti, John Stevens Henslow e Adam Sedgwick. Nel giovanotto vedono qualcosa che neppure lui aveva immaginato. Con loro Charles fa escursioni botaniche e geologiche. Lo stimano e gli sono amici. Infine il professor Henslow propone a Charles l’incarico di “naturalista di bordo” sul brigantino Beagle, che sta per salpare dal porto di Plymouth per un avventuroso viaggio attorno al mondo. Charles accetta e riesce persino a ottenere il permesso di suo padre, grazie alle pressioni di uno zio più illuminato di lui. Il viaggio sul Beagle lo cambierà. E Charles cambierà il corso della storia della scienza.
Un nonno molto speciale
Ma il destino di Charles Darwin e della sua Teoria era stato scritto molto prima, da bambino, anzi, addirittura prima della sua nascita, forse sul suo DNA. Perché suo nonno, Erasmus Darwin, era un evoluzionista convinto da almeno tre decenni. Aveva scritto e detto cose incredibili per il suo tempo, come la frase profetica: “un giorno forse si scoprirà che discendiamo tutti da un solo filamento vivente”
Non male, come profezia del DNA, quasi due secoli prima della sua scoperta.
Di questo nonno straordinario e misconosciuto non se ne parlava in casa. Il padre di Charles se ne vergognava: nonno Erasmus, libertino e rivoluzionario, aveva sparpagliato figli in mezza Inghilterra, Robert era uno dei quattordici riconosciuti, comprese le due bambine avute dalla sua tata. Nonno Erasmus piaceva alle donne, anche se aveva un aspetto terribile e imbarazzante. Era arrivato a pesare più di 150 chili. Aveva frequentato amici notevoli, come James Watt, inventore della macchina a vapore e Joseph Priestley, il grande chimico. Con altri illuminati della sua generazione si ritrovavano una volta al mese nelle notti di luna piena per discutere di scienza e amenità. Lui stesso inventava cose strane, compresa una “macchina parlante” e un “uccello meccanico capace di volare”. Ma soprattutto aveva scritto un poema, in versi distici ed eroici, sugli amori delle piante dove il sesso dei vegetali aveva parecchie assonanze con gli amori degli umani.
Nonno Erasmus muore sette anni prima della nascita di Charles, e come abbiamo detto, le sue imprese non sono mai citate in casa Darwin. È stato rimosso in tutto e per tutto. È solo un fantasma ingombrante. Per il piccolo Charles, che esplora la biblioteca di papà, la scoperta delle opere e della personalità del nonno è certo dirompente. Il seme di Erasmus ha resistito al tempo e alla polvere e in Charles, in qualche modo, trova il terreno adatto.
Un bambino come tanti
Charles, anzi, Charley o Bobby, come è chiamato in famiglia da piccolo, nella sua autobiografia, si definisce “ladro di frutta”, “cattivo” e “cacciaballe”. È un bambino normalissimo che fa di tutto per attirare l’attenzione della sua famiglia. Lo aiuta in questo intento sua sorella maggiore Caroline, che lo incolpa di ogni piccolo disastro che accade in casa. A Caroline è affidata la sua educazione primaria, con scarsi risultati. Charley ride spesso e volentieri, forse troppo. È un po’ lento a formulare discorsi articolati e piuttosto goffo nei movimenti. Però è un bambino sano e pimpante, a differenza di tanti suoi coetanei che vivono e muoiono come mosche nella maleodorante Londra degli stessi anni. Charles Darwin, infatti, è nato a Shrewsbury, a 270 km da Londra, il 12 febbraio 1809. Qui vive la prima parte della sua vita in una grande casa non lontano dal fiume Severn. Si chiama Mount House, ha tre piani, almeno tre domestici, cavalli e cani, una scuderia annessa e un grande prato davanti. Una casa da ricchi borghesi del primo Ottocento. Attualmente è un piccolo hotel da 100 euro a notte.
Al tempo delle ultime e decisive vittorie inglesi su Napoleone, Mount House ha una grande libreria con tanti volumi di scienze mediche del padre Robert Waring Darwin, ma anche i volumi del più intrigante e interessante nonno Erasmus, dove si parla impudicamente anche di sesso, sia pure delle piante.
Segni premonitori
Certamente non mancano piccoli segni premonitori dell’interesse del piccolo Charles per la storia naturale. È spesso nella serra a curiosare tra le piante i fiori che coltiva suo padre, colleziona, insieme a monete e francobolli, anche minerali, insetti e rocce. Cura i suoi cani e pesca lungo il fiume. Quando Darwin ha nove anni suo padre lo manda alla scuola-convitto del reverendo Butler. È un luogo grigio e tetro dove si insegna in modo grigio e tetro la storia antica, il latino e il greco. Appena può scappa a casa, che per sua fortuna non è lontana. Per i fatti suoi, lontano dal reverendo Butler, legge i drammi storici di Shakespeare, le poesie di Byron, Scott, Thomson, le Odi di Orazio, libri di viaggio e il poema sugli amori delle piante di nonno Erasmus.
Comincia a fare escursioni ed esplora il Nord del Galles, che ha paesaggi molto affascinanti. Aiuta suo fratello Erasmus (che porta il nome del nonno) nei suoi esperimenti di chimica nel laboratorio che si è costruito in giardino. I suoi compagni per prenderlo in giro lo chiamano “gas”.
Quando Charles ha sedici anni, suo padre lo iscrive con suo fratello Erasmus all’Università di Edimburgo, ai corsi di medicina.
Ha lasciato la scuola di Shrewsbury senza onore e senza gloria. Suo padre lo considera un inetto, capace solo di cacciare i topi. Nessuno immagina che nell’anima di questo pigro adolescente, c’è già il seme di una grande idea, grazie anche al fantasma di un nonno eccezionale.