di Francesca Radaelli
L’accoglienza dei migranti può essere POP. Questo è il nome della cooperativa di Monza fondata circa un anno fa che giovedì scorso ha inaugurato ufficialmente la propria sede in via Giulini 7. Nata in seno al Consorzio Comunità Brianza con l’obiettivo di occuparsi di accoglienza dei richiedenti asilo, POP è stata fondata il 3 ottobre 2016 per volontà di alcuni operatori che negli ultimi anni sono stati
impegnati nel progetto Sprar di accoglienza dei profughi gestito dal Consorzio sul territorio di Monza e Brianza.
E che ora hanno deciso di tracciare, a propria volta, la propria strada. La direzione è indicata dal nome stesso che hanno scelto per battezzare il nuovo soggetto. “In informatica i POP sono nodi, specializzati ed utilizzati per accedere alla rete”, spiega al Dialogo di Monza Matteo Castellani, uno dei fondatori della cooperativa che conta circa 14 soci, di età media trenta-quarant’anni. “I privati e le piccole organizzazioni usano un identico tipo di accesso, effettuato attraverso un modem e la linea telefonica commutata o attraverso connessioni digitali.
Allo stesso modo, i soci pensano alla Cooperativa Sociale POP, in cui la sigla sta per ‘point of presence’, come punto di presenza e accesso di una rete da tessere tra le persone con cui lavora e la realtà che la circonda: “Siamo cresciuti con la rete, siamo passati dal web 1.0 e dal subire la comunicazione dei media mainstream al 2.0 e al vociare di tutti, sappiamo che significa rete e come esserne parte e nodo”, continua Matteo Castellani. “Siamo punti di presenza, per chi si rivolge a noi, con cui sperimentiamo linguaggi, strumenti e modi tramite cui relazionarsi all’esterno. Per il territorio su cui agiamo, per tradurre e facilitare l’interazione fra vecchie e i nuove forme di cittadinanza. Punti di presenza come punti di contatto fisici e virtuali, competenti e attivi che mirano ad un’interazione costruttiva tra gli utenti e le società ospitanti. Punti di presenza non solo attuatori, ma facilitatori di collegamenti, attivatori di azioni e vettori di possibilità”.

Obiettivo: coinvolgere e farsi coinvolgere
“Dopo diverse esperienze nel settore dell’immigrazione abbiamo cominciato a pensare a come imprimere un nostro taglio personale, abbiamo sentito il desiderio di portare avanti in modo autonomo nuove azioni nel campo dell’accoglienza, promuovere collaborazioni e progetti sul territorio”, spiega Matteo Castellani, uno dei fondatori della cooperativa che conta circa 14 soci, di età media trenta-quarant’anni. “Di qui l’idea di dar vita a un nuovo soggetto, consapevoli di poter contare sull’appoggio del Consorzio, che non è mai venuto a mancare, rispetto al quale vogliamo porci in continuità e in modo complementare”.
Il progetto di accoglienza promosso in questi anni dal Consorzio Comunità Brianza – portato avanti attraverso la rete Rti Bonvena – ha introdotto importanti innovazioni nella gestione dei richiedenti asilo, a partire dal concetto di accoglienza diffusa sul territorio, fino alla creazione e al mantenimento del fondo Hope, attraverso cui vengono finanziate una serie di attività (come le borse lavoro o i tirocini) che, pur non essendo contemplate nel bando ministeriale, offrono importanti chance di integrazione alle persone che richiedono protezione internazionale.
È questo l’orizzonte di riferimento per i ragazzi di POP. Questo il punto di partenza. “Le buone pratiche che abbiamo imparato a promuovere all’interno del Consorzio ci indicano la direzione”, puntualizza Matteo Castellani. “Vogliamo implementarle ulteriormente, esportarle anche in realtà – come i comuni della provincia di Milano in cui abbiamo iniziato ad operare – che sono rimaste al di fuori di questa esperienza, stringere nuovi legami e nodi con il tessuto del territorio. Puntiamo a coinvolgere ancora di più la comunità, aprendoci a nuovi contatti e promuovendo l’incontro e il dialogo”.

