di Daniela Zanuso
Fino ad ora era l’unico paese al mondo che non ammetteva le attività sportive per le donne. Lo sappiamo: l’Arabia Saudita è un Paese in cui tutte le donne hanno un “tutore maschile” (il padre, il marito, il fratello), un paese in cui non possono togliersi il velo se non in casa, davanti al proprio marito, un paese in cui è vietato prendere un caffè con qualcuno che non sia un parente, un paese in cui guidare resta un tabù. Ora, dopo la conquista del voto del dicembre 2015, per la prima volta in 50 anni da quando sono state aperte le scuole pubbliche, le ragazze potranno fare ginnastica e attività sportiva.
La decisione, annunciata dal Ministro dell’Istruzione saudita, non è, comunque, di facile applicazione al momento. Bisognerà, infatti, realizzare appositi spazi e dotarsi di strutture, oltre che di insegnanti donne, come prevedono le regole del Paese, perché ragazze e ragazzi devono rimanere rigidamente divisi, frequentare scuole diverse, evitare di parlarsi, vivere, in p oche parole, in universi separati.
Non c’è niente di facile per le donne in un Paese così, ma sono molte le donne arabe impegnate nella lotta per la democrazia, l’uguaglianza, la dignità e comunque, anche se non attuabile nell’immediato, il provvedimento ha già il buon sapore della conquista.