di Francesca Radaelli
26/12/2015
“Quello che desideriamo è un cambiamento a 360 gradi della modalità di accoglienza, vogliamo mettere al centro la persona accolta e la comunità accogliente. La prima non può essere lasciata nel limbo del processo di richiesta senza un supporto amicale, la seconda non può essere spettatrice di una politica di inclusione. Solo nel dialogo tra ospite ed ospitante la nostra società potrà crescere e fiorire”.
A parlare così sono Germana Lavagna e Matteo Bassoli, fondatori di Refugees Welcome Italia, progetto che porta anche nel nostro paese un vero e proprio network internazionale, nato in Germania nel 2014 e progressivamente allargatosi sempre più (qui il post di qualche mese fa in cui ne parlavamo).
Gli obiettivi del progetto
Anche in Italia l’obiettivo del progetto è contribuire a creare un nuovo modello di inclusione che permetta ai richiedenti asilo e ai rifugiati di inserirsi positivamente e in modo attivo, il prima possibile, nella società italiana. La finalità, da un lato è quella di promuovere un cambiamento culturale nei confronti del fenomeno delle migrazioni, delle trasformazioni demografiche, sociali e culturali in atto, dall’altro diffondere esperienze che aiutino le persone accolte a superare la dimensione psicologica di passività spesso caratteristica dei centri collettivi.
Refugees Welcome Italia vuole diffondere sull’intero territorio nazionale una modalità di accoglienza familiare, da affiancare e integrare alle modalità già esistenti, perché l’accoglienza domestica può essere un’esperienza di reciproco scambio, di conoscenza e responsabilità favorendo l’incontro tra culture e persone differenti e creando così reti sociali e nuovi processi di inclusione.
Come funziona
Il sistema di accoglienza è facilitato dalla tecnologia: grazie al sito web www.refugees-welcome.it attivo dallo scorso 21 dicembre, sarà possibile coinvolgere soggetti ospitanti, rifugiati, associazioni e tutor che agiscono da facilitatori sul territorio.
La piattaforma è composta da differenti sezioni che garantiscono un’assistenza completa e una guida al processo di accoglienza. Chi decide di intraprendere il percorso di ospitalità può registrarsi al sito offrendo una stanza libera nella propria casa per un periodo che va da tre a sei mesi. La piattaforma attiverà inoltre micro campagne di crowdfunding per aiutare a sostenere economicamente le nuove convivenze.
Una volta ricevuta una sottoscrizione lo staff di Refugees Welcome intraprende un percorso di conoscenza più dettagliata, attivandosi tramite il contatto diretto del candidato ospitante.
Per avviare il progetto di accoglienza sono necessarie competenze, ma soprattutto persone: Refugees Welcome attiva continuamente processi di community engagement, per tutti coloro che hanno competenze, professionalità, voglia di dare il proprio contributo come volontari di RWI. E anche in questo contesto la tecnologia gioca un ruolo importante. È stata infatti siglata una partnership con due nuove piattaforme che facilitano processi di co-creazione per generare impatto sociale positivo: ImpactON e WeTipp.com.
La prima permetterà a Refugees Welcome di contare su strumenti che raccolgono e forniscono informazioni chiave su tutte le località relative alla crisi rifugiati sia in Italia che all’estero, e su una piattaforma che permetterà a persone, organizzazioni e Pubbliche Amministrazioni di coordinare e implementare progetti di integrazione a livello locale.
WeTipp.com supporterà invece Refugees Welcome nel catalizzare le competenze e le passioni di tutti coloro che vogliono dare una mano nell’accogliere rifugiati.
Le persone coinvolte
Sono diverse le persone coinvolte nel progetto, e con diversi ruoli. Gli attivisti, innanzitutto, ovvero i facilitatori della creazione e della gestione dei rapporti con le istituzioni, mentre i tutor seguono il processo di selezione delle persone ospitanti, l’inserimento in casa, la sensibilizzazione delle comunità.
Anche i richiedenti asilo e i rifugiati possono usufruire della piattaforma: l’associazione ha infatti assicurato che si metterà in contatto con la struttura dove le persone sono accolte, per trovare un appartamento pronto ad ospitarlo, attivando inoltre processi inclusivi di co-design della metodologia di accoglienza.
Dove è attivo il network
Refugees Welcome è già attiva in Lombardia, Piemonte, Toscana, Lazio e Veneto con rapporti avviati con alcune Prefetture e Enti Locali; per le richieste provenienti da altre Regioni l’associazione si attiverà immediatamente per mettersi in contatto con un’associazione con la quale dialogare e con chi desidera conoscere e ospitare un richiedente asilo. L’obiettivo è quello di espandere la rete e le connessioni, garantendo una copertura su tutto il territorio nazionale grazie all’aiuto di volontari e attivando varie forme di crowfunding per il supporto economico dei soggetti ospitanti.
Insomma, anche in Italia l’avventura di Refugees Welcome è finalmente pronta per cominciare. La sfida per un’accoglienza un po’ diversa dei migranti è stata lanciata ufficialmente. Quanti saremo a raccoglierla? Stay tuned…
Francesca Radaelli