di Daniela Zanuso fotografie di Giovanna Monguzzi
In occasione della giornata mondiale del rifugiato, mercoledì 20 giugno, presso la sede della Provincia di via Grigna a Monza, si è tenuta la presentazione del 6° report sull’accoglienza richiedenti asilo in Monza Brianza.
“Dal mare e dalla terra” , è l’ultimo report voluto da RTI Bonvena e scritto in collaborazione con il team de Il Dialogo: Fabrizio Annaro, Daniela Zanuso e Francesca Radaelli. Alla presentazione c’era un pubblico qualificato di sindaci, istituzioni, operatori della Rete, cooperatori, imprenditori, rappresentanti del mondo sindacale e del lavoro.
Il report è lo sforzo di mettere insieme dati, fatti, offrire racconti e ci dà l’opportunità di riflettere, oltre che rappresentare un esercizio di trasparenza. Il moderatore della presentazione è stato Fabrizio Annaro.
A nome della Provincia di Monza MB era presente Concetta Monguzzi, anche il sindaco di Lissone, che ha aperto il convegno con gli ultimi dati di SWG. “Il clima è molto cambiato rispetto a qualche anno fa – ha affermato Concetta Monguzzi – il 60% dei partecipanti all’indagine è favorevole allo stop delle navi nel Mediterraneo. I risultati dell’indagine hanno subito una netta tendenza al contrario rispetto 2010 quando la percentuale a favore degli aiuti umanitari era del 64%. Prima gli italiani, sta diventando uno slogan accettato e condiviso dalla maggioranza“.
Sempre secondo il sindaco di Lissone attualmente l’esposizione mediatica è troppo elevata così come lo è la strumentalizzazione dei dati. Dove si è riusciti a veicolare il pensiero del cambiamento, si è raggiunto un buon equilibrio e si è costruita una comunità.
Per Roberto D’Alessio, a nome di RTI Bonvena, la rete di imprese sociali, enti ecclesiali, associazioni impegnati nell’accoglienza, il problema oggi si è capovolto. “Quando siamo partiti-afferma D’Alessio – lo abbiamo fatto per sotto-esposizione di dati e fatti. L’informazione è fondamentale perché chiama alla responsabilità. Qui in Brianza pensiamo di aver creato un modello in cui l’incontro con l’ospite è un incontro di senso per entrambi. In quattro anni abbiamo accolto 3760 richiedenti asilo. Non è solo la fornitura di un servizio e quello che ci auguriamo è che diventi anche servizio per il mondo delle imprese. Pensiamo che quello che facciamo si possa dire con una sola parola: solidarietà”.
Giancarlo Brunato, a nome della Rete RTI Bonvena, ha confermato come l’accoglienza diffusa, cioè l’inserimento dei richiedenti asilo all’interno della comunità ha portato a buoni risultati di integrazione. “I nostri sforzi vanno in due direzioni: la ricerca di soluzioni di tirocinio formativo di tipo lavorativo e la formazione sull’apprendimento della lingua. Inoltre è stato creato il fondo Hope che consente ulteriori attività di carattere formativo indirizzate a persone rinnegate. E questo perché la questione immigrazione è molto di più che i rifugiati. Non confondiamo i rifugiati con gli sbarchi – ha proseguito Brunato – perché gli stranieri clandestini non sono solo quelli che chiedono rifugio politico. Ci sono anche migranti economici e bisogna fare anche i conti con questi.”
Anche l’intervenuto di Massimo Minelli, presidente di Confcooperative e copresidente di Alleanza Cooperatve Italiane di Lombardia, è stato ricco di spunti. “Parliamo di persone, di vita, di un valore non negoziabile. Nell’insieme in questi anni abbiamo garantito una tenuta e le persone che sono arrivate qui sono state accolte, alcune integrate. La cooperazione fa molto sull’integrazione quello che conta è la qualità dell’accoglienza. Con Anci abbiamo fatto sopralluoghi su tutte le cooperative che partecipano all’accoglienza”.
Minelli ritiene che la SPRAR possa essere un fondamentale investimento della regione, così come ritiene necessario un investimento culturale per ampliare la riflessione sui valori, cosa che permetterebbe un’inversione di tendenza e un risultato più positivo sul tema della solidarietà.
Manuela Dal Zotto ricercatrice di Pavia, ha fatto una panoramica sull’accoglienza negli ultimi anni. Durante le crisi umanitarie sono aumentati in modo evidente sia gli arrivi sia le richieste d’asilo. Nel ’90- ’95 sono stati accolti 80 mila profughi dalla ex Jugoslavia. E’ di quegli anni la legge Puglia per l’apertura di centri straordinari di accoglienza. Solo nel 1999 appare l’Unione Europea che avvia una “azione comune“ per 37.000 richiedenti asilo. Nel 2002 nasce SPRAR . Dal 2011 il nostro paese è attivo sull’emergenza Nord Africa, iniziata con le migrazioni clandestine dalla Tunisia. Il trattato con la Tunisia del 5 aprile 2011 del governo Berlusconi è la linea di demarcazione tra chi era in precedenza considerato richiedente asilo e chi da quel giorno diventa clandestino.
Dopo la caduta di Gheddafi sono iniziati gli arrivi “libici”. Con la crisi della Libia gli africani presenti decidono di lasciare il paese e la prassi da quel momento in poi è di accogliere tutti come rifugiati e richiedenti asilo . Poi c’è stato mare Nostrum con le tragedie del 2014. La diminuzione degli arrivi del 2017 e dovuta solo a alla legge Minniti. Oggi sono 220.000 i richiedenti asilo in Italia e siamo anche di fronte al completo fallimento del trattato di Dublino.
Fra gli interessanti interventi che hanno arricchito l’incontro, segnaliamo quello di don Augusto Panzeri, Responsabile della Caritas di Monza, il quale si è chiesto, cosa significhi per noi, per la nostra gente, quale senso, in sostanza, dobbiamo attribuire alla presenza dei richiedenti asilo nel nostro territorio. Dobbiamo chiederci -insite don Augusto- cosa “portano” questi ragazzi. Se ci lasciamo interrogare dalla vicenda della nave Aquarius mi viene in mente il viaggio di San Paolo anche lui era profugo, un migrante che diffondeva il Vangelo.
Il nostro viaggio sull’accoglienza richiedenti asilo è appena iniziato. Sulle pagine de Il Dialogo vi proporremo alcune interviste e storie dei protagonisti di questo progetto estratti dal sesto report. per chi volesse è già disponibile in pdf: