I sentimenti secondo Matteo Rubino: l’amore materno e quello filiale, la gelosia, la paura di perdere l’oggetto amato, l’amore fisico, l’orgoglio e la dignità.
L’autore ne parla in cinque racconti, e non quattro come recita il titolo, scritti con ritmo incalzante, attraverso un linguaggio poetico capace di creare un’ atmosfera onirica; proponendo per ciascuno di essi un finale che sorprende il lettore.
Storie di persone e non, che si raccontano e descrivono i propri stati d’animo, personaggi ritratti talvolta nel pieno della quotidianità, altre volte in circostanze straordinarie. Come accade nell’ultimo dei racconti, Giusto Processo, storia di due donne indiane di umile casta, che, paradossalmente, si scopriranno libere di poter parlare e di essere se stesse solamente quando si troveranno in prigione in attesa di giudizio.
Grazie alla sua sensibilità, Rubino riesce a parlare con delicatezza anche di una malattia dolorosa come l’Alzheimer, e i suoi racconti, intensi e commuoventi, ci riportano all’essenza delle cose, facendoci riflettere su ciò che nella vita è davvero importante.
Così succede che in Ulisse senza voce a spiegare cosa sia la gelosia, e quanto male essa possa fare, sia il più improbabile dei narratori; mentre ne Il Re il protagonista scriva, in una lettera a sua madre, che la cosa più bella che abbia saputo fare nella propria vita sia stato l’aver messo al mondo “un bambino dai grandi occhi neri”.
E il sorriso di un bambino può colmare ogni vuoto e riempire ogni distanza.
Valeria Savio
Matteo Rubino