I primi progetti
Non è un’impresa facile, bisogna confrontarsi con la burocrazia, le scadenze, spesso un po’ di diffidenza da parte delle persone, e con tessuti sociali variegati che richiedono modalità di intervento differenti. Ma i progetti in cantiere sono molti, le idee probabilmente ancora di più e qualche iniziativa è già partita. Per esempio la collaborazione con il gruppo missionario Le Formiche di Melzo (https://gruppomissionarioleformiche.com/chi-siamo/), che punta coinvolgere i richiedenti asilo in un progetto di agricoltura sostenibile.
Ma anche lo sviluppo di un servizio di preparazione legale per i richiedenti protezione internazionale nei comuni del territorio milanese, che prende le mosse da un’iniziativa promossa e realizzata in Brianza: “Spesso, davanti alla commissione che esamina le domande di protezione internazionale, i richiedenti asilo non sono in grado di raccontare efficacemente la propria storia né di indicare con chiarezza i pericoli e le persecuzioni cui sono sottoposti nel loro paese. Per questo occorre indirizzarli prima del colloquio e per questo abbiamo deciso di introdurre anche nei comuni del milanese in cui operiamo un’attività che già è stata sviluppata in Brianza”. Un’altra iniziativa a cui POP sta lavorando è la realizzazione dei corsi di italiano in collaborazione col comune di Truccazzano, destinati a stranieri – in gran parte donne – che non sono inseriti nel progetto di accoglienza ma vivono stabilmente sul territorio.
E ancora, il progetto “Stories” realizzato in collaborazione con l’Associazione Oltrespazio (http://www.oltrespazio.it/) e finanziato dalla Fondazione Monza e Brianza per la realizzazione di un video con il racconto delle storie di viaggio e di vita di cinque richiedenti asilo accolti dalla Cooperativa POP.
Non solo accoglienza, ma incontro
Insomma, di carne al fuoco ce n’è parecchia e l’ottimismo è quello di chi crede nella possibilità di costruire, nel presente e nel futuro: “Il nostro obiettivo è lavorare ad ampio raggio, andando oltre le attività legate ai richiedenti protezione internazionale, intrecciando relazioni con il territorio, facendo informazione, organizzando eventi culturali, ma anche promuovendo la cooperazione con i paesi di origine. Vogliamo ampliare la prospettiva”.
Un’idea di accoglienza che, una volta superato il puro assistenzialismo, arriva a coinvolgere e toccare i diversi aspetti della vita sociale. La prospettiva è quella di lavorare per una vera ed efficace integrazione, su progetti che vadano oltre la gestione dei migranti nella fase della richiesta di protezione internazionale. Mettendo a frutto, con questo scopo, le esperienze e le differenti competenze dei diversi soci della cooperativa, che vengono da percorsi diversi, dall’associazionismo, volontariato e dall’attivismo, dall’ambito socio educativo a quello della ricerca accademica fino alla cooperazione internazionale e alla formazione artistica.
“Attualmente la cooperativa gestisce l’accoglienza di 81 persone in appartamento, tra la provincia di Milano e quella di Monza, nei comuni di Cinisello, Cusano Milanino, Truccazzano, quindi Monza, Villasanta, Lissone, Mezzago, Vimercate, Ronco Briantino”, precisa Matteo Castellani. A nemmeno un anno dall’avvio delle attività – POP è operativa da gennaio – la cooperativa si avvale sei dipendenti stipendiati regolarmente, di cui quattro soci della Cooperativa.
All’inaugurazione della nuova sede, sul cui muro campeggia il logo colorato della cooperativa, realizzato dagli stessi soci, ci sono tanto entusiasmo e tanta voglia di fare. Si festeggia con i formaggi e i prodotti provenienti da La Bagaggera (http://www.bagaggera.it), giovane azienda agricola del Parco del Curone che pratica la coltivazione biologica: “Perché anche nelle piccole cose non vogliamo perdere di vista la parte migliore del nostro territorio”. E perché l’accoglienza a misura di Brianza può passare anche da qui.
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