Camioniste, elettriciste, tappezziere, fabbre, meccaniche, idrauliche… in Italia i mestieri “maschili” si declinano anche al femminile. Sono le donne con un lavoro “da uomo”: in Italia si contano 3000 camioniste, 480 elettriciste, 1000 tappezziere, 2700 fabbre, 1230 meccaniche, 480 idrauliche, circa 300 falegname e 370 calzolaie.
E con la crisi le donne riscoprono i mestieri tradizionali: tra le attività artigiane di sapore antico, tradizionalmente associate alla figura maschile, in Italia tra i nuovi calzolai e tappezzieri, iscritti nel corso del 2015, 1 su 5 è donna. Tra il 2011 e il 2015 crescono le donne calzolaie e le imprenditrici con un’attività nel settore idraulico: rispettivamente +10% e +11,5%, al contrario dei colleghi uomini che fanno registrare -6% e -5,4%. E’ quanto emerge da elaborazioni dell’Ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Registro Imprese.
“La dimensione femminile è un formidabile motore di crescita economica, una straordinaria leva di cambiamento sociale e politico in tutto il mondo, ed è per questo che sembra oggi la più adeguata per affrontare le nuove sfide globali. Le donne rappresentano un patrimonio unico di competenze che va assolutamente promosso e incoraggiato a misurarsi sul mercato attraverso l’impresa. Come ho già detto altre volte, le donne stanno imparando a “giocare a calcio”, a fare squadra, a connettersi, a fare rete in contesti in cui si possono esprimere attraverso il lavoro, senza dover rinunciare al proprio ruolo nella vita familiare. Certo, gli sforzi delle imprese non bastano, per questo la politica deve fare la sua parte. Occorre disegnare un quadro normativo che crei e rafforzi gli strumenti di flessibilità nel mercato del lavoro, sviluppando le possibilità delle donne di accesso al mercato e alle risorse finanziarie” – ha dichiarato Mina Pirovano Presidente del Coordinamento Regionale dei Comitati per l’Imprenditoria femminile Lombardi e del Comitato della Camera di commercio di Monza e Brianza
